Studenti partenopei. Reportage della Napoli "colta" occupata

di Anna Laudati

Sono ormai alcune settimane che il movimento dei giovani universitari e studenti promuove iniziative e manifestazioni di protesta contro il DDL 133, meglio conosciuta come “Legge Gelmini”, e anche a Napoli si registrano le prime occupazioni (di Giuseppina Ascione

univ_1.jpgPrima fra tutti “L’Orientale” che da oltre un mese è occupata dagli studenti. Ogni giorno centinaia di studenti si riversano nella sede centrale dell’ Ateneo per discutere, organizzare azioni di protesta, ma anche per vivere a pieno regime quello che sta diventando sempre più un movimento ben strutturato, con finalità e progetti. Il movimento iniziato a Palazzo Giusto si è poi esteso anche a Palazzo Corigliano, altra storica sede dell’ Ateneo, dove però si respira un’aria più culturale. Qui si svolgono laboratori autogestiti, mostre di fotografia e lezioni all’aperto nell’ antistante Piazza San Domenico.

Erano trent’anni che non si vedeva una presa di posizione così radicale da parte degli studenti. Dopo pagine e pagine di giornali, riviste, libri, spesi a parlare male di questa “generazione x”, finalmente i giovani si sono ripresi in mano il presente, perché hanno troppa paura del futuro, temono che il governo, in maniera del tutto arbitraria, gli tolga il diritto a uno studio libero e gratuito, temono di dover chinare il capo alle multinazionali, e non hanno alcuna voglia di farlo. Scendono in piazza, dicono “NO” con tutti i mezzi a loro disposizione, dalla libera assemblea, alle lezioni in piazza, per provare a ricostruire un sistema universitario polivalente e che faccia sempre di più gli interessi degli studenti.   univ_2.jpg“L’acqua è poca e o’baron non galleggia”, è l’ironico slogan che si legge entrando nella Facoltà di Sociologia della Federico II. Anche qui dal 29 ottobre è iniziata un’occupazione che poi si è mutata in assemblea permanente: “come ogni movimento, è fatto da momenti ascendenti e discendenti, – ci spiega Antonio – siamo rimasti per oltre una settimana a dormire tutte le notti in facoltà, ma ad un certo punto ci siamo resi conto che non serviva a molto, ma diventava solo un pericolo per noi, dal momento che la sede è ubicata a Forcella, così abbiamo deciso di costituire un assemblea permanente che rimarrà attiva in Facoltà fino alle 22.30 con la Biblioteca aperta fino alle 22.00”. “Questo non è un movimento politicizzato, come credono i più – precisa Sergio – si tratta di un movimento spontaneo e politicamente trasversale, ma crediamo fermamente che l’Università così com’è non può starci bene, è tutto il sistema che va cambiato, e se gli studenti hanno sentito in massa la necessità di scendere nelle piazze per manifestare contro una Legge che rischia di peggiorare l’istruzione nel nostro Paese è perché vedono il loro futuro messo in discussione”. 

Lunedì 3 novembre gli studenti di tutte le facoltà e dei licei in lotta di Napoli si sono riunite in aula dell’ Orientale dove si è fatto il punto della situazione e si è cercato di organizzare il corteo del 7 novembre. Un corteo allegro e festoso che si è concluso sotto la sede di Confidustria, che ha detta degli studenti rappresenta il simbolo della privatizzazione degli Atenei italiani.

Durante il dibattito uno studente dell’ Università La Parthenope, ha annunciato che anche questo ateneo, ha iniziato launiv_3.jpg rivolta, nonostante il clima prevalentemente disinteressato che vi si respira. Da più parti i giovani che  sono intervenuti al dibattito, hanno ribadito la necessità delle dimissioni della CRUI e di bloccare le elezioni degli studenti che si terranno alla Federico II tra il 2 e il 3 dicembre. Molte liste sono state già presentante, ma è intenzione dei giovani invitare il Rettore a rimandare l’evento, che al momento creerebbe solo altro malcontento tra gli studenti. I giovani sentono forte l’esigenza di uscire dagli Atenei, di continuare la protesta coinvolgendo anche altri attori della società civile, perché temono che il fatto che la legge sia stata “congelata” è solo un modo per “fregarci quando meno ce lo aspettiamo”, come ha detto qualcuno.

Durante l’Assemblea è intervenuto anche un ragazzo che studia all’ Università di Siena dove la protesta va avanti dai primi di ottobre: “L’università di Siena – dice – da un momento all’altro potrebbe essere commissaria, perché versa in una situazione finanziaria difficile e probabilmente sarà la prima Università – Fondazione d’Italia, se l’ “impero” Monte de’ Paschi deciderà di metterci le mani”.

univ_5.jpgAlla facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II, occupata dallo scorso 29 ottobre, ogni giorno i ragazzi trasmettono da una radio in streaming, attraverso  il sito www.radiodimassa.tk, tutti i momenti salienti e le iniziative di quella che definiscono “l’università degli studenti”. L’aria che si respira qui è alquanto “intellettuale” seminari, laboratori e dibattiti sui più disparati temi, dalla filosofia all’attualità, sono all’ordine del giorno e quotidianamente i ragazzi si organizzano per fare in modo che non cali l’attenzione su quello che sta prendendo sempre più le forme di un vero e proprio movimento.  Mercoledì 12 novembre le università “in lotta” hanno organizzato una notte bianca, con iniziative serie e semi-serie a partire dalla mattinata. Lezioni in piazza, cineforum, apertitivo, cena sociale in Piazza San Domenico e in fine festa nel cortile della Facoltà di Architettura.  Insomma un movimento fatto di colori, musica, ma anche tanta, tanta voglia di fare, di sentirsi protagonisti del futuro che ci aspetta. E domani, 14 novembre, l’appuntamento è a Roma con le centinaia di ragazzi provenienti da Scuole e Università di tutta Italia per puntare ancora una volta i piedi e per far capire che “il nostro futuro ci interessa, perché è lì che intendiamo vivere i prossimi anni”.