Lo sport è una scuola di vita. Ma mancano le strutture e l'educazione allo sport

di Anna Laudati
L’ultima fotografia del Censis sul rapporto fra gli italiani e lo sport non è delle migliori. Il dato è più rincuorante per quanto riguarda i  giovani (di Gianfranco Mingione)

bull_basket.jpgIntervista a Emanuela Pinti, giocatrice di basket femminile della squadra “Bull Basket Latina”, nella lega professionale di serie B a Latina. Segni particolari: Sorridente, dinamica, divisa fra studio, lavoro e ovviamente lo sport. Come e  quale è stato il primo ricordo legato all'attività sportiva? Prima di fare basket, ho fatto per più di quattro anni nuoto. E a dire il vero il primo ricordo che ho dell’attività sportiva è proprio la mia prima gara. Ricordo ancora perfettamente l’emozione  sul bordo della piscina.

Non avevo paura di arrivare ultima, non avevo paura di fare brutta figura davanti ai miei genitori, avevo solo timore di non riuscire a fare quel tuffo, così tanto importante per l’inizio di una gara e probabilmente il mio più grande ostacolo. Lo superai, ma arrivai ultima! Riguardo la pallacanestro invece, il mio primo ricordo è legato proprio al primo giorno che entrai in palestra. Il corso di minibasket era già iniziato da un pò di tempo, così quando arrivai mi trovai di fronte ad una ventina di bambini che erano già tutti amici tra loro, io non conoscevo nessuno. Dissi a mia madre quel giorno stesso che avrei fatto solo una lezione di prova e poi avrei deciso. Da quel giorno non smisi più. Avevo 11 anni! 

Dopo anni di esperienza pensa che sia più importante vincere o partecipare? Dove sta il giusto equilibrio? Eh, lo so che la risposta più giusta sarebbe “partecipare” ma lo sport in genere significa anche agonismo, e competizione. Quando ci si impegna tanto e soprattutto si raggiungono certi livelli, si spera di ottenere anche dei risultati. All’inizio l’obiettivo è quello di imparare le regole, i movimenti propri della disciplina sportiva, e vedersi migliorare. Poi cominci a sperare di veder vincere la propria squadra e perché no, di conquistare il titolo sportivo per cui si sta giocando. Insomma sì partecipare, ma vincere ha un sapore per cui vale la pena di dare sempre il massimo. In Italia lo sport, in generale, è molto seguito, soprattutto il calcio.

Dall’ultima fotografia del Censis, però, appare un Paese sempre meno partecipativo nei confronti della pratica sportiva (oltre il 40% delle persone non pratica alcuna disciplina sportiva). Come interpreta questo dato? Purtroppo i ragazzi di oggi hanno tanti, forse troppi impegni. Vengono catapultati da una parte all’altra dai genitori, e tutto sembra essere effettivamente importante: doposcuola, catechismo, inglese, musica, gruppi di lavoro vari ecc. Di conseguenza si relega l’attività sportiva a pura funzione di attività fisica da far svolgere a scuola. E poi c’è da dire che “lo sport” fa poco per avvicinare i giovani a sé. Trovo che ci sia poca comunicazione sui valori sportivi, e poca promozione di eventi sportivi che potrebbero rivelarsi ottima pubblicità per avvicinare i giovani.  

Quale il valore, o i valori, più importanti che lo sport può trasmettere alle giovani generazioni? Fare sport non fa bene solo al fisico così come non è solo un momento di svago e di gioco: fare sport è anche aggregazione e socializzazione. Ma l’elenco dei valori vissuti nell’arena sportiva e che l’attività sportiva può darci, è molto lungo:  lealtà e disciplina, impegno e sacrificio, crescere nel rispetto degli altri e imparare a conoscere se stessi, i proprio limiti, fisici ma anche mentali in relazione a chi ci circonda. Ricollegandomi anche al discorso di prima, credo che non vi siano valori nei passatempi che oggi troppo spesso si lasciano svolgere ai giovanissimi. Ad esempio la  tv e la play-station non aiutano certo ad entrare in contatto con l’altro.  Lo sport, qualsiasi esso sia, è una scuola di vita. bull_basket_2.jpgIl 65%  dei ragazzi fra gli undici e i 14 anni pratica in modo regolare una disciplina sportiva. Il basket, sempre da questi ultimi dati, ha sorpassato la pallavolo collocandosi dietro al calcio (Fonte rapporto Censis). Come commenta questo dato? Per fortuna, o purtroppo intorno al calcio ruotano soldi, sponsor, pubblicità che hanno una risonanza a livello nazionale. I modelli proposti ai giovani sono quelli di giovani giocatori che ottengono tutto: fama, soldi e belle ragazze. In realtà questo è vero per una minima parte dei giovani che iniziano a giocare a pallone. E poi c’è sicuramente da dire che per giocare a pallone, o almeno per muovere i primi passi non serve altro che un pallone e il cortile sotto casa. Per tanti altri sport non è così: per la pallavolo serve una rete; per il tennis una rete e le racchette, per il nuoto un intero impianto sportivo. Anche nel basket non basta il pallone, ma è necessario anche avere, un campo e due canestri. Così è possibile avvicinarsi a questo sport solo se di proposito ci si reca in una palestra per fare questo. Mi ricordo che a 17-18 anni ci riunivamo il sabato pomeriggio a giocare negli oratori visto che campi liberi all’aperto non esistevano e non esistono tutt’oggi. Ci sono tornata qualche tempo fa, una sfida con gli amici per ricordare i vecchi tempi…bè in ben 3 oratori i canestri non c’erano più, solo al quarto tentativo siamo riusciti a trovare un campo per giocare: era utilizzabile solo un canestro ma…meglio di niente no?!?

Infine, quale è stato il risultato più importante raggiunto a livello sportivo? Dopo le giovanili, ho giocato parecchi anni in promozione e in serie C, ma l’emozione più bella e sicuramente il traguardo più importante, l’abbiamo raggiunto lo scorso anno con la promozione in serie B. La soddisfazione maggiore è derivata dal  raggiungere questo obiettivo con una squadra fatta completamente da amiche, che avevano messo un pò in secondo piano lo sport perché prese dal lavoro o addirittura dalla nascita dei propri figli. Eppure la voglia di giocare e di metterci ancora alla prova ha permesso a tutte noi di riavvicinarci e riprendere a giocare, ottenendo ottimi risultati!

La squadra quest’anno è stata modificata e ampliata, anche perché l’impegno sia degli allenamenti che delle trasferte è nettamente superiore. Speriamo di fare bene anche quest’anno.