Servizio Volontario Europeo, per sentirsi davvero cittadini d'Europa

di Anna Laudati

Rafforzamento della coesione sociale all’interno dell’Unione e creazione di percorsi che portino i giovani ad una cittadinanza europea consapevole e matura. Questi gli obiettivi del progetto SVE rivolto ai ragazzi dai 18 ai 30 anni (di Andrea Sottero)

 

logo_sve.jpgIn Piemonte, l’ultima chiamata in ordine di tempo è stata quella di giovedì scorso: le candidature per partecipare ad un progetto di volontariato della durata di 6 mesi a Varsavia, nel campo delle relazioni internazionali e dei diritti umani andavano presentate presso gli uffici del Comune di Torino entro il 12 Dicembre. Ma chi fosse interessato ad una esperienza simile, non deve fare altro che tenere d’occhio la sezione dedicata sul sito dell’Informagiovani del Comune http://www.comune.torino.it/infogio/sve/servizio_volontario_europeo.htm.

Qui, periodicamente, vengono pubblicizzati gli incontri informativi e le iniziative in partenza. Il servizio volontario europeo è un progetto sponsorizzato dalla Commissione Europea dedicato ai giovani dai 18 ai 30 legalmente residenti in uno dei Paesi membri dell’Unione. Si tratta della possibilità per chi vi partecipa di prendere parte ad una attività di volontariato in uno dei 27 Stati della UE, in Islanda, Norvegia e Liechtenstein (che sono a loro volta parte dell’Area Economica Europea) o nei Paesi partner come la Croazia o la Turchia, della durata variabile dai 2 ai 12 mesi. I settori dove si può chiedere di operare sono svariati e vanno dall’arte all’ambiente, dalla cooperazione allo sviluppo allo sport. Il volontario sarà assistito in loco da un tutor per l’intera durata dell’esperienza, mentre il coordinamento delle attività potrà essere affidata sia all’organizzazione che invia il volontario che a quella partner che lo accoglie nel Paese interessato. 

Significativo è il fatto che per i volontari non sono previsti costi di nessun tipo: viaggio, vitto, alloggio, assicurazione e formazione sono garantiti dalla Commissione Europea e dagli enti che collaborano alla realizzazione dei vari progetti attivati. A ciò si deve aggiungere anche una sorta di piccolo rimborso spese mensile che varia a seconda del luogo dove si svolgerà il servizio.

Non male, visto che se gli obiettivi primari dell’iniziativa sono il rafforzamento della coesione sociale all’interno dell’Unione e la creazione di percorsi che portino i giovani ad una cittadinanza europea consapevole e matura, gli strumenti con i quali si è scelto di operare sono quelli della formazione e dello sviluppo di competenze personali e professionali. A partire, naturalmente, dalla formazione linguistica, laddove ce ne fosse bisogno.

L’apprendimento è considerato parte fondamentale di qualsiasi progetto di volontariato europeo: i risultati attesi e le metodologie per raggiungerli vengono definiti insieme al volontario che al termine del suo percorso compilerà e firmerà insieme ad un rappresentante dell’organizzazione presso cui ha svolto il servizio, lo “Youthpass”. E’ questo il documento attraverso il quale la Commissione Europea certifica l’attività del partecipante e il suo percorso di educazione non formale.

Lo SVE fa parte del programma Gioventù in Azione e in Italia è gestito dall’Agenzia italiana del programma con sede a Roma (http://www.gioventuinazione.it/). Tuttavia sul territorio sono numerosi gli enti di invio e coordinamento come il Comune di Torino che possono costituire un valido punto di riferimento per informazioni e chiarimenti ai potenziali candidati.

 

Per chi, poi, volesse avere un riscontro di qualcuno che vi ha già partecipato, sono a disposizione in rete sia il blog dei volontari SVE (www.myevs.net) che il sito della community degli ex volontari www.4evs.net. Per il resto, l’unico ingrediente da non dimenticare è l’entusiasmo!