Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.Sulla ricerca in controtendenza ...

di Anna Laudati

“L’attenzione che rivolgiamo oggi alla salute dei bambini e degli adolescenti è un investimento sulla salute degli adulti di domani”.  Intervita a  Marco Magheri da 6 anni a capo del Servizio Comunicazione e Relazioni Esterne dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma (di Anna Laudati)

marco_magheri.jpgAd oggi cosa rappresenta quest’ospedale? E’ il punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca e la cura di bambini e adolescenti, prima struttura in Italia in tutta la pubblica amministrazione ad aver ottenuto la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001 per la comunicazione. Tra sanità e ricerca. Quali i numeri? Esorbitanti. Ogni anno nelle tre sedi del Bambino Gesù si registrano oltre 34.000 ricoveri, 17.000 interventi chirurgici, più di 900.000 prestazioni ambulatoriali e 57.000 prestazioni di pronto soccorso, con un bacino di utenza che supera i confini nazionali.

Sarebbe? Un paziente su dieci è o figlio di extracomunitari presenti in Italia oppure proveniente da un Paese straniero alla ricerca di cure di eccellenza.  E sul fronte della ricerca? Il Bambino Gesù si connota per le collaborazioni paritetiche con i più avanzati centri internazionali e con un programma di reclutamento dei ricercatori che “pesca” i cervelli più promettenti nello scenario europeo ed extraeuropeo, costituendo una controtendenza rispetto alla costante emorragia di intelligenze dal nostro Paese.

Le iniziative più importanti che avete realizzato? castello_giochi.jpgUna delle iniziative più significative da un punto di vista di comunicazione e di informazione è stata l’attivazione del primo portale sanitario pediatrico www.ospedalebambinogesu.it, nel settembre del 2001. Destinato a una rivisitazione profonda per tenerlo sempre al passo con i tempi e con le aspettative sempre crescenti dei navigatori italiani e stranieri, il portale si è rivelato una risorsa essenziale nel processo di sviluppo culturale nel nostro Paese del benessere dei bambini e dei ragazzi. I vademecum, i decaloghi e le pillole di pediatria realizzate dagli esperti del Bambino Gesù con un linguaggio comprensibile da tutti traducono quella che oggi è il ruolo del pediatra: una sorta di tutor per la crescita in salute dei minori e per intervenire oggi su piano della prevenzione di quelle che domani potrebbero essere delle malattie dell’adulto. L’attenzione che rivolgiamo oggi alla salute dei bambini e degli adolescenti è un investimento sulla salute degli adulti di domani.

    Bambini e ragazzi in cura da voi, innumerevoli storie da raccontare. Cosa comporta convivere con queste storie? Comporta sicuramente avere un approccio di profondo rispetto nei confronti del dolore e della speranza con cui le famiglie si rivolgono al Bambino Gesù. Significa confrontarsi quotidianamente con casi particolarmente complessi, con malattie rare e con l’urgenza di un trapianto per continuare a vivere. Ma significa anche tenere presente che per un genitore anche uno stato febbrile del figlio può essere causa di grande apprensione che merita rispetto.  

 

Comunicatore e giornalista, come gestisce il rapporto con la stampa in merito al rispetto della privacy sottoscritta in più carte dei doveri e in particolare dalla Carta di Treviso che tutela i minori e tutte le categorie deboli della popolazione?dea.jpg   La linea di comunicazione che l’Ospedale si è dato prevede la massima tutela possibile per la dignità di chi si rivolge al Bambino Gesù. Ci sono tanti modi per raccontare qualcosa, per affrontare un tema nel campo della salute. Raccontare la storia di un singolo è uno dei modi possibili, ma non l’unico. Con i giornalisti che si approcciano al Bambino Gesù cerchiamo di condividere questa attenzione e questa interpretazione della comunicazione, tentando di livellarci verso l’alto e di non cedere per pigrizia, ritmi serrati del lavoro redazionale o derive della professione giornalistica, a soffermarci sul “caso umano”, tanto più efficace quanto più incline a stimolare la lacrima di chi leggerà o vedrà le immagini di un servizio televisivo. Lo sforzo è di dimostrare quotidianamente che “un altro giornalismo è possibile” e, alla lunga, parimenti efficace. Certo, è un po’ più “lavorato”, ma sta dando i suoi frutti. Come per la certificazione di qualità in comunicazione o come per le iniziative di formazione e di aggiornamento che coinvolgono giornalisti e comunicatori, ci siamo impegnati per offrire un metodo di lavoro, a disposizione di quanti, nella propria realtà quotidiana vogliano replicarla, condividerla, farla propria. 

 

I bambini invisibili. i diversamente abili. Cosa prevede per loro l'ospedale pediatrico Bambino Gesù? E’ cultura dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù l’approccio multidisciplinare. E questo vale per tutte le situazioni: dai pazienti con sindrome di down, ai piccoli con disabilità, ai bambini con qualche malattia grave. Esistono per queste tre aree altrettanti ambulatori specializzati composti da esperti di differenti branche della medicina che accolgono le famiglie e che stilano un piano di cure e di prestazioni teso a limitare al massimo le occasioni di ricovero oltre ad evitare la duplicazione di esami o visite. Oltre al vantaggio i piccoli pazienti questo rappresenta anche un modello di utilizzo virtuoso delle risorse assistenziali. 

Giovani tra depressione e nichilismo. I problemi cominciano da piccoli? Come affrontate questi problemi e quali sono le soluzioni che proponete? Anche su questo fronte l’Ospedale è fortemente impegnato, considerando l’attività di prevenzione attiva e di divulgazione parte integrante della propria missione. Una parte di questo percorso è senz’altro rappresentato dalla necessità di sfatare falsi scientifici e luoghi comuni dei più comuni temi sociali e sanitari. Un percorso che negli ultimi quattro anni ha portato alla realizzazione di seminari di formazione per giornalisti e comunicatori su argomenti come le allergie, le vaccinazioni, i rapporti con il cibo, le disabilità. Il prossimo 24 gennaio affronteremo il tema di “mass media, salute e migrazioni”. L’obiettivo è anche quello di intervenire sul linguaggio più idoneo per trattare un argomento, stabilendo su questo fronte una vera e propria alleanza tra medici, giornalisti e comunicatori.

Obesità in età evolutiva. Quanti sono i casi che affrontate e come supportate le famiglie nell’assistenza aludoteca._bambino_ges.jpg questi bambini? L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù vanta una più che trentennale attenzione verso la sana alimentazione e la lotta ai disturbi del comportamento alimentare. Si tratta di “un affare di famiglia”. Nel senso che di fronte a problemi legati all’alimentazione è tutta la famiglia che deve affrontare la questione, facendo ognuno la propria parte. Esistono dei percorsi multidisciplinari per bambini e genitori nei quali si impara a mangiare in modo sano, senza rinunciare per questo al gusto. Come nella scelta del regalo più adatto in vista del Natale, sia sul piano della sicurezza che su quello dell’adeguatezza, il consiglio più importante resta quello della condivisione. Se i bambini passano molto tempo davanti alla televisione è in parte perché al piccolo schermo viene assegnato il ruolo di “baby sitter”. Vi sono due strade per limitare il fenomeno: una di queste è spegnere l’interruttore in maniera coercitiva. Un’altra – ed è il metodo che ci appartiene – è provare a interessare il piccolo teledipendente a un’attività motoria, magari in compagnia dei genitori o dei coetanei. Sul fronte dei disturbi del comportamento alimentare merita particolare evidenza il progetto www.timshel.it realizzato dall’Ospedale nell’ambito della collaborazione tra Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e del Ministero della Gioventù: un modo per combatterli con le stesse armi con cui in rete – solo per l’Italia si parla di 300.000 tra siti e blog – vengono reclutati nuovi adepti di “Ana”, un vero e proprio totem dell’anoressia.

Problemi alimentari, alcolismo, droghe e adolescenza. Quali secondo lei le soluzioni e in che modo una comunicazione mirata può aiutare ad far assumere atteggiamenti costruttivi? Diffido delle ricette risolutive. L’Ospedale cerca di fare la sua parte con iniziative di promozione della salute e di prevenzione, coinvolgendo di volta in volta partner istituzionali nazionali e internazionali o le risorse della società civile, in cui il Servizio Civile rappresenta una luminosa espressione.

Quali i progetti futuri? Per l’Ospedale i progetti futuri – per i prossimi tre anni – sono ambiziosi quanto concreti. L’obiettivo è di sostanziare la posizione assunta dall’Ospedale di uno dei cinque centri più importanti a livello mondiale per le cure e le ricerche pediatriche. Nel solco della continuità storica dell’Ospedale nel suo percorso verso l’eccellenza, il nuovo impulso propulsivo impresso dal presidente dell’Ospedale, Giuseppe Profiti, rende questa prospettiva tangibile e misurabile. 

Sono tanti i personaggi famosi sia del mondo dello spettacolo che del mondo politico che vi hanno fatto visita. C'è il rischio di strumentalizzare la struttura e gli stessi pazienti? Come gestisce questa situazione? E’ una eventualità da tenere presente, ma chi sceglie di far visita al Bambino Gesù sa che l’Ospedale non prevede momenti divulgativi. Molti personaggi famosi sono di casa al Bambino Gesù, ma con la opportuna discrezione.

Cosa avete organizzato per rendere gioioso il Natale 2008 degli ospiti dell'Ospedale pediatrico? L’impegno delle oltre 2.500 persone che lavorano al Bambino Gesù è di rendere ogni giorno la vita in Ospedale più a misura di bambino. Natale 2008 coincide con un’importante opportunità per tutti per sostenere le attività del Bambino Gesù grazie all’iniziativa di fund raising “Illumina il Natale”.

Un messaggio che vuole lasciare a tutti i genitori, i bambini e i ragazzi che vivranno le feste al Bambino Gesù?  L’augurio non può che essere di lasciare presto l’Ospedale per fare ritorno alla propria casa, ai propri compagni di scuola, ai propri affetti, conservando, semmai, il ricordo di una esperienza – quella del ricovero, di per sé poco accettabile per un bambino – di festosa guarigione, che ha visto al fianco della propria famiglia nella lotta alla malattia, degli alleati competenti, attenti e simpatici.

Marco Magheri, giornalista professionista da oltre 10 anni impegnato sul fronte delle tematiche della salute, della bioetica e della sanità, prima come giornalista (Corriere Salute del Corriere della Sera – Sole 24 Ore Sanità) e poi come professionista della comunicazione istituzionale. In quest’ambito, prima del Bambino Gesù ha rivestito il ruolo di vice capo ufficio stampa dei Ministri della Salute Umberto Veronesi e Girolamo Sirchia; capo ufficio stampa dell’Assessorato alla Sanità della Campania, e dell’Agenzia Sanitaria Regionale della Campania. Componente nel 2001-2002 della Commissione di esperti del Consiglio d’Europa per la definizione dei corretti rapporti tra istituzioni e mezzi di informazione in ambito sanitario. Menzione d’onore nel 2008 al Premio “Addetto stampa dell’anno”. Docente di master e corsi per i dirigenti della pubblica amministrazione sulla comunicazione pubblica. Autore di saggi di carattere storico, tra cui “Non abbiate paura – Giovanni Paolo II ai bambini, nel dolore la speranza” (2006). Sua l’idea di dare il nome “Un reparto grande cinque continenti” al progetto di missioni e collaborazioni internazionali dell’Ospedale che negli ultimi cinque anni ha condotto equipe del Bambino Gesù in quaranta Paesi, un tempo definiti in via di sviluppo.