Merito, opportunità e sicurezza. La parola all'Onorevole Pina Picerno

di Anna Laudati
Il giovane Ministro Ombra delle Politiche Giovanili per il Partito Democratico, traccia un bilancio di questi primi sei mesi di Governo all’opposizione (di Gianfranco Mingione

picerno.jpgOn.le Picierno come si concluderà questo primo semestre di “Governo dell’opposizione”? Ci faccia un bilancio. L’opposizione del Partito Democratico è stata decisa rispetto a tutti i temi centrali per l’azione di governo: sulla scuola, sull’università, come sulla crisi, le scelte sono state miopi e a scapito dei soggetti più deboli. Il Partito Democratico ha cercato, anche attraverso il Governo Ombra, di far emergere una visione differente della società e delle politiche necessarie al Paese.

Non è stato facile anche perché il Parlamento viene continuamente espropriato dalle sue funzioni attraverso decreti e voti di fiducia. La crisi aggrava molto questo scenario: le previsioni non sono rosee, e pare purtroppo che la situazione andrà peggiorando. Dispiace prendere atto che il Governo non abbia preso decisioni necessarie per difendere i lavoratori, le famiglie e i giovani.

 

Il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, esprime nelle sue varie dichiarazioni, di essere disponibile al dialogo, parola molto in voga e da subito naufragata dopo i primi mesi dall’avvio della nuova legislatura del Governo Berlusconi. Ad oggi è stato possibile instaurare un tavolo di confronto  sulle tematiche giovanili fra il Ministro ombra Pina Picerno e l’attuale ministro Meloni? Sono in molti gli esponenti del Governo che si dicono pronti al dialogo. Purtroppo però è proprio sui provvedimenti più importanti che il dialogo è mancato. Penso a materie fondamentali per il futuro dei giovani, come la formazione, la ricerca o la risposta alla crisi economica. Aldilà dei proclami credo che nemmeno il Ministro Meloni sia riuscito ad aprire il dialogo nel concreto delle questioni: non si difendono gli interessi dei giovani tacendo su otto miliardi e mezzo di euro in meno per scuola e università. Quando il Ministro dice cose condivisibili non manco di esprimere il mio accordo, come è successo recentemente, quando si è recata fra gli studenti campani a discutere di lotta alla camorra. Tuttavia mi sembra che siamo ancora lontani da quella capacità di condivisione, di apertura, di discussione necessaria al Paese che una forza di Governo dovrebbe possedere, soprattutto in un momento così difficile.

 

E’ notizia di due settimane fa che il Governo, nella persona del Ministro Gelmini, abbia fatto un dietrofront sul Decreto scuola. Come valuta il ripensamento in atto nel Governo su maestro unico e slittamento della riforma della scuola al 2010? Quanto è stata importante l’onda studentesca in tutto ciò? Il Ministro Gelmini ha tentato per mesi di presentare i provvedimenti su scuola e università come riforme necessarie per modernizzare il sistema formativo, per premiare il merito, per riportare rigore. In realtà sotto i grembiulini non c’era niente, anzi, c’erano otto miliardi di finanziamenti in meno per settori già pesantemente penalizzati nel corso degli ultimi anni. Il movimento di opinione che ha investito il Paese, e che ha coinvolto per la prima volta genitori, maestri, insegnanti, soprattutto gli studenti, ha avuto un ruolo fondamentale nel difendere il ruolo dell’educazione e della conoscenza per il futuro del Paese. Il Ministro ha dovuto ripensare quasi completamente il Piano programmatico e anche rimandare di un anno l’applicazione della riforma delle scuole superiori. Purtroppo però i tagli ai finanziamenti restano e metteranno in ginocchio scuole e università dando un colpo terribile al futuro del Paese. Mentre tutte le grandi democrazie del mondo, di fronte alla crisi, investono più attenzione e più energie per la scuola, il nostro Governo decide di farne un capitolo di risparmio. Si può dire, quindi, che la battaglia del Partito Democratico non finirà fino a quando non ci sarà una reale inversione di tendenza, con lo stanziamento di nuove risorse e il ritiro di provvedimenti molto contestati, come quello sulle fondazioni nelle università.

 

Il nostro giornale nasce ed è scritto da volontari ed ex volontari del Servizio civile. Ad oggi quali possono essere i rimedi, le azioni da concretizzare per ridare linfa e slancio vitale a un modo di difendere la Patria non violento e non armato? Cosa ne pensa della questione servizio civile e pensione? Credo che il Servizio Civile sia un’esperienza bellissima e importante che ogni anno    vada difeso, ampliato e rilanciato. Anche in questo caso le azioni del Governo sono andate piuttosto nella direzione di tagliare le risorse, rischiando davvero di mettere in ginocchio il Servizio Civile. Crediamo che invece sia necessaria una riforma, condivisa da Enti, associazioni e volontari, che riesca a dare continuità al progetto, qualità alle esperienze nelle quali i ragazzi trascorrono un anno della propria vita. Il servizio civile deve coinvolgere un grande numero di giovani, possibilmente tutti coloro che ne fanno richiesta ed è proprio l’esperienza di crescita, formazione che va messa al centro, correggendo i cattivi utilizzi dei progetti e intervenendo per sanare i conflitti di competenze fra enti diversi. Credo anche che sia necessario dare finalmente uno status giuridico al volontario, che non è un semplice lavoratore ma è colui che dedica un anno della propria vita, con grande intensità, allo svolgimento di un servizio. Occorre al tempo stesso creare percorsi differenziati, flessibili, che consentano anche a chi studia, chi lavora di fare un’esperienza da volontario, magari con un riconoscimento in crediti dell’attività svolta, delle competenze acquisite, come avviene per i militari, all’interno di scuole e università. Dal lato istituzionale, mi piacerebbe promuovere la creazione di un Premio Nazionale all’impegno e al valore dei giovani volontari, da riconoscere ogni anno il 15 Dicembre, per ricordare gli Angeli del Fango dell’alluvione di Firenze, valorizzando esperienze particolarmente significative di impegno sociale e civile dei giovani. Troppo spesso veniamo etichettati come una generazione senza valori, bisogna promuovere le storie positive, gli esempi di riscatto, che fanno meno notizia ma sono di più e più importanti.ervizio Civile sia un'sorse e il ritiro di provvedimenti molto contestati, come quello sulle fondazioni nelle università.

 

È pura fantascienza immaginare una donna alla guida del partito Democratico così come alla guida del nostro Governo? Dove e perché il nostro sistema non è più in grado di “arruolare” i giovani nell’interesse della polis, a tal punto che i giovani, soprattutto se donne come lei, si contano sulle dita di una mano oggi nel nostro Parlamento? Non credo sia fantascienza, anzi, credo che il rinnovamento e  il superamento di vecchi schemi sia più che mai necessario se vogliamo, come vuole il Partito Democratico, appassionare i giovani alla Politica, convincerli che è qualcosa che li riguarda, che ci riguarda e per cui vale la pena spendersi. Penso alle donne, ai giovani, ma anche a quel milione di ragazze e ragazzi che nascono e crescono nel nostro Paese senza potersi chiamare cittadini, ai quali molto presto andrà data una risposta forte, perché sono i nuovi italiani e hanno diritto di sentirsi come tali. Il problema del ricambio generazionale si sente a tutti i livelli, l’Italia è un Paese dove per i giovani è difficile far valere il proprio talento, essere premiati sulla base del merito anche solo per passare un esame, vincere un concorso, accedere alle professioni o al mondo dell’impresa. Il Parlamento non è che uno specchio nel quale il Paese si riflette e non c’è dubbio che oggi la nostra Italia sia bloccata e soffocata da troppi corporativismi. Dobbiamo farci spazio con coraggio, reclamando dal Partito Democratico ciò per cui è nato, cioè il cambiamento della politica e del Paese.

Governo ombra. Resta e resterà solo un‘ombra? Quali i progetti per il 2009? Credo che il Governo ombra sia uno strumento importante, un’innovazione giusta che il Partito Democratico ha introdotto. Credo che debba continuare nella sua azione di produrre nuove proposte, alternative a quelle del Governo, anche in un futuro. Come è noto in Italia non è un organo riconosciuto a livello istituzionale. Per il nuovo anno abbiamo tanti progetti e per quanto mi riguarda credo che le parole chiave su cui lavorare siano: merito, opportunità e sicurezza. Oltre a continuare il mio impegno per il volontariato e per il servizio civile, intendo promuovere una nuova legge per l’accesso all’università, che superi il fallimentare modello dei test d’ingresso,  una legge quadro sul diritto allo studio, che garantisca anche ai più poveri di accedere ai gradi più alti della formazione; mi piacerebbe anche promuovere la creatività ed il talento attraverso un credito d’imposta per le opere prime, per finanziare e per rendere maggiormente fruibili i consumi culturali. Intendo impegnarmi ancora per la lotta alla precarietà, fornendo maggiori tutele ai lavoratori atipici, e per una riforma degli ordini professionali. Come vedete, mi aspetta molto lavoro. Spero di svolgerlo al meglio!