Libro: "Una famiglia normale. Come abbiamo disinnescato la bomba gay"

di Anna Laudati
Raccontare se stessi e attraverso se stessi cercare un modo di far passare esperienze e momenti di vita in cui molte altre persone possono ritrovarsi. Intervista a Stefano Bolognini autore del libro (di Gianfranco Mingione)

stefanobolognini1.jpgNel libro “Una famiglia normale. Come abbiamo disinnescato la bomba gay”, a raccontarsi è il giornalista e scrittore Stefano Bolognini. Il giovane bresciano, ha collaborato sinora con diverse testate, siti di informazione e trasmissioni radiofoniche. Nel suo libro, uscito nel 2008 per conto dell’editore Sonda, Stefano  dipinge il quadro di una tipica famiglia italiana, la sua famiglia.  

Ma cosa ha di diverso la sua famiglia perché possa fungere da musa ispiratrice e contenuto del suo libro? E’ una famiglia in cui di diverso vi è uno dei componenti che vive fuori dai cosiddetti canoni della famiglia tradizionale, se stesso: un omosessuale. Nel libro si confrontano le diverse prospettive da cui viene vista e vissuta l’omosessualità in una famiglia, che pur nelle sue varie difficoltà iniziali, passo dopo passo comincia ad avvicinarsi e a vivere in maniera “normale” la condizione del proprio figlio. “Il testo è una fotografia della rivoluzione in seno alla famiglia italiana che si interroga ed interloquisce serenamente di omosessualità (e nuove famiglie) con il proprio caro e, in un processo spesso lungo e faticoso, ogni famiglia si trova a ripensare le sue regole, rinegoziare i rapporti, decidere quale immagine mostrare all'esterno", come spiega la sociologa Chiara Bertone in una postfazione al libro. Una storia piena di sfumature, ognuna di un colore diverso ed ognuna che emana emozioni l’una diversa dall’altra. Perché la vita è un arcobaleno che incanta e affascina proprio grazie alla diversità dei suoi colori.

Omosessualità. Una parola che sgomenta ancora?Perché secondo lei? Personalmente non mi sgomenta, al contrario l'omosessualità caratterizza la mia esistenza, molti dei miei momenti di felicità e i miei affetti. Posso assicurare, per esperienza diretta, che siamo in migliaia per nulla sgomenti. L'omosessualità spaventa ancora molti perché è un fenomeno sconosciuto, invisibile e ritenuto marginale che si porta storicamente sulle spalle il peso di pregiudizi e false credenze. Gli omosessuali assumono una visibilità pubblica a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, e 40 anni, sono davvero pochi per una totale rivoluzione culturale da malati, viziosi, dannati, peccatori, e chi più ne ha più ne metta, a ben più banale fenomeno normale e naturale da sempre presente nella specie umana in ogni famiglia tradizionale che si rispetti.

Giovani e omosessualità. Se ne parla ancora troppo poco. Perché e cosa si potrebbe fare secondo lei? Non amo insistere sull'educazione sessuale perché il termine “educazione” ha in sé un non so ché di impositivo e normativo. La sessualità e l'affettività non va insegnata.  I giovani andrebbero serenamente informati sulle possibilità della sessualità umana, tutto qui. L'informazione affettiva e sessuale, a partire dalle scuole, sarebbe fondamentale. Credo comunque che per i giovani gay le cose vadano molto meglio che in passato. In internet, seppure con informazioni contraddittorie, l'omosessualità ha una visibilità molto concreta.

Perchè raccontare e raccontarsi in prima persona? Dall'assenza pressoché totale di testimonianze dirette di omosessuali che vivono serenamente e in totale visibilità nell'ambito della propria famiglia tradizionale il loro orientamento; oltre che dalla sorpresa che provo, riguardando all'esperienza della mia famiglia che fa i conti con l'omosessualità e il risultato è in attivo. I miei familiari accolgono, ad esempio, il mio compagno per i tradizionalissimi pranzi di Natale con lo scambio di regali. Insomma la mia famiglia gay è entrata a pieno titolo nel più vasto insieme che è la famiglia tradizionale, senza troppi drammi ed il mio caso non è ne unico ne raro. A mio parere la famiglia italiana di oggi è pronta a discutere ed accogliere serenamente un proprio membro omosessuale sia esso figlio, fratello, cugino o semplicemente amico. E questa mi sembrava un'ottima notizia da divulgare.

Nella storia autobiografica che racconta quali sono i disagi psicologici e sociali, e non solo, che l'hanno maggiormente colpita? Il coming out, il momento nel quale l'omosessuale rende pubblici i proprio affetti, è, e rimane, un momento di crisi per i familiari. Ma può essere anche un momento di profondo cambiamento in positivo. Cambiano le prospettive dei genitori sui figli: è una novità inattesa per i fratelli, le zie e le nonne, che magari immaginavano il più classico dei matrimoni per il loro nipotino e devono rivedere i loro programmi. Soffrono, ma è una sofferenza positiva che li avvicina alla diversità e crescono. Quello che mi ha stupito di più della sofferenza della mia famiglia è la loro totale mancanza di riferimenti e appigli. L'omosessualità è entrata dalla porta principale di casa come una novità assoluta scorata da una pessima immagine. Con molto dialogo ho cercato di far mutare ai miei genitori e familiari la loro prospettiva. Ho cercato di fargli comprendere, avvicinandoli al mio mondo, che questo è perfettamente normale.

Come vivono i giovani l'omosessualità nel nostro paese, oggi? Se dovesse fare un suo quadro, di quali colori e trame sarebbe? Come rappresentazione artistica può andare il Giudizio universale. C'è proprio tutto, inferno purgatorio e paradiso, ed è quello che vivono gli omosessuali giovani oggi in Italia: da chi soffre le pene dell'inferno a chi vive serenamente la propria condizione anche in famiglia e nel gruppo di pari. Quelli in paradiso stanno aumentando se dio vuole.

Da giovane giornalista quale è, come legge e ascolta la relazione fra i media e le tematiche, così come le problematiche, legate al mondo dell'omosessualità? Ci sarebbe moltissimo da dire. Ci sono ancora difficoltà e distinguo. Il rapporto non è sereno. C'è la ricerca del caso tragico o umano da piazzare in prima pagina. Non ho mai letto un articolo, e se ve ne sono, sono molto rari, sulla serenità gay. Mi sembra incredibile.

In fondo, ognuno di noi ha una sua abilità e diversità che cerca di esternare, così come di proteggere dal mondo esteriore. La diversità, un giorno, potrà essere una riconosciuta ricchezza dell'umanità? Oddio non ho la sfera di cristallo, ma non possiamo che sperarlo, per tutte le diversità. E magari anche sbatterci per cambiare qualcosa...

Per saperne di più su Stefano Bolognini si può visitare il suo sito web: www.stefanobolognini.it