Oviesse chiede scusa alla giovane disabile allontanata dal grande magazzino

di Anna Laudati
Una brutta storia con un lieto fine (di Monica Scotti)

disabilit_2.jpgEra il 16 gennaio. Anna Rita Marino, ventenne di Diano Marina, in provincia di Imperia, viene bruscamente allontanata dal negozio in cui era entrata a fare compere con un’amica. La causa? La giovane, disabile dalla nascita, è costretta a spostarsi su di una carrozzella elettrica con tettoia e il direttore del grande magazzino (punto vendita della catena Oviesse) esige un’assicurazione idonea per lasciarla passare.

Annarita viene aggredita verbalmente e obbligata ad allontanarsi perché con quella sedia a rotelle che le permette di muoversi “avrebbe potuto investire i clienti”.  Insieme a lei, spinti dalla solidarietà, abbandonano il negozio altri avventori che hanno assistito alla scena.“Cosa intende fare qui dentro?” Così viene accolta nel magazzino la ragazza disabile che lavora come impiegata alla Croce d’Oro di Cervo.

 

Ma l’amica che l’accompagna non si scoraggia e una volta fuori chiama i carabinieri. Solo il loro intervento riesce a convincere il direttore dell’esercizio a lasciar entrare la ragazza. L’uomo si giustifica, davanti allo stupore dei militari dell’Arma, sostenendo che temeva si trattasse di un veicolo non omologato che avrebbe impedito agli altri clienti di muoversi liberamente tra gli scaffali. In seguito sosterrà di non essersi accorto che la ragazza era una disabile e di aver scambiato il mezzo su cui si spostava per un normale ciclomotore.

 

Al brutto episodio, tuttavia, non segue una regolare denuncia: Anna Rita si accontenta del rimprovero rivolto dagli uomini in divisa a chi l’ha fatta sentire discriminata. «A me queste cose dispiacciono non perché qui sopra ci sono io e ci dovrò stare per tutti i giorni della mia vita, per sempre, ma perché anche se io camminassi e vedessi una cosa del genere mi arrabbierei comunque perché la sensibilità verso chi sta peggio di noi è un dato fondamentale per qualunque persona» si limita a commentare.La vicenda, che è di quelle che smuovono la coscienza della gente, già risvegliata dalla fine ingiusta della 50enne disabile di Napoli, morta per un infarto il 9 gennaio scorso in seguito all’ennesima rapina, non si conclude però all’insegna dell’amarezza.

 

Dopo le scuse telefoniche dei vertici dell’azienda e la promessa di un’approfondita indagine interna che accerti le esatte dinamiche di quanto successo (nei confronti del direttore del punto vendita sono stati presi provvedimenti disciplinari in risposta al suo comportamento definito “inqualificabile” dai portavoce aziendali) ecco arrivare un invito.  Il direttore generale della catena Fabio Pampani ha chiesto ad Anna Rita di tornare sul luogo, teatro del pesante atto discriminatorio, per poterla accompagnare di persona fra le corsie del grande magazzino imperiese.