“Forse non tutti sanno che ogni anno nel mondo muoiono venticinque lingue: un fenomeno di dimensioni spaventose" (Claude Hagège, in “Morte e rinascita delle lingue”). Intervista a Giorgio Pagano, segretario dell'ERA (di Gianfranco Mingione)
Perché nasce l'ERA e quale è, oggi, la sua missione? Attraverso quali strumenti e politiche l'ERA cerca di arginare e contrastare il fenomeno della discriminazione linguistica? L'E.R.A., Esperanto Radikala Asocio, Associazione per la Democrazia Linguistica, è nata il 25 aprile del 1987 con l’obiettivo di impegnarsi nella difesa dei diritti linguistici, per l'equa comunicazione internazionale, per il federalismo linguistico europeo.
Attualmente, sia in Italia che in Europa, i diritti linguistici non sono tutelati e si assiste ad una sempre più pericolosa iniquità tra coloro che parlano dalla nascita la lingua dominante - l’inglese - e coloro invece che sono costretti ad apprenderla lungo tutto il percorso di studio e formazione. In Italia, è il 73% dei giovani che ritiene che il sistema linguistico europeo, incentrato sull’utilizzo di una lingua franca di comunicazione (l’inglese), favorisca i giovani di lingua madre inglese rispetto a tutti gli altri. Le Istituzioni Europee, le quali riconoscono il principio ineluttabile della diversità linguistico-culturale, sono le prime ad operare una politica non multilingue ma discriminatoria nei confronti dei cittadini europei non anglofoni: basti pensare ai bandi per funzionari europei così come per tirocinanti presso le istituzioni attualmente pubblicati nelle sole lingue inglese, francese e solo in alcuni casi anche in tedesco. In questi giorni stiamo pubblicizzando uno studio economico “sull'iniquità linguistica” in Europa ad opera di un economista ungherese il quale ha stimato che il “tutto inglese” veicola verso il Regno Unito un flusso di danaro pari a 350 miliardi di euro l’anno (dati 2005) equivalenti a oltre il 3% del PIL dell'Unione europea: secondo le stime dello studio da lui condotto, i cittadini dei Paesi non anglofoni, come l’Italia, pagano in modo più o meno palese circa 900 euro pro capite annui al Regno Unito. Per tutti questi motivi l’ERA si batte affinché in Italia sia tutelato il diritto di studiare più lingue comunitarie a scelta, di lavorare nella propria lingua e, sul fronte Europeo, difende le pari opportunità per tutti i cittadini membri attraverso l'informazione, lo studio delle politiche linguistiche associato all'economia e la denuncia delle discriminazioni linguistiche alle istituzioni e governi.
I giovani del servizio civile, presenti presso l’ERA, sono impiegati in diverse attività. C’è un legame fra questa esperienza, basata su un ulteriore modo di difendere la patria, e le lotte portate avanti dall’ERA nella difesa dei diritti linguistici? In che modo il servizio civile all'ERA contribuisce alla difesa non violenta e pacifica del paese? Da quando in Italia è stato istituito il servizio civile volontario, l'ERA impegna i suoi volontari per l'affermazione di valori quali la nonviolenza, la tolleranza e il rispetto alla diversità attraverso la lotta alle discriminazioni linguistico-culturale e la promozione della democrazia linguistica”. Presso le sue sedi di Roma, New York e Bruxelles, l’ERA porta avanti progetti come il “Translimen” per la democrazia linguistica; “Adotta una lingua, salvi un popolo!” per la difesa delle culture e delle lingue dei popoli indigeni; “Mnemosine” sugli archivi della nonviolenza; “Verde stella” per le malattie gravi e/o incurabili.
Fiore all’occhiello dell’ERA è il Dipartimento Giovani, molto attivo e con un profilo d’azione che si irradia in un’ottica internazionale. Come e quali sono le più significative progettualità portate avanti dai giovani al suo interno? Il Dipartimento Giovani, composto da giovani provenienti da tutte le parti del mondo, è composto da militanti, studenti universitari, neolaureati che svolgono un tirocinio, volontari del Servizio Civile, impegnati in quattro diversi progetti, di cui uno internazionale. L’ impegno del Dipartimento Giovani è stato riconosciuto anche con l'inserimento di un nostro progetto all'interno del Manifesto Programmatico delle attività del 2009 del Forum Nazionale dei Giovani, nell’ambito delle progettualità della Commissione Inclusione Sociale: a partire dal mese di giugno, un seminario sulle discriminazione linguistica in ambito giovanile sarà realizzato in tre città italiane rappresentative, Roma, Torino e Napoli. Inoltre, i nostri giovani volontari, in aprile terranno un laboratorio sulla Lingua Internazionale (detta Esperanto) a bordo dell'ESNtrain, il treno speciale che attraverserà l'Europa per festeggiare i 20 anni dell'associazione Erasmus Student Network International. L’ERA rivolge un accorato invito ai giovani volenterosi che vogliono partecipare attivamente in queste battaglie di democrazia linguistica anche facendosi promotori dell'apertura di nuove sedi ERA nelle loro città. Un’ulteriore modo per rendersi protagonisti di un nuovo movimento giovanile in cui la coscienza della propria cultura e l'apertura alla transnazionalità sono gli elementi fondamentali.
Domenica 19 febbraio 2009 l’ERA ha organizzato la manifestazione nazionale in difesa dell’insegnamento della seconda lingua comunitaria nelle scuole. Quali speranze ne hanno mosso la realizzazione e come è andata? L'idea di una mobilitazione nazionale per la tutela della seconda lingua comunitaria nelle scuole superiori di 1°grado nasce da una protesta, che va avanti da diversi mesi, contro il decreto Gelmini. Da quest'anno in Italia si potranno dedicare le ore della seconda lingua comunitaria per potenziare l'inglese mentre in Europa si promuove lo studio di due lingue oltre la materna. Questa condanna a morte della seconda lingua, insieme all'obbligatorietà dello studio della lingua inglese, oltre a creare forti discriminazioni occupazionali all'interno del corpo docente, avvia le nuove generazioni verso l'affermazione della monocultura minando così ogni caposaldo della democrazia.
Nel corso della manifestazione, tenutasi lo scorso 22 febbraio a Roma, alle quali hanno partecipato diverse associazioni nazionali del mondo della scuola, dei precari e degli insegnanti delle lingue straniere, l'ERA si è fatta portavoce della proposta in cui si chiede al Ministro Gelmini, attraverso una lettera, “d’avviare una discussione approfondita sulle più opportune politiche linguistiche pubbliche d’insegnamento delle lingue straniere e, in particolare, sugli effetti economici da queste generati”. Da qui l’obiettivo principale dell’iniziativa: la richiesta di vagliare approfonditamente la migliore politica pubblica d’insegnamento delle lingue straniere e delle pari opportunità anche tra i popoli europei. Questo, per noi sarà solo un primo passo di un lungo cammino che ha come obiettivo quello della difesa della democrazia e delle pari opportunità. Oggi difendere la seconda lingua comunitaria significa difendere la democrazia e la patria.