8 marzo: "Viva le donne"

di Anna Laudati
Dostoevskij: “La donna?! Solo il diavolo sa cos'è: io non ci capisco niente” (di Bruna Caiazzo) 

foto_fine_anni_40_inizio_anni_50.jpg8 marzo 1908: sono passati ormai più di 100 anni da questa data. Quel giorno, nell'industria tessile “Cotton” di Chicago venne appiccato un incendio e le 129 operaie prigioniere all'interno, morirono arse dalle fiamme. Impossibile dimenticare e non commemorare quel tragico evento con un fiore-simbolo che è quello della mimosa. In Italia questa “festa” cominciò ad essere celebrata solo dopo la prima guerra mondiale per poi essere interrotta con l’avvento del fascismo. Dal 1946, attraverso i vari riconoscimenti economici, politici e sociali, e soprattutto a partire dai ferventi anni ’70 , l’8 marzo è  ritornato ad essere rievocato.

I movimenti femminili negli anni, si sono adoperati attivamente per la legge sulla parità dei sessi, per il diritto al divorzio e all’aborto. Un percorso che si snoda in oltre un secolo di storia; facendosi portavoce di due obiettivi principali: l’emancipazione e la liberazione delle donne. E negli anni ci è riuscito e  come!!!! La figura femminile, attualmente, è presente ormai in qualsiasi campo; dal sociale, alla politica, dal teatro all’ informazione, dal cinema alla famiglia. Non è più solo la “Desperate Housewives” che si occupa del marito e dei figli; che pulisce e cucina. Non è più semplicemente bella. E’ di una bellezza ricca, matura, fascinosa; di chi se l’è conquistata, di chi si piace, di chi “lavora” su  se stessa  e tiene alla sua dignità di donna.

Non si può sempre rimanere nel clichè brutta e intelligente, bella e sciocca! Proprio in questi giorni una dottoranda in letteratura latina, Gail Trimble, e’ divenuta la “ Maradona” dei quiz universitari; dividendo il Regno Unito in due blocchi: chi la trova un odiosa secchiona, che si dà arie, di quella troppo intelligente per essere vista come una vera donna, e chi invece la vede addirittura sexy magari con qualche ritocchino in più. La reazione al caso “Trimble” mostra come, le donne sveglie  e competenti siano ancora poco tollerate. Come scrive il Times: “Il cervello femminile e’ attualmente mal visto non solo dagli uomini ma anche tra le ragazzine che crescono in difesa di icone pop-anoressiche e amichette galline”.

 

Che la donna non sia solo gambe, lo hanno testimoniato innumerevoli volti femminili che hanno lasciato un segno nella storia di ieri e di oggi.Ricordiamo ad esempio nomi illustri come: Indira Gandhi, Elisabetta I d'Inghilterra, Maria Montessori, Rita Levi Montalcini, e in un ultimo non per importanza ma in ordine di tempo  la cardiologa Maria Grazia Modena, famosa ricercatrice italiana ma soprattutto prima e unica donna presidente della Sic (la Società italiana di cardiologia), e primario al policlinico di Modena. La bellezza femminile inoltre e’ da sempre decantata in poesie, canzoni d’amore, opere d’arte di cui e’ stata continua musa ispiratrice. E’ proprio in occasione di questa festa che sotto lo slogan “La donna nell’Arte” il MIBAC ha organizzato un ricco programma gratuito fatto di concerti, mostre, laboratori, dibattiti e qualsiasi evento in grado di rappresentare l’arte al femminile nel tempo e nello spazio.

 

Dopo le grandi trasformazioni del ruolo della donna nella società, avvenute nel XX secolo, permane una grande incertezza su cosa comporti essere donna oggi e su cosa significhi esprimersi in libertà.In questo contesto, il ruolo dell’arte risulta molto importante, perche’ in grado di esprimere la realtà in maniera universale, superando ogni tipo di barriera culturale. Ancora, in coincidenza con la festa della donna esce in tutti i cinema italiani, il film “Due Partite” di E. Monteleone che rappresenta una vera celebrazione della forza femminile. Queste le parole del regista: “ Gli uomini di fronte alle difficoltà spesso si deprimono, le donne invece sono più capaci di rimettersi in pista, riprendersi la propria vita con vitalità e allegria. Ed e’ questo che il film vuole raccontare.”

 

Il termine donna non e’ solo sempre coincidente con bellezza ma anche con violenza. Infatti, mai come in questo periodo si sono riproposti con preoccupante frequenza abusi e soprusi contro il cosiddetto “sesso debole”. Ecco il motivo per cui sono stati creati una serie di sportelli anti-violenza nelle varie città d’Italia. Ma ricordarsi delle donne solo il giorno dell’8 marzo può sembrare banale e restrittivo.Non bisogna dimenticare mai che il ruolo della donna nella società resta forte e determinante soltanto lavorando insieme; modificando il nostro vivere di donne.

 

E sarà veramente una conquista solo se non saranno i nostri nomi o i nostri volti ad essere ricordati, ma saranno le azioni che avremo portato avanti con coraggio e determinazione, sarà la consapevolezza che daremo a tutte noi di essere, insieme all’uomo, l’altro polo dell’universo. Il mio augurio personale e’ che le donne continuino a sfruttare sempre quei dieci minuti di vantaggio che hanno sull’uomo da quando Eva ha morso per prima il frutto dell’albero della conoscenza.