Il fioretto della Pasqua 2009? Niente sms per i venerdì di quaresima

di Anna Laudati
L'idea è del vescovo di Modena, Benito Cocchi appoggiato dall’ Azione cattolica e degli scout dell'Agesci. Il "No-sms day" per tutti i venerdì di Quaresima. La Chiesa alle prese con la responsabilità sociale. Diverse le iniziative di riflessione e “sociali” in occasione della Quaresima (di Gianfranco Mingione)

sms-rail_cutout150.jpgLa Chiesa ha sempre compreso, seppur con i suoi tempi, l’importanza della comunicazione, sociale ed in tutte le sue declinazioni, che può essere veicolata attraverso l’uso dei mass media. Dall’utilizzo della radio, ai giornali e alle tv, la Chiesa ha sempre sfruttato appieno i vari canali comunicativi per irrorare nell’etere la parola del Signore, e non solo. Non ha stupito più di tanto, qualche tempo fa, vedere l’apparizione di alti prelati, in onda sul noto sito web che consente la condivisione di video, “You Tube”, pronti a comunicare ed a diffondere l’evangelizzazione attraverso i social media.

Comprendere e sfruttare un mezzo, ad esempio: uno strumento potente, come quello che ci permette di comunicare,  è a volte solo questione di tempo. Ma è interessante notare anche come la Chiesa, o meglio alcuni suoi esponenti, cerchino di rivalutare, per alcuni periodi dell’anno, i nuovi strumenti del comunicare come il telefono cellulare, che poi tanto nuovo non è. Succede a Modena, dove - il Centro missionario della diocesi - ha lanciato una nuova iniziativa:  il digiuno comunicativo mass mediale ogni venerdì di Quaresima.

 

Perché può risultare così interessante tale iniziativa? Potremmo considerarla una “mossa” tattica per riavvicinarsi anche ai fedeli più giovani? Interessante è, sicuramente,  leggere in queste iniziative come la Chiesa ed i suoi preti, vescovi e fedeli tentino di avvicinarsi e comprendere, in primis ed in questo caso, i mass media. E ancor più interessante è notare la rilettura che, di questi mezzi, si vuole riproporre, oltre a legare tale azione a un dato molto significativo:  “Le nostre dita che scrivono coi tasti — menziona il volantino del Centro Missionario diocesano — corrono su un materiale, il coltan, fondamentale per la tecnologia dei telefoni e proveniente per l’80 per cento da una regione del Congo, il Kivu, dove la guerra civile ha causato oltre quattro milioni di morti negli ultimi dieci anni. L’estrazione e il commercio di questo minerale da parte di potenti multinazionali occidentali alimenta la guerriglia” (ndr, http://quotidianonet.ilsole24ore.com).

 

Rilettura e riutilizzo del mezzo, oltre allo sposare una causa collettiva:  marketing sociale o ancor meglio responsabilità sociale, stavolta non applicata all’azienda e al mondo economico d’impresa, ma realizzato da un’istituzione religiosa. In questo potrebbe anche scorgersi un modo ulteriore, per la Chiesa, di riavvicinarsi ai giovani, colpendo la loro curiosità con azioni “dis-comunicative” come questa. In questa è significativo l’invito del volantino a recuperare la comunicazione fisica, fatta di sguardi e presenza concreta, a discapito, ma non sempre, della cosiddetta “Komunicazione” dei messaggini, che i giovani tanto utilizzano fra di loro.E non vi è nulla d’ incoerente, quindi, se da un lato ci sono uomini di Dio che usano il web per portare la parola del Signore, altro mezzo peraltro molto utilizzato dai giovani per interagire, e dall’altro c’è chi ne limita l’uso in alcuni giorni. Sapientemente, non si cerca di denotare negativamente il telefono, ma si vuole, con questa iniziativa, invogliare le persone a recuperare la cosiddetta comunicazione del “faccia a faccia”.

 

E nel farlo si lega tale iniziativa a una causa sociale: la guerra e la povertà nel mondo. Il principio che è alla base dell’iniziativa non ha un senso estremo, ma vuole provocare, certamente, in maniera intelligente, la sensibilità delle  persone provando ad avvicinarle ai drammi che si consumano quotidianamente sul globo.L’importante è sapersi districare, non essere mai estremi, soprattutto nei confronti di un mezzo così conosciuto e popolare, oltre che utilissimo nel caso di interazioni affettive, amichevoli o economiche, che solo grazie ad esso possono essere gestite a notevoli distanze geografiche. Appare, altresì,  importante non trascurare, come giustamente viene affermato nel volantino,  i rapporti umani e le cause sociali che affliggono il nostro mondo.

In ultimo, è curioso dare uno sguardo anche ad altre iniziative lanciate in altre città, da altre diocesi: a Trento, dove la diocesi ha redatto un calendario di “astensioni”, da praticare una per ogni domenica di quaresima; a Venezia  dove il Patriarca ha dato il via alla campagna “imbrocchiamola”, volta a favorire l’uso dell’acqua del rubinetto a discapito dell’acqua minerale in bottiglia. La Chiesa del nuovo millennio, non c’è che dire, non smette di stupire e stavolta ci sembra in positivo.