Alcool: quando si è "grandi" a 21 anni

di Anna Laudati
Una soluzione potrebbe venire dal diffondere la cultura del bere responsabile (di Andrea Sottero)

alcool1.jpgIn Francia sta per essere approvato un disegno di legge che vieta la vendita di alcolici ai minori di 18 anni. In Italia, da più parti, si richiede lo studio di una normativa simile. Due dei principali produttori di vino al mondo, dove da sempre la cultura del bere “sano” e con moderazione era diffusa anche tra i giovani, hanno visto crescere in  modo esponenziale i casi di abuso di alcool da parte di teenager e ventenni.

 

Viene da chiedersi se anche questo problema non sia il frutto, in un certo senso, della ormai arcinota globalizzazione. Nei Paesi anglosassoni, per esempio, il rapporto complesso della gente con l’alcool ha radici ben più lontane e lo scambio continuo e incessante, tra noi e loro, di tradizioni, abitudini e valori degli ultimi anni, può aver giovato alla sua diffusione. L’Italia ha esportato la dieta mediterranea e alcuni tra i vini più pregiati al mondo e ha importato della buona musica e, forse, l’abitudine a ubriacarsi per il gusto di farlo. Visto che abbiamo importato il problema, i legislatori stanno pensando bene di importare da quei Paesi anche le soluzioni, fissando, in primis, limiti di età più alti per il consumo e l’acquisto delle bevande a gradazione alcolica. Al di là dei dubbi su quanto le soluzioni copiate altrove possano funzionare in un contesto che bene o male è diverso (ebbene sì, nonostante la globalizzazione esistono ancora delle differenze), viene spontaneo chiedersi se quelle soluzioni funzionano davvero dove sono applicate da decenni. Prendiamo il caso degli Stati Uniti, dove l’età per bere è 21 anni.

 

I controlli sono ferrei. Apparentemente non si entra nei locali (bar e pub) dopo le 8 di sera senza un documento d’identità. Provare per credere: chiedono il documento anche a signori attempati che i 21 se li sognano da un pezzo. Nei negozi di bevande, gli alcolici sono in reparti separati, spesso sorvegliati, neanche si trattasse di pornografia o armi. Anzi, accedere ai negozi di armi è senza dubbio di gran lunga più semplice. E’ vietato bere alcolici per strada quasi ovunque: se alcune città sono più tolleranti, sono poche quelle in cui non si rischia, in ogni caso, come minimo una sanzione (Las Vegas, ovviamente non poteva che essere una delle eccezioni!). Le regole, naturalmente sono fatte per essere infrante: non solo consumare bevande alcoliche prima dei 21 anni è normale nelle abitazioni private (alle feste universitarie si versano fiumi di birra), ma anche nei locali, volendo, si trova sempre il modo per entrare. Chi utilizzando documenti falsi, chi, come Annie, 20 anni, che entra senza problemi in tutti i bar della sua città, facendo leva sulla sua rete di conoscenze e sul suo sorriso seducente. 

In ogni caso viene da chiedersi: tutto questo, funziona? Se funzionasse nessuno obbietterebbe che il sistema presenta macroscopiche contraddizioni: in molti Stati è possibile guidare l’auto a 16 anni e a 18 si ha l’età legale per esercitare il diritto di voto, tanto per citarne due. Vale a dire che a 18 anni non si è abbastanza grandi per bersi una birra, ma lo si è per eleggere il Presidente degli Stati Uniti.  A giudicare dal numero di ubriachi che si incontrano la sera nei bar, la risposta è senza dubbio no.  C’è chi come Kelsey, 19 anni, studentessa al college resta convinta che sia in ogni caso una legge giusta, perché, dice, a 18 anni, in America, non si ha generalmente la maturità necessaria per saper bere. L’impressione è che se non la si ha a 18, difficilmente la si avrà a 21 e, con ogni probabilità, continuerà a latitare anche attorno ai 28. 

La sensazione è che fin quando non si introduce (o reintroduce!) gradualmente, ma con ferrea continuità una cultura del bere responsabile, fino a quando non sarà diffusa ad ogni età, ma soprattutto tra i giovani, l’idea che le bevande alcoliche non sono un demone, con il fascino del proibito e della conquista, bensì qualcosa da gustare e apprezzare, i divieti saranno soluzioni semplici, ma dall’efficacia assai limitata.