Erika e Omar tra meno di due anni liberi: a Matrix i video delle loro bugie e confessioni

di Anna Laudati

Quei teneri ragazzini che oggi hanno 23 anni, sono stati i protagonisti di uno tra i delitti più violenti e inspiegabili mai accaduti. Entro due anni Erika e Omar saranno liberi. Il 4 marzo scorso se n’è parlato a Matrix. E’ polemica fra i giovani sul web (di Monica Scotti)

erika_b1--180x140.jpg«Mio fratello urlava tantissimo, urlava mamma, papà, Erika. Ho visto che gliel’ha data così (la coltellata –ndr)... quello (uno dei due presunti aggressori -ndr) è andato nel bagno e ha socchiuso la porta. Aveva dei guanti gialli. Mio fratello era sempre seduto lì per terra che sanguinava. E l’acqua c’era nella vasca da bagno ... l’acqua ... Poi lei (la mamma - ndr) mi ha preso, mi ha sporcato le mani. Cioè mi ha preso con la mano sporca di sangue e mi ha detto “Scappa”. E io sono corsa giù».

 

Con queste parole Erika De Nardo descrive agli investigatori quello che sostiene d’aver visto nel villino di Novi Ligure, dove due giorni prima (il 21 febbraio 2001) sua madre Susy e il fratellino di soli 12 anni sono stati massacrati con cento coltellate. Racconta e mima tutto quello che dice di avere fatto, traccia l’identikit di due balordi, forse albanesi. Un racconto terribile, un racconto completamente inventato. Si è scoperto presto che a compiere quell’atroce omicidio era stata proprio lei, Erika, allora sedicenne, con la complicità del fidanzatino Omar.

A distanza di 8 anni i video coi sopralluoghi nel villino dell’orrore e degli incontri dei due giovani assassini con lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, sono finiti in televisione, trasmessi da Matrix, il programma di Canale5 ora condotto da Alessio Vinci (succeduto al “dimissionario” Enrico Mentana). La decisione di mandare in onda i filmati in cui si vedono i due ragazzi mentire lucidamente e parlare di quegli attimi di follia con apparente distacco, però, non è piaciuta al pubblico del web. Sono fioccate, infatti, le critiche “urlate” su blog e forum. Si parla di scelta strategica dettata dalla volontà di fare audience (scelta premiata in effetti da uno share del 18,04%, per la serie “forse non mi piace ma di sicuro lo guardo”), di degenerazione dei talk show, di morbosità e voyeurismo.

Ad essere critici sono soprattutto i giovani, che stentano a riconoscersi nel ritratto di una gioventù omicida che non sa spiegarsi il perché della propria follia. «Secondo me – racconta Erika a colloquio con lo psichiatra parlando della sua storia con Omar - ci siamo talmente ammalati l’uno dell’altro che ... perché non si perdono certi valori, adesso lo capisco che non si possono perdere certi valori ... Proprio eravamo ammalati l’uno dell’altro, io lo sono ancora purtroppo. Eravamo talmente uniti, talmente appassionati, talmente – si interrompe, cerca di spiegare il perché dell’orrendo delitto ma non ci riesce, a tratti ride -... Secondo è stato uno sfogo del nostro litigio che era magari più serio degli altri e quindi ... non eravamo più noi perché non penso che sia l’effetto del Negroni». Omar confessa di “sentirsi usato” da Erika, parla di “scuse” per convincerlo a commettere l’omicidio «Diceva che loro (i genitori di Erika - ndr) “non mi fanno uscire perché voglio vivere con te”».

Il pubblico del web, si interroga nelle community chiedendosi se la pena inflitta ai due ex-fidanzatini sia adeguata, se il mostrare le loro immagini a pochi anni dalla scarcerazione sia giusto. «Mi viene da credere che il genere talk show abbia oltrepassato il punto di non ritorno», «Vedo le interviste alla ragazza... penso alla mamma... poi al fratellino... e mi viene da piangere», è il tenore dei commenti lasciati da ragazzi sulla vicenda sanguinosa di Erika e Omar.