Casal di Principe. Camorra: impero criminale o mentalità?

di Anna Laudati
A 15 anni dalla morte di Don Giuseppe Diana per mano dei sicari della camorra a Casal di Principe i napoletani lo  commemorano con un’ anteprima di “A camorr song” il video documentario realizzato a Napoli da Salvatore Sparavigna (di Chiara Marrazzo)

coverfronte_low.jpg“Si, la camorra siamo anche noi”: questo emerge in maniera prepotente dai pensieri degli oltre cento intervistati. Persone comuni, vittime delle mafie, magistrati, politici e studenti accomunati da una stessa forte presa di coscienza: con i nostri silenzi e le nostre  illegalità e intolleranze quotidiane alimentiamo una mentalità contribuendo a degradare il nostro territorio.

 

Ne resta meravigliato anche Salvatore Sparavigna, autore del video documentario: "Quando ho avuto l’idea di realizzare  questo lavoro non avrei immaginato una risposta così forte - ci racconta. Volevo solo provocare i Napoletani e smuoverli dalla loro inerzia, ed invece man mano che il progetto cresceva  ho capito che c’è molto da lavorare su noi stessi e la nostra dignità di popolo”. “Il dato confortante – continua Sparavigna – è che  non c’è rassegnazione  nel pensiero degli intervistati, ma voglia di rivalsa e di cambiamento. Questo è un ottimo punto da cui partire”. E così, un reportage nato quasi per gioco ascoltando i versi dell’omonima canzone degli A67, diviene  la base da cui partire per costruire  qualcosa di più grande.

Il fotoreporter napoletano ci spiega che il suo progetto è di non fermarsi ai 25 minuti di proiezione. “Stiamo lavorando per dare più spazio a questi pensieri - afferma -, per  diffonderli nella loro interezza,  trasmetterli alle giovani generazioni, affinchè le sinergie raccolte possano indurci a dire un No grande e forte a questo sistema e alla nostra mentalità”.  Sono già in programmazione una  serie di proiezioni del documentario nei teatri del Centro Storico  nella settimana che va dal primo aprile al 25 maggio, date scelte ad hoc per prenderne in prestito il valore simbolico  ed auspicare alla liberazione dall’illegalità e da un sistema lavorativo che a causa della sua precarietà non lascia spazio per superare la crisi di valori in atto. E’ poi in cantiere,  la realizzazione di un sito, che divulghi in maniera integrale le  risposte degli intervistati e la creazione di una redazione per dare spazio alle testimonianze dei cittadini.

“Ma il progetto è ancora più ambizioso – ci spiega Sparavigna - sono in corso trattative con la Provincia di Napoli affinchè il documentario diventi materiale di divulgazione nelle scuole. Questo è fondamentale per dare agli studenti gli input necessari a prendere  coscienza del degrado che è fuori e dentro di loro”. “Sono convinto – conclude il fotoreporter – che grazie ai liberi pensieri espressi dai loro concittadini, i ragazzi possono cambiare la mentalità”. La proiezione del documentario si terrà in anteprima stasera a Casal di Principe, in occasione della giornata della memoria per le vittime della mafia che l’Associazione Libera ha dedicato quest’anno a Don Giuseppe Diana. Un buon trampolino di lancio per il progetto che compirà i suoi primi passi trasformando il luogo simbolo del sistema criminale in uno spazio di riflessione e legalità.