"Giovani e grafologia"

di Anna Laudati

A Firenze duecento studiosi da tutto il mondo per IV Congresso Internazionale di grafologia (di Monica Scotti)

A distanza di sette anni dall’ultimo appuntamento, si è svolto a Firenze, il 6-7-8 marzo, il  IV Congresso Internazionale dedicato alla Grafologia, quest’anno incentrato sulle applicazioni possibili di questa disciplina nei settori del sociale e dell’indagine investigativa in relazione ai “giovani”.

La tre giorni di incontri e conferenze ha visto l’alternarsi di esperti e professionisti provenienti a vario titolo da paesi quali Belgio, Stati Uniti, Israele, Inghilterra, Francia e Germania. L’iniziativa, patrocinata dal Consiglio dei Ministri e dal Ministero della Gioventù, funge da stimolo per psicologi, sociologi, magistrati e docenti universitari a confrontarsi sulle potenzialità della grafologia, che, seppur ancora vincolata in Italia all’ambiente puramente accademico e quindi poco “inquadrata” dal punto di vista professionale, sembra capace di indagare e interpretare le  tendenze e i disagi delle nuove generazioni.Scarabocchi, disegni infantili, scrittura non sono solo semplici linee tracciate su un foglio bianco, ma una reale espressione del sé, un momento importante nell’apprendimento e nella crescita; sono un’autobiografia attraverso cui raccontiamo noi stessi.

 

Col dilagare sul web di strumenti di comunicazione come facebook, blog, myspace e gli sms si assiste a un mutamento del rapporto che i giovani hanno con la scrittura, ma non alla scomparsa di tale rapporto. La grafia si fa sincopata, telegrafica, evocativa, ma non perde la sua funzione nell’affermazione sociale dell’identità, dentro e fuori dal gruppo; non perde la capacità di raccontare i giovani a chi sa leggere questi segni. La grafologia si candida in effetti a diventare una chiave di lettura unica per avvicinarsi a problematiche adolescenziali, uno strumento da impiegare ad esempio come mezzo di approccio per studiare eventuali abusi sui bambini, come supporto all’interno delle scuole o addirittura, come già avviene in altri paesi, per indirizzare i ragazzi alla professione individuando aree critiche e potenzialità.