Brunetta sui giovani romani: "Sono guerriglieri e saranno trattati come guerriglieri"
L’Unione degli studenti: “Chiediamo le scuse e le dimissioni del Ministro” (di Giuseppina Ascione)
L' Onda è tornata, tirandosi dietro le solite polemiche. Mercoledì 18 marzo gli studenti romani sono scesi nuovamente in piazza a manifestare, scontrandosi con le forze dell' ordine. “Sono guerriglieri e saranno trattati come guerriglieri” questo il durissimo commento del Ministro Brunetta che è tuonato dalla sala stampa di Palazzo Chigi dove il Ministro della Funzione Pubblica si trovava in conferenza stampa con Maria Stella Gelmini, Ministro dell' Istruzione.
Un susseguirsi di polemiche e commenti hanno fatto seguito alle parole di Brunetta: “Non vedo protesta nella scuola - spiega - ci sono solo azioni di guerriglia da parte dell’Onda, ma nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti questo movimento non esiste”, poi aggiunge “sono un democratico” e quindi “credo più al voto che alla guerriglia”. Dichiarazioni forti che sembrano voler provocare gli animi degli studenti in subbuglio, in vista delle prossime manifestazioni. Non si è lasciato attendere il commento del PD: “Il ministro Gelmini, che conosco come persona moderata, sa bene” dice l’ex titolare dell’Istruzione Beppe Fioroni “che ascoltare gli studenti anche quando protestano, senza mai giustificare le violenze, è un dovere. Ma additarli genericamente come guerriglieri, soffiando sul fuoco e fomentando gli animi, è un atteggiamento irresponsabile del quale il ministro Gelmini non può rendersi spettatrice passiva”.
Ma le parole più dure a commentare le parole del Ministro Brunetta vengono, naturalmente, dagli studenti. “Un ministro della Repubblica non dovrebbe mai permettersi di definire dei giovani che esprimono il loro pensiero come dei “guerriglieri” da trattare come tali” - commentano i ragazzi dell' Unione degli studenti - “Mercoledì” afferma l’Uds “c’è stata un’aggressione di cui gli studenti sono state vittime. Quella di Brunetta è una dichiarazione degna dei peggiori regimi sudamericani, dove gli studenti sono equiparati a terroristi. Già il presidente del Consiglio in autunno aveva provato a usare metodi repressivi, invocando la polizia nelle scuole pur di reprimere la protesta, ma aveva incontrato la netta ostilità della società tutta. Chiediamo le immediate scuse e le dimissioni del ministro Brunetta. Non ci lasceremo intimidire”.
Ma il ministro di chiedere scusa non ci pensa nemmeno, queste le parole dette ad un giornalista de l'Unità che gli chiedeva se volesse scusarsi con gli studenti: “neanche morto, finchè ci sarà questa guerriglia auto-rappresentativa con le prime file che spingono e le seconde che filmano”, e aggiunge “non credo che una parola detta dal sottoscritto alimenti lo scontro”. Dunque non solo il Ministro Brunetta non sembra essere pentito delle parole dette ma, forse, sottovaluta anche la sua posizione rispetto alla vicenda. Al contrario, la ministra Gelmini, si tiene lontana dalle polemiche intorno all'università affrontando, invece, questioni come quella delle “quote” per gli studenti stranieri, dei finanziamenti e del discutissimo cinque in condotta. Cosa può offrire un Paese ai propri giovani quando questi, esercitando il proprio diritto a manifestare, vengono invece tacciati di essere “guerriglieri”, come se gli interessasse solo il subbuglio pubblico e lo scontro fine a se stesso?