Alex Zanardi. Una vita da campione

di Anna Laudati

Esistono delle persone che nascono con una marcia in più (di Veronica Centamore)

 

zanardi.jpgSono persone senza paura perché se la vivessero, come la maggior parte dei  comuni mortali… non oserebbero fino a quel punto e ne esiste una, in particolare, che ha fatto di più. Non si è fatta vincere da quella più grande: la paura di… non vivere più come aveva sempre vissuto a causa di un brutto incidente che l’ha resa, diversa da com’era, fisicamente ma sempre uguale nell’animo e nel coraggio. Un’irriducibile spericolato, insomma: Alex Zanardi.

Nasce a Castel Maggiore il 23 ottobre 1966. Inizialmente la sua famiglia si oppone alla spericolata passione del giovane Alessandro, a causa della morte della sorella in un incidente stradale. Ma Alex vuole sfidare il vento e nulla lo fa desistere da ciò. La sua carriera automobilistica inizia a 13 anni e nel giro di poco diventa un ottimo pilota. Dalla Formula 3 passa in Formula 3000 e poi un’escalation di vittorie e successi. La sua carriera di pilota, riassunta per sommi capi, registra 41 presenze nei Gran Premi di Formula 1, la vittoria nella Champ Car del 1997 e del 1998 ma il 15 settembre 2001 qualcosa va storto. Germania, sulla pista Eurospeedway del Lausitzring (famigerata anche per l'incidente costato la vita a Michele Alboreto), vicino Brandeburgo, quasi alla fine della gara, a tredici giri dal termine Alex rientra ai box per un rabbocco precauzionale di benzina; al rientro in pista, perde il controllo della vettura, che, dopo un lento testacoda, si posiziona di traverso, mentre sopraggiunge ad alta velocità il pilota italo-canadese Tagliani.

L’impatto è tremendo e violento, la vettura di Tagliani spacca in due quella di Zanardi all'altezza delle gambe del pilota italiano. Zanardi appare subito in condizioni disperate: lo schianto gli  provoca l'istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori. Sta praticamente per morire dissanguato. Dopo aver ricevuto l'estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, viene caricato sull'elicottero e trasportato all'ospedale di Berlino, rimane in coma farmacologico per circa due settimane. Ma quando tutto sembra finito nel peggiore dei modi… qualcosa accade. Alex incredibilmente si riprende. Palese è il grande handicap fisico che subisce ma Alex, da grande combattivo, quale ha dimostrato di essere più volte in pista, lo è anche nella vita. Una lunghissima riabilitazione e torna a camminare grazie all'uso di apposite protesi, immediato il rientro alle corse. Scherzando sulla sua menomazione ha affermato che, se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per rimetterlo in piedi, e che ora non rischia più di buscarsi un raffreddore camminando scalzo...

Nel 2003 torna nel circuito tedesco dove fu vittima del terribile incidente per ripercorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una vettura appositamente modificata. I tempi registrati sul giro sono velocissimi e gli avrebbero permesso di partire dalla quinta posizione se fosse stato iscritto al campionato. Grazie anche a questo, torna a correre e nel 2005 e alla vittoria aggiudicandosi a bordo di una BMW.  L’amico Claudio Costa, lo storico medico che cura i piloti del Motomondiale con la sua clinica mobile, la prima volta che lo vide sul suo letto di ospedale dopo il fatidico incidente disse: "Questo uomo tornerà a fare tutto quella che faceva prima, camminare, guidare, sciare e soprattutto portare in spalla suo figlio". Oggi Alex guida normalmente, tiene in spalla suo figlio, gareggia e, grazie ad alcuni sci speciali, riesce anche a sciare. Ma non finisce qui…Nel 2007 Partecipa alla maratona di New York, correndo su una handbike. Pur essendo alla prima esperienza in una gara del genere, si aggiudica un sorprendente 4° posto. E adesso: "Anch’io correrò a Padova". Torna a gareggiare nella Maratona del Santo in handbike. Ha infatti annunciato che il prossimo 26 aprile sarà al via della decima edizione della Maratona S.Antonio, partecipando nuovamente alla gara padovana dopo averci corso nel 2008. Questa sarà la sua terza maratona. L'amore per la maratona è molto più recente: "Per un amputato bilaterale di coscia come me è difficile anche solo pensare di poter praticare un'attività di carattere aerobico. Aldilà della canoa e di poche altre discipline, questa, a riguardo, è la più efficace".

Sembra che Alex sia sempre alla ricerca di qualcosa, come se stesse cercando nella corsa la possibilità di raggiungere quello che gli sfugge. Non è dato sapere cosa sia la causa di questa sua ricerca, quello che è certo è che, niente può fermare il cammino di un uomo che vuole andare avanti, non importa come e in che modo, ciò che conta è la maniera, la voglia, la tenacia e il non arrendersi mai ma anzi il reinventarsi attraverso la… fantasia. Grazie Alex perchè hai creato un sogno per uomini svegli. Quello di non smettere mai di amarsi, in qualunque forma e modo la vita ci cambi.