Medici Senza Frontiere. A.A.A. Crisi umanitarie 'adottasi'

di Anna Laudati
Dimenticanza dei media nei confronti delle grandi crisi umanitarie. Per contrastare il fenomeno Medici Senza Frontiere lancia la campagna "Adotta una Crisi Dimenticata" ( di Ivana Vacca) 

crisi_dimenticate_adotta.jpg“Why do the babies starve/  When there's enough food to feed the world/  Why when there're so many of us/  Are there people still alone/  Why are the missiles called peace keepers/  When they're aimed to kill/  Why is a woman still not safe/  When she's in her home”. Così Tracy Chapman, ventiquattrenne e alla prima e più importante esperienza discografica, esordiva chiedendosi Why?

Perché i bambini muoiono di fame quando ce n’è abbastanza per sfamare il mondo. Perché se siamo così tanti ci sono ancora persone sole. Perché i missili sono chiamati guardiani della pace quando sono pronti ad uccidere. Perché una donna non è sicura nemmeno nella sua casa. Domande che la cantautrice afroamericana riferiva con coraggio all’opinione pubblica nel 1988. Ma quanto oggi l’opinione pubblica è interessata a questioni così drammatiche, se non quelle più strettamente legate al proprio ambito geografico o culturale, e quanto spazio l’informazione dedica ai delicati problemi umanitari?

L’11 marzo scorso Medici Senza Frontiere ha pubblicato il nuovo rapporto 2008 sulle crisi umanitarie e i dati sulla loro diffusione mediatica. Crisi sanitaria nello Zimbabwe, catastrofe umanitaria in Somalia, situazione sanitaria in Myanmar, guerra nel Congo Orientale (RDC), malnutrizione infantile, situazione critica nella regione somala dell'Etiopia, civili uccisi o in fuga nel Pakistan nord-occidentale, violenza in Sudan, situazione dei civili in Iraqco-infezione HIV-TBC. Queste le 10 peggiori crisi umanitarie che risultano dall’analisi, realizzata da MSF in collaborazione con l’osservatorio di Pavia. Situazioni al limite nel quasi totale disinteresse della comunità internazionale.  I dati confermano un calo costante delle notizie dedicate ai contesti di crisi all’interno dei TG nazionali, il 6% nel 2008 rispetto all’8% del 2007 e il 10% del 2006.

 

Il 2008 è stato un anno elettorale, dalle elezioni nazionali a quelle statunitensi il palinsesto informativo ha lasciato poco spazio alle notizie relative alle crisi umanitarie. I riflettori si accendono solo quando la crisi diventa il contesto di un evento che coinvolge anche il mondo occidentale: così le Olimpiadi hanno portato la crisi tibetana agli occhi dell’opinione pubblica mondiale e la situazione in Iraq diventa notiziabile solo con gli attentati e i dibattiti politici che coinvolgono l’Italia e gli Stati Uniti. Le 130.000 vittime del ciclone Nargis pongono l’attenzione sul Myanmar, la malnutrizione infantile diventa fenomeno mediatico per lo più in occasione del vertice della FAO e l’epidemia da HIV in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS. I dati diventano imbarazzanti quando si scopre che sono 53 le notizie 2008 riservate alla tragica situazione del Darfur in Sudan, 12 quelle dedicate all’emergenza colera in Zimbabwe e appena 6 quelle dedicate alla grave situazione etiope, di contro alle 208 notizie destinate a Carla Bruni e le 33 riservate all’estate di Briatore-Gregoraci.   

 

MSF ha lanciato la campagna “Adotta una Crisi Dimenticata” con il patrocinio della Federazione Nazionale Stampa Italiana chiedendo un maggiore contributo alle redazioni giornalistiche e alle trasmissioni radiofoniche e televisive. Attraverso l’informazione si renderebbero più facili gli interventi nelle situazioni di maggiore emergenza. Tra le adesioni all’iniziativa, non solo i media  ma anche scuole di giornalismo e università, tutti chiamati a cooperare attivamente fino al prossimo rapporto in programmazione per il 2010.