Castelvolturno. Un corteo di 15 mila migranti in piazza contro razzismo e camorra
Sabato 18 aprile la città di Castelvolturno si sveglia nel villaggio globale e per un giorno l'Africa invade le sue strade. Immigrati, giovani, istituzioni del mondo politico ed ecclesiastico, uniti per dire no a camorra e razzismo! (di Giuseppina Ascione)
Suoni, colori, canti e quel jambè che non smette di suonare! Siamo a Castelvolturno, che per una mattinata ha visto sfilare nella sua strada principale, la via domiziana, centinaia di immigrati. Quegli stessi immigrati che ogni giorno lavorano, sfruttati, nei campi e nei cantieri del territorio. Il lungo corteo ha percorso i
Ma la manifestazione è stata anche l'occasione per ricordare i 6 immigrati che sette mesi fa, il 18 settembre 2008, hanno perso la vita in un insensato agguato di camorra. “Essere a Castelvolturno oggi costituisce un evento di importanza fondamentale – dice il sindaco Francesco Nuzzo - per la prima volta c'è la partecipazione di un popolo che vuole riportare la civiltà giuridica, morale e sociale sul nostro territorio”. E sono proprio parole come civiltà, solidarietà, tolleranza e lotta alla criminalità organizzata, che risuonano dai megafoni e dai microfoni dai quali gli esponenti delle comunità africane, gli esponenti delle istituzioni e delle associazioni si sono avvicendati.
“Per la prima volta stiamo manifestando a Castelvolturno, - dice Fabio, portavoce del centro sociale Ex canapificio di Caserta - questo uscir fuori, questo voler guardare avanti della gente che lavora, sfruttata nell'agricoltura, nell'edilizia, questa gente che vuole manifestare per i proprio diritti è un segnale importantissimo, il problema è che non c'è una legge per il permesso di soggiorno, che l'iter burocratico a cui sono sottoposti gli immigrati e lunghissimo, ed è per questo che spesso rimangono vittime di datori di lavoro fortemente collusi con la camorra”. “Il peso della camorra in questo territorio è fortissimo – continua – ed è collegato con il problema degli immigrati, la lotta contro la camorra e contro il razzismo deve unificarsi, con la strage dell'anno scorso ci siamo resi conto che questo nesso c'è ed è forte”.
Tantissime le associazioni impegnate in diversi ambiti che hanno sfilato fianco a fianco lungo il percorso della via Domitiana “Le questioni degli immigrati non sono assolutamente scisse dalle questioni dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere dalla discriminazione, - è la voce di Carlo Cremona, Presidente dell' Associazione I-ken di napoli – questi temi sono nel piano delle pari opportunità dell'Europa e sono stati un forte neo degli ultimi governi sia di centro destra che di centrosinistra. Bisogna essere uniti nelle lotte. Le categorie svantaggiate entrano più facilmente nel mirino della camorra, ma uniti possiamo contrastare questo fenomeno che si sta sempre più radicando nel nostro tessuto sociale e culturale. Anche quando si consuma bisogna usare la testa, pensare che acquistare un grammo di ashish equivale ad acquistare una pallottola”.
Tanti anche gli esponenti delle istituzioni che hanno voluto portare la loro vicinanza e solidarietà a chi vive con disagio queste terre. “Bisogna considerare i diritti dell'uomo come diritti umani non sovrani, solo così si possono sconfiggere camorra e razzismo – spiega l'assessore all' Immigrazione della Provincia di Napoli, dott.ssa Isadora D'Aimmo – gli immigrati sono il simbolo di questo degrado culturale, per la situazione in cui vivono sono più soggetti a rischi e quindi vengono sfruttati. Non ci sono diritti per loro, è la legge italiana che crea situazioni di clandestinità”. Ma l'obiettivo della manifestazione, come si legge in un comunicato diffuso dai coordinatori del CSA ex Canapificio è anche quello di “firmare un patto di Solidarietà con i castellani perché i cittadini italiani e stranieri possano liberarsi della camorra e costruire vera sicurezza sociale tramite il diritto al reddito, alla casa, al lavoro, alla salute, allo studio”.
«Questa manifestazione è importante – dice Padre Alex Zanotelli, missionario Comboniano – soprattutto per invitare la popolazione indigena di Castel Volturno ad una buona relazione con la popolazione africana» . Tra i tanti immigrati presenti a Castelvolturno c'è anche Peter, davanti agli striscioni, con orgoglio esibisce un cartellone dove sono riportati i nomi dei 6 africani trucidati a settembre: “Alcuni italiani di Castelvolturno sono razzisti! - ci dice Peter - noi siamo qui per contrastare la camorra perchè qui è difficile vivere. I camorristi ci chiedono sempre i documenti. I giovani sono per noi importanti ed è bellissimo vedere qui tanti giovani che camminano al nostro fianco. Voi siete bianchi, noi siamo neri, ma siamo tutti uguali, e se la camorra vede che siamo uniti possiamo sconfiggerla”.