Compagnia di Igiene Teatrale: "Strano ma…diverso"

di Anna Laudati

“Tu, tu che sei diverso/ almeno tu nell’universo…”  Inizia così, sulle note di una celebre canzone di Mia Martini, lo spettacolo della Compagnia di Igiene Teatrale per la regia di Nunzia Arfé in scena dal 23 al 26 aprile al Teatro Spazio Libero di Napoli, titolo: “Strano ma…diverso” (di Monica Scotti)

compagnia_digiene_teatrale.jpgPersonaggi dalla sessualità labile si muovono fra il pubblico e sul palcoscenico all’inseguimento di gag. “Anime” (Sara Niola, Vanessa Lista, Emanuela De Stefano, quest’ultima cantante) si mescolano non viste, come muse da  teatro greco,  ai protagonisti: Elena (Alexandra Racca), bellezza spagnola dall’aria un po’ frivola e annoiata; suo marito Fabio (interpretato da Antonio Lepre, autore della commedia), napoletano panciuto e frustrato nelle sue “voglie coniugali” dalla moglie sfuggente; Valeria (Olimpia Panariello), una nuova, esuberante vicina che di mestiere danza e che ha una relazione segreta con Elena e Maurizio (Alfonso Addio), un vecchio compagno di scuola, rigorosamente vestito di nero, da tempo innamorato dell’amico Fabio e in odore di iettatura.

Tutto è giocato su un doppio plot in lingua italo-napoletana, sulla comparsa di figure “secondarie” divertenti e inquietanti al tempo stesso come lo studente coatto e il postino molesto, entrambi interpretati da Emanuele Emione. Infine, come suggerisce il titolo, nella commedia si affrontano e si abbandonano due concetti: la stranezza del vero, la diversità di ciò che è strano. Gli attori della Compagnia di Igiene Teatrale sono tutti studenti dell’università L’Orientale e della Federico II, hanno dai 23 ai 27 anni e recitano per passione, una passione che sembra averli uniti quasi per caso. Alexandra Racca (Elena) è una di loro: “Mi sono avvicinata al teatro quando ero ancora al liceo. Avevo saputo da mia cugina che nella sua scuola (il Liceo poli-specialistico di Bacoli) il professore di lettere, Ernesto Salemme (fratello del più famoso Vincenzo) dava lezioni di recitazione, pensai di provare e una volta lì decisi di restare…mi piaceva!” - ha una voce allegra mentre parla del suo lavoro - “Lì non avevamo un copione: la trama, i personaggi, li creavamo insieme. Ho continuato a recitare all’università, provavamo nelle aule lasciate libere il pomeriggio, qualsiasi posto andava bene! L’anno scorso abbiamo partecipato anche al Festival del teatro universitario di Benevento, un’esperienza bellissima”.

c._igiene_teatrale.jpgUn anno fa nasce la Compagnia di Igiene Teatrale e con lei lo spettacolo “Strano ma..diverso” prende vita, a ottobre 2008 iniziano le prove. Ma come si “fa teatro” a Napoli? Quali sono le difficoltà che incontrano i ragazzi che si avvicinano a quest’arte? Lo chiedo ad Alexandra. Fare teatro è difficile, non posso negarlo. Se si hanno i soldi si va in una scuola dove si paga e ci si diploma, chi non può segue dei corsi gratuiti, anche se purtroppo non ce ne sono molti. Mettere in piedi uno spettacolo poi richiede grandi sacrifici e una buona dose di spirito “d’adattamento”: non è facile trovare un teatro che non chieda cifre importanti per gli spettacoli e conceda i propri spazi per le prove (in questo caso abbiamo avuto la fortuna di poter provare in casa di una componente della Compagnia); ognuno di noi ha contribuito materialmente alla realizzazione della scenografia: vestiti, arredo...sono tutte cose nostre “riciclate” per l’occasione. Una commedia interamente home-made! Ti sei mai chiesta perché lo fai? Eh si, e la risposta è semplice: la passione, l’aspetto “umano” del teatro. Sul palcoscenico si tirano fuori molte cose che ignoriamo di noi, interpretando un personaggio si mette sempre qualcosa di sé, qualcosa che magari non si ha il tempo di vivere nella vita “reale”, perché, come dice Fabio Volo in un suo libro “ci vorrebbero almeno cinque vite parallele”! Il teatro è come una magia: puoi assistere alla stessa commedia un’infinità di volte, non sarà mai la stessa commedia…c’è sempre qualcosa di diverso, di nuovo. Il teatro è esagerazione dei gesti, delle espressioni, perché tutti vedano, chi è seduto in prima fila e chi nell’ultima..il teatro è un eterno Carnevale che mi permette di essere quello che non sono nella vita di tutti i giorni, mi ha “trasformata” in Elena, frivola e seduttrice…chi sa cos’altro mi farà “diventare”?