Peppino Impastato una vita contro la mafia

di Anna Laudati

Peppino Impastato un giovane che sfidò non solo la mafia locale ma anche il volere del padre che era a sua volta implicato nella cosca di Cinisi, un giovane che si dedico alle lotte sociali e politiche, che fondò una radio per colpire il malaffare (di Sebastian Zappulla)

peppino.jpgImpastato fu ucciso prima delle elezioni comunali ove era candidato. Sono passati pochi giorni dall'anniversario della sua morte, ma nelle strade di Cinisi si sente forte la sua presenza grazie al corteo che ogni anno il 9 maggio sfila per le strade del paesino siciliano. Striscioni e slogan antimafia sventolano in un percorso che si snoda per quella via in cui lo stesso Impastato abitava, per poi proseguire verso la sede della famosa radio da lui fondata, “Radio AUT”.

La giornata termina con un bellissimo concerto in suo ricordo, cantando una delle canzoni più rappresentative della vita di Peppino che si chiama ‘cento passi’, da cui il film, perché da casa sua a quella del boss Badalamenti ne seguivano esattamente cento passi. Una delle scene più toccanti del film è proprio quando Peppino chiede al fratello: <<ci sei andato a scuola, sai contare ?>>  ... <<come contare ?>> ... <<come contare 1,2,3,4 sai contare ?>> ... <<si so contare>> ... <<e sai camminare ?>> ... <<so camminare>> ... <<e contare e camminare insieme lo sai fare ?>> ... <<si penso di si>> ... <<allora forza conta e cammina>> ... <<dai 1,2,3,4,5,6,7,8,9....>><<dove stiamo andando....>> ... <<forza conta e cammina>> ... <<piano>> ... <<90, 91,92,93,94,95,96,97,98,99 e 100 lo sai chi ci abita qua ?>> ... << amuninni pep... (andiamo peppino)>> ... << u z'u tanu ci abita qua. (lo zio gaetano, cioè badalamenti)>> ... <<parla piano...>> ... <<cento passi ci sono da casa nostra, cento passi, vivi nella stessa strada, prendi il caffè nello stesso bar, alla fine ti sembrano come te, salutiamo u z'u tanu, i miei ossegui pippino, i miei ossegui Giovanni, invece sono loro i padroni di Cinisi e mio padre Luigi Impastato gli lecca il culo come tutti gli altri, non è antico è solo un mafioso uno dei tanti>> ... <<è nostro padre>> ... <<mio padre, la mia famiglia, il mio paese, io voglio fottermene, io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda, io voglio urlare che mio padre è un lecca culo, noi ci dobbiamo ribellare prima che sia troppo tardi, prima di non accorgerci delle loro facce, prima di non accorgerci più di niente.>> 

Peppino deve essere visto come un uomo che ha sacrificato la sua vita per un bene comune che non ha colore politico, sicuramente aveva un suo ideale, ma la lotta alla mafia non ha colore di nessuna sorta ma è e deve essere trasversale, quindi Impostato deve essere un eroe nazionale e non di una sola parte politica, perché questo sarebbe un errore macroscopico. Peppino nasce a Cinisi il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La famiglia Impastato è bene inserita negli ambienti mafiosi locali: si noti che una sorella di Luigi sposò il capomafia Cesare Manzella, considerato uno dei boss che individuarono nei traffici di droga il nuovo terreno di accumulazione di denaro.

 

Dopo aver frequentato il Liceo Classico di Partinico si avvicinò alla politica, particolarmente al PSIUP, formazione politica nata dopo l'ingresso del PSI nei governi di centro-sinistra. Assieme ad altri giovani fonda un giornale, "L'Idea socialista" che, dopo alcuni numeri, sarà sequestrato: di particolare interesse un servizio di Peppino sulla "Marcia della protesta e della pace" organizzata da Danilo Dolci nel marzo del 1967: il rapporto con Danilo, sia pure episodico, lascia un notevole segno nella formazione politica di Peppino.

Nel 1975 organizzò il Circolo "Musica e Cultura", un'associazione che promuoveva attività culturali e musicali e che diventò il principale punto di riferimento por i giovani di Cinisi. All'interno del Circolo trovarono particolare spazio ìl "Collettivo Femminista" e il "Collettivo Antinucleare" Il tentativo di superare la crisi complessiva dei gruppi che si ispiravano alle idee della sinistra "rivoluzionaria" , verificatasi intorno al 1977 porta Giuseppe Impastato e il suo gruppo alla realizzazione di Radio Aut, un'emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi e la sua scelta nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale.

Nel 1978 partecipa con una lista che ha il simbolo di Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali a Cinisi. Viene assassinato il 9 maggio 1978,  qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini sono, in un primo tempo orientate sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante".

La verità sulla sua morte fu per anni taciuta, e nelle aule dei tribunali non vi fu giustizia fino all'11 aprile del 2002 quando la corte d'assise condannò all'ergastolo Gaetano Badalamenti, e anni 30 di carcere a Vito Palazzolo. La madre fu fino alla sua morte impegnata nella lotta per la verità contro la mafia e il silenzio mafioso. Si acquietò  solo quando vide condannati i mandanti e gli esecutori di quella strage prima dalla sua dipartita terrena che avvenne il 7 dicembre del 2004.
"Venne da noi un adolescente dagli occhi trasparenti e dalle labbra carnose, alla nostra giovinezza consunta nel paese e nei bordelli. Non disse una sola parola ne fece gesto alcuno: questo suo silenzio
e questa sua immobilità hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni. I miei occhi giacciono in fondo al mare nel cuore delle alghe e dei coralli.  Seduto se ne stava e silenzioso stretto a tenaglia tra il cielo e la terra e gli occhi fissi nell'abisso". (di Peppino Impastato, scritta poco prima di essere ucciso)