Giovani volontari si mobilitano (di Monica Scotti)
Arriva l’estate ed è tempo di festa al rifugio La Fenice di Ponticelli, una festa dal sapore un po’ amaro in realtà. Come ogni anno Melina dei cani, al secolo Carmela Vitale, ha organizzato con i volontari dell’ADLA (Associazione Difesa e Libertà degli Animali) un incontro per promuovere l’adozione di cuccioli, raccogliere fondi (anche con la raccolta di tappi di plastica da riciclare) e far conoscere la realtà del rifugio alla gente del posto. Non sono mancate musiche e divertimento, con l’abituale sfilata dei cagnolini fatti adottare dai volontari e il premio “Cane dell’anno”, assegnato a Fiammetta, una ex-trovatella (arrivata al rifugio per via “aerea”, cioè lanciata al di là della cancellata da persone senza scrupoli ansiose di sbarazzarsene) ....
.... che proprio qualche giorno prima che i suoi padroni la riportassero al rifugio perché di taglia troppo grande per la casa che l’ospitava, ha salvato la loro bimba di sette anni dalla furia di un rottweiler. Ma la festa è servita anche a sensibilizzare i ragazzi presenti e informarli del rischio che incombe sulla struttura: il Comune vuole chiuderla.
La Fenice, che ospita ora 150 cani, è una piccola oasi nel degrado generale di via Virginia Wolf, a Ponticelli, da dieci anni ormai è diventata il punto di rifermento di giovani che amano gli animali e ancora di salvezza di tanti cani maltrattati.
“Dopo aver battagliato abbiamo ottenuto un anno di proroga (sono già passati tre mesi), ma il Comune sembra essere intenzionato a sgomberarci, dopo tanti anni e tanti sacrifici per costruire questa struttura, tutto a spese nostre. Prima qui non c’era nulla, abbiamo avuto l’area in comodato d’uso, con i nulla osta necessari abbiamo sistemato le fogne, costruito box, recinzioni e un’infermeria, stavamo attrezzando un’area per la rieducazione di cani difficili o traumatizzati e per consentire agli ospiti del nostro rifugio di stare il più possibile liberi all’aria aperta. Ma dal Comune non arriva l’autorizzazione definitiva a costruire e senza quest’autorizzazione non è possibile il rilascio dell’autorizzazione sanitaria dell’Asl. Viene giustificato così lo sgombero. Insomma: qui non ci vogliono, pare che il piano regolatore preveda la costruzione di Centri commerciali, non di un canile”.
Ma i giovani volontari dell’ADLA non ci stanno. “Se ci sgomberano dove andremo? Dove sistemeremo i nostri cani? Melina ha speso tutto quello che aveva per costruire
la Fenice, non è giusto gettare via il suo e il nostro lavoro. Che almeno ci individuino un’area adatta ad ospitarci, un’area attrezzata come quella che abbiamo messo in piedi noi”- il coro delle voci è unanime, agguerrito. A dissipare l’amarezza arriva una piccola, buona notizia. Uno dei cuccioli del rifugio ha trovato casa, la sua nuova famiglia verrà a prenderlo la settimana prossima.