Studentesse vittime di molestie? A Cosenza apre uno sportello
Apprezzamenti fuori luogo, contatti indesiderati, discorsi allusivi…in una parola: molestie. A Cosenza ci pensa l'Università (di Monica Scotti)
Sono moltissime le donne che si trovano loro malgrado a vivere nei luoghi di studio e di lavoro situazioni lesive della dignità individuale che nei casi peggiori sfociano in vere e proprie aggressioni fisiche e causano disagio psicologico. E’ per arginare questi fenomeni persecutori che a Cosenza l’Università della Calabria attiverà il 18 giugno, grazie ai finanziamenti del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del consiglio, uno Sportello antimolestie. La presentazione avverrà in due distinte iniziative che avranno luogo la mattina al comune di Cosenza, e il pomeriggio nell'aula magna dell'Università, con la partecipazione di vari partner della rete locale antiviolenza: il comune di Cosenza, l'azienda ospedaliera, nonché diverse associazioni che operano contro la discriminazione di genere.
La responsabile del progetto, Giuliana Mocchi, ha affermato: ''La decisione è nata dal disagio espresso a più riprese da studentesse e lavoratrici che hanno denunciato 'attenzioni' da parte di docenti e personale amministrativo''. Il fenomeno delle molestie sul luogo di lavoro e in ambito universitario, infatti, sembra in aumento. L’iniziativa avviata a Cosenza si colloca nel quadro ormai consolidato dell’attenzione e disponibilità dell'ateneo a prestare ascolto ai disagi dei propri studenti e di quanti, a diverso titolo, frequentano il campus, ma sembra inserirsi anche nel più ampio quadro nazionale che, a fronte di recenti fatti di cronaca, è tornato ad interessarsi agli abusi commessi sulle donne. Risale allo scorso aprile, ad esempio, l’approvazione della legge anti-stalking che ha reso finalmente perseguibili quegli “atti persecutori” che molte donne erano costrette a subire in silenzio (telefonate, pedinamenti, minacce etc.).Le situazioni di offesa e sopruso vissute nell’ambiente lavorativo e di studio spesso limitano o pregiudicano il percorso di formazione della vittima innescando meccanismi di emarginazione sia psicologica sia lavorativa. Le molestie, come qualsiasi atto discriminatorio o lesivo della dignità della persona, mettono a dura prova l'autostima di chi le subisce. Questi comportamenti, se trovano un ambiente particolarmente tollerante verso atteggiamenti di "attenzione" insistenti, finiscono con l'essere considerati normali corteggiamenti o approcci scherzosi. L'umiliazione di chi li subisce non viene così valutata e si perde la libertà di esprimere se stessi in un ambiente di lavoro sereno in cui i rapporti interpersonali siano improntati alla correttezza e al reciproco rispetto.