Studentessa aggredita per aver difeso l'amico gay

di Anna Laudati
Fiaccolata di solidarietà a Napoli (di Monica Scotti)

20090626_iervol.jpg“Sono Maria Luisa…”  Si presenta così, in una lettera, la ragazza di Villa Literno che il 22 giugno scorso, verso le due del mattino, è stata aggredita a piazza Bellini a Napoli da un gruppo di teppisti, forse ubriachi. La sua colpa?  Aver difeso un amico gay da sfottò gratuiti, schiaffi e offese. Il suo gesto di coraggio l’ha pagato con una scarica di pugni e calci, a causa dei quali ha rischiato di perdere un occhio fra l’indifferenza e la paura di chi ha assistito al pestaggio senza intervenire.

Maria Luisa è una studentessa di 26 anni e la lettera che ha scritto è stata letta a piazza Bellini, già teatro di atti di violenza a sfondo omofobo (a settembre furono aggredite alcune ragazze omosessuali che festeggiavano il compleanno di un’amica), giovedì 25 giugno durante una fiaccolata di protesta contro razzismo e omofobia voluta dalle Associazioni lgbt di Napoli: Arcilesbica- I Ken- Arcigay. Centinaia le persone che hanno affollato gli spazi che incorniciano una delle più belle aree del centro storico, con gli scavi in evidenza e le panchine a due passi dal cuore artistico di Napoli (Il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella e l’Accademia di Belle Arti), un gioiello reso opaco dal degrado, e che hanno ascoltato le parole di Maria Luisa attraverso la voce commossa di Carlo Cremona, presidente di I-Ken, e Giordana Curati, presidentessa di Arcilesbica Napoli. Avrebbe voluto esserci anche lei, non ha potuto per via dell’occhio pesto che ha subito una delicata operazione, ma al presidio pacifico che dalle 19.00 ha illuminato la piazza hanno partecipato tantissimi giovani, studenti universitari, residenti armati di candele e striscioni “Via i violenti dalla piazza”, “I violenti sono impotenti”.

C’era anche il Sindaco Rosa Russo Iervolino, duramente contestata dalla folla: “Basta passerelle, va via, la città è insicura, vogliamo i fatti!”, queste le urla che hanno accompagnato la sua uscita di scena.

Il centro storico è da tempo oggetto di accese discussioni, c’è chi, come anche la ragazza vittima dell’ultima aggressione, chiede l’attivazione di un sistema di videosorveglianza 24 ore su 24 (che in realtà ci sarebbe ma non funzionante) che dia garanzie a tutti i frequentatori della piazza, in particolare a chi è più esposto a violenze e discriminazioni: donne, gay, lesbiche, trans, migranti; c’è chi invoca una maggiore presenza delle forze dell’ordine; chi, invece, si oppone a quella che percepisce come una pericolosa tendenza alla militarizzazione degli spazi pubblici e ricorda che il problema delle aggressioni urbane è prima di tutto un problema culturale, legato al degrado, al disagio giovanile. La fiaccolata, pacifica e allegra, ha raccolto gli stati d’animo di ragazzi che non vogliono sentirsi in pericolo nei luoghi che amano, ragazzi a cui le istituzioni hanno fatto una promessa, quella di trovare chi ha aggredito Maria Luisa e di fare in modo che episodi del genere non si ripetano.