Aimee Mullins. Una donna davvero in gamba
Qualcuno diceva che le più belle opere d’arte sono quelle imperfette o comunque non conformi all’immaginario collettivo. Pensate un po’ alla Venere di Milo. Se avesse avuto le braccia avrebbe suscitato lo stesso interesse negli studiosi che se ne sono occupati? Il solo fatto d’immaginarsi come sarebbe stata se… è già stimolo d’interesse. Ecco l’ "imperfezione" stimolo per la fantasia. Che speldore!
Aimee Mullins americana, è atleta, modella, attrice, musa dello stilista Alexander McQueen e dell’artista Matthew Barney. Oggi a 33 anni e' tutto questo ma con un piccolo particolare, le sue gambe dall'età di un anno, le sono state amputate sotto il ginocchio a causa di un'ipoplasia (per ipoplasia si intende uno sviluppo anormale, incompleto o ridotto, di un organo o di un tessuto. La causa che comporta tale anomalia nell'organismo è dovuta soprattutto ad una diminuzione del numero di cellule). La conseguenza di un'ipoplasia in un individuo è che l'organo appare di ridotte dimensioni rispetto alla normalità.“Laddove gli altri vedono una limitazione, io vedo una possibilità” - afferma Aimee. E qui sta tutta la forza dell’essere umano: avere un punto di vista diverso da cui vedere una situazione. Persino in un handicap. Aimée Mullins, l’autrice di questo aforisma, di forza e di punti di vista diversi (che poi sono in fondo quelle possibilità che ti permettono di cambiare la visione del mondo) ne ha da vendere. Non per nulla è stata ospite del Taormina Film Festival come relatrice del dibattito “Chi ha paura delle donne forti?”. Chi meglio di lei può arrogarsi il diritto a definirsi tale?
Ha corso contro i “normodotati”, ha partecipato alle Paralimpiadi di Atlanta e stabilito i record dei cento metri e del salto in lungo. E sfoggia con grande nonchalance protesi diverse a seconda della serata, come un qualsiasi indumento da abbinare: arti di legno, intagliate a mano, gambe effetto medusa, gambe di vetro… Di lei parlano e scrivono i media, sia per le performances che per il nuovo modello che propone: è diventata icona di una disabilità in grado di trasformare una perdita in una sfida per il cambiamento.“Se pensiamo che ogni disabilità umana ha lo scopo di nutrire la creatività e ispirare grandezza, siamo in grado di realizzarci a dispetto di qualunque difficoltà”. “Quando il dottor Hugh Herr, lo scattista Oscar Pistorius e io siamo menzionati nello stesso articolo, probabilmente è perché abbiamo una condizione medica comune: siamo tre esseri umani cui sono state amputate le gambe al di sotto del ginocchio. Ma soprattutto abbiamo in comune un’altra cosa e cioè il modo in cui affrontiamo le difficoltà. Condividiamo il sogno di un potenziale infinito, perché vediamo una possibilità laddove gli altri vedono una limitazione” Ecco qui la capacità insita in ogni essere semplicemente umano, la possibilità d’ingegnarsi una possibilità altra. “Le realtà del potenziamento corporeo ha smesso di essere fantascienza ed è sempre più prerogativa della scienza. Una scienza pronta a dialogare con chi voglia esplorare l’interazione tra i propri desideri e il proprio corpo. Artisti e scultori, stilisti, grafici della comunicazione, ingegneri aerospaziali, designer di mobili, artisti del make-up per effetti speciali… A prendere parte alla scoperta del potenziale della prostetica sono invitati talenti provenienti dalle discipline più diverse”.