Crisi economica: l'80% dei giovani italiani non è ottimista

di Anna Laudati

Il lavoro è per molti giovani ancora una speranza più che una realtà (di Monica Scotti)

giovani_disoccupati._bitonto.myblog.it.jpgE’ proprio il caso di dirlo, in quanto al lavoro, la crisi dell’economia mondiale non ha migliorato le cose, né in Italia né in Gran Bretagna. La crisi passa, i suoi effetti restano. Questa è la percezione che l’80% dei giovani italiani e britannici tra i 18 e i 35 anni dichiara di avere stando a un sondaggio condotto dalla Swg e presentato a Roma il 18 settembre scorso in occasione del XVII Convegno di Pontignano organizzato dal British Council (l’ente britannico per le relazioni culturali) in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Londra, l’Università di Siena ed il St Antony’s College di Oxford.

I numeri parlano da soli e si fanno portavoce di paure non del tutto ingiustificate: al top figura il timore dei ragazzi si perdere o non trovare lavoro e non riuscire così a mantenere il proprio tenore di vita, ben il 67% degli intervistati italiani e il 60% di quelli del Regno Unito, infatti, afferma di aver risentito personalmente degli effetti della crisi. Che si parli di pessimismo o realismo in fatto di percezione del disagio, lo studio evidenzia una situazione poco rassicurante, da cui tuttavia emergono momenti di lucida riflessione e persino spunti incoraggianti per il futuro. Nell’individuazione dei fattori scatenanti della crisi gli intervistati hanno dimostrato di avere le idee chiare: gli italiani attribuiscono un peso consistente a una molteplicità di fattori, tra cui le banche e il sistema finanziario (34%), la scarsa vigilanza dei governi (25%) e degli organismi di controllo (21%) e il libero mercato come sistema complessivo (18%); mentre i giovani di sua maestà non hanno risparmiato critiche abbondanti al sistema bancario (56%). C’è poca fiducia complessivamente nei governi (appena il 21% degli italiani e il 25% dei britannici sente di poter contare sulle istituzioni), a cui fa da contraltare, tuttavia, un rinnovato spirito si fiducia nei confronti dell'Unione Europea, ritenuta dal 50% degli italiani e dal 58% dei britannici in grado di garantire il mantenimento del benessere economico raggiunto. Uno spiraglio di luce in tanto buio a cui si aggiunge una nota ancor più positiva, il boom della “green economy” vista dai giovani come una grande opportunità di ripresa. Non più semplice strumento di difesa ambientale, l’”economia verde” si candida a diventare un fattore propulsivo dell'economia con la “benedizione” dell’85% degli intervistati nostrani e il 67% dei coetanei d'Oltremanica.

I quadro emerso, dunque, è quello di una gioventù speranzosa che non rinuncia tuttavia ed esprimere timori e perplessità, consapevole di vivere un momento difficile. “Ad ottobre mi laureo - commenta Luca, 24 anni, fermo alla fermata dell’autobus – Non ho mai avuto tanta paura in vita mia, non faccio che chiedermi: cosa farò dopo? Troverò lavoro?”. Quello che continuano a chiedersi in tanti.