Università. "Dout dest": Io do 30 e lode a te e tu dai sesso a me
"Angeli tentatori o diavoli tentatori" così si definiscono (Rossitto). Noi li defiamo più prosaicamente parlando: "Dei maiali". Il 3 novembre 2009 va in onda un servizio delle Iene dal titolo "Sesso e ricatti all'università". Attraverso una simulazione i giornalisti del programma televisivo, hanno avuto la conferma delle classiche voci di corridoi (è proprio il caso di dirlo), ciò è avvenuto dopo alcune segnalazioni fatte da diverse studentesse dell'università di Catania ai giornalisti delle Iene e quando una di loro ha avuto l'ardire di sfidare il prof Elio Rossitto (l'uomo additato come il ricattatore sessuale).
Così, la studentessa, previa telecamera nascosta, ha assecondato il prof facendosi condurre in uno squallido motel a due stelle. Lui ha chiesto alla ragazza di tirar fuori il libretto per farle "l'esame". L'uomo, in fondo, voleva aiutare la ragazza facendole scrivere tutto sul libretto, lui, avrebbe messo solo la firma. Ovviamente previo contraccambio. A questo punto parte una sorta di contrattazione, un misto tra il filosofico, lo psicoanalitico e il pornografico. Dare e ricevere. Un letto in cambio di un "percorso più affidabile". Piacere in cambio di piacere. Ricevere in cambio di ricezione. La cosa è durata fino a quando la ragazza ha dichiarato apertamente di non volerci stare e di voler andar via. Appena scoperto, dal giornalista che lo sta aspettando fuori, il prof ha negato tutto. Ha detto: "Il mio atteggiamento è assolutamente normale, carino, semplice". Sono state intervistate diverse studentesse, le quali hanno confermato che per passare l'esame dovevano concedersi in prestazioni sessuali. Ovviamente negate e quindi costrette a ripetere l’esame dalle tre alle sette volte.
Quando il giornalista della trasmissione ha chiesto alla ragazza di dire qualcosa al prof, la studentessa-complice ha detto: "E’ un maiale, non si può comprare tutto nella vita. Mezza opera d'arte autentica vale molto di più di 3000 opere finte false come lei", e il giornalista: "Classico esempio di quando la studentessa dà la lezione al professore". E' davvero esilarante sentire l'intervista del Prof. rilasciata a un network catanese... ci si complimenta per il linguaggio forbito utilizzato dal docente che è un insieme di metafore degne del Socrate migliore e quasi quasi la sua sembrerebbe essere una sorta di applicazione della maieutica, peccato che la gente non è stupida e che soprattutto non si lascia incantare dalle sue belle parole. Scommettiamo che si è trattato di una congiura di studenti ignoranti e rimandati... peccato che certe volte la telecamera ha il potere di lasciar trasparire la realtà per quella che è. Ma di storie così ce ne sono tante, purtroppo, in tutti gli Atenei d'Italia.
Anna, università di Napoli. Alcuni anni fa, dovette ripetere un esame di Geografia per oltre 7 volte, perdendo un anno a causa di un assistente, che la importunava chiedendo incontri extra universitari mai accettati dalla stessa. Lui, un assistente universitario, lei una studentessa al sestultimo esame (propedeutico, cioè Anna avrebbe dovuto darne una seconda parte). Primo esame:15 minuti, i complimenti e un 28. Anna va via dall'aula. Lui, la segue e le domanda se ancora non avesse chiesto la tesi (la media sul suo libretto era del 29). Le propone di farla con lui e le da appuntamento dopo qualche giorno all'università. Arriva il momento dell'appuntamento. Il docente chiede informazioni su di lei a un dipendente universitario che gli dice di lasciarla perdere. Il professore allora gli chiede di riferire alla studentessa che l'appuntamento è saltato. Arriva il giorno della sessione del secondo esame. Il prof scuote il capo ad ogni risposta che Anna da alle sue domande. La studentessa viene bocciata. Il professore le consiglia di andare a ripetizione da lui prima di ritentare l’esame. Ovviamente lei non ci andrà mai. Anna ha ripetuto l'esame 6 volte. Insieme a lei in questa tiritera assurda si ritrovano almeno altre 6/7 ragazze tutte molto carine. Alla settima volta in cui si presenta all'esame, il prof prende il suo libretto e lo sbatte sul tavolo dove c'è il docente di cattedra e gli altri assistenti gridando: "Lei non supererà mai quest’esame poiché non ne capisce niente!".
Anna voleva morire dalla vergogna e dalla motificdazione, per fortuna il professore di cattedra prese il libretto impietosito e la interrogò: riuscì a superare l'esame ma intanto aveva perso oltre un anno. La cosa disgustosa, oltre al fatto che esistono uomini che usano il loro "potere" per raggiungere degli obiettivi che altrimenti non raggiungerebbero, è anche la realtà che si cela sotto, che può avere tre risvolti: 1. Ci sono donne che mettono questi uomini nella condizione di chiedere perchè capiscono che possono ottenere qualcosa in cambio di qualcos'altro, non del genere curriculare. 2. Che ce ne sono altre che purtroppo hanno ceduto e che quindi spingono i professori a riproporre il ricatto ad altre studentesse. 3. Che ce ne sono altrettante che per salvaguardare la loro dignità di donne e di universitarie devono scontare la loro pena girando a vuoto nei rioni dell'università, non a causa delle loro incapacità o del loro scarso impegno ma soltanto perché non intendono sottomettersi ad uno sporco ricatto. Sorge una curiosità... ma la prestazione sessuale viene assoggettata a una valutazione curriculare? Ciò vorrebbe dire che in futuro nelle nostre università ci potrebbero essere cattedre presiedute da pornostar professioniste. O le abbiamo già?