Allarme diete yo-yo: creano dipendenza
Gli individui che si sottopongono a diete sviluppano nel cervello lo stesso tipo di condizione data dalla tossicodipendenza (di Monica Scotti)
Dopo quello delle droghe, della nicotina, dell’alcool, di internet e del’uso improprio di farmaci pensati per le disfunzioni sessuali, ecco un nuovo pericolo all’orizzonte per la salute dei giovani: la dipendenza da dieta yo-yo. Non si tratta dei disturbi dell’alimentazione, come bulimia e anoressia, di cui tanto si è discusso negli ultimi anni, ma delle apparentemente innocue diete a cui tantissimi ragazzi e ragazze si affidano per recuperare la linea, magari facendo ricorso ai consigli di un nutrizionista o a quelli di una rivista alla moda.
Sembra, infatti, che le cosiddette diete yo-yo, ovvero il continuo tira e molla di rinunce e abbuffate, diano dipendenza come le droghe e non aiutino affatto a dimagrire, favorendo anzi l’insorgere di obesità e disturbi alimentari. Lo dimostra lo studio di due ricercatori italiani, Valentina Sabino e Pietro Cottone (entrambi emigrati in Usa da Palermo dopo essersi laureati in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all'Università del capoluogo siciliano e ora assunti come docenti alla Boston University), pubblicato sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze 'PNAS'. Gli esperimenti sono stati condotti in laboratorio su topolini e mostrano come i soggetti che si sottopongono a queste diete sviluppino nel cervello lo stesso tipo di condizione data dalla tossicodipendenza: quando la persona a dieta a un certo punto si concede uno strappo alla regola e mangia il 'cibo proibito', finisce per mangiarne troppo, un comportamento corrispondente a quello del drogato che entra in crisi di astinenza. Nel cervello dei topolini, infatti, cicli di astinenza e di abbuffate con cibi golosi (nello specifico alimenti zuccherini dal sapore di cioccolato) generano gli stessi cambiamenti cerebrali indotti da cicli di astinenza e intossicazione da droghe.
La scoperta genera allarme soprattutto alla luce del fatto che sono tantissimi oggi gli individui cronicamente a dieta. Individui che, quindi, per periodi prolungati, alcuni giorni si astengono per poi abbuffarsi nei giorni successivi vanificando i precedenti sforzi, in un circolo vizioso che di fatto non aiuta a dimagrire. L’esperimento dimostra che dopo settimane i topi sviluppano durante la fase di astinenza da cioccolato una sintomatologia simile a quella di astinenza da droghe, caratterizzata da ansia e volontario rifiuto dei cibi meno golosi. Inoltre, una volta messo loro a disposizione il cioccolato, ne mangiano in eccesso, tanto che lo stress associato all'astinenza si riduce. Insomma: al cibo si associano disturbi e sintomatologie che non dovrebbero avere nulla a che fare col semplice atto di “nutrire il proprio corpo”. Nell’era della bellezza a tutti i costi e degli stereotipi dell’estetica che dominano la vita degli individui, soprattutto se giovani, questa scoperta getta un’ombra inquietante su quello che fino ad oggi sembrava un innocuo sforzo di migliorare se stessi, ora anche la dieta va guardata con sospetto.