Manifesto Unicef: ecco come i giovani immaginano il futuro nell’era post Covid-19
Circa 2000 le interviste condotte su un campione di adolescenti italiani tra i 15 e i 19 anni
Quale mondo immaginare per il futuro dopo il covid? La crisi pandemica ha riproposto in modo drammatico il tema dell’equilibrio tra salute, ambiente, benessere e prosperità. Parola ai giovani, e al di là di ogni retorica, con precise indicazioni e buone pratiche da segnalare.
L'Unicef Italia e l'Ufficio dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, con il supporto tecnico dell’Istituto di ricerca dell’Unicef Innocenti di Firenze - in collaborazione con diversi partner nazionali e locali, hanno chiesto a una ventina di giovani provenienti da diverse regioni del paese e rappresentanti di diverse realtà, di delineare attraverso un processo partecipativo un sondaggio online.
Da qui è nato il Manifesto degli adolescenti per il futuro post covid-19 che ha coinvolto adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni in Italia, per un totale di circa 2000 interviste. L’agenda in dieci punti punta a immaginare un futuro più attento ai bisogni e alle aspirazioni di tutti.
In ambito familiare la rilevanza è su un maggiore bilanciamento dei tempi di vita-scuola-lavoro. Una richiesta importante è anche quella degli eventi e dei luoghi di ritrovo, per allargare il collegamento con la comunità, il tempo da dedicare agli altri per costruire una società più equa e giusta.
Decisa e chiara la presa di posizione contro discriminazione, hate speech e disuguaglianza. Il tema della violenza domestica è emerso fortemente durante la pandemia e ha spinto i ragazzi intervistati a richiedere più formazione su questo tema oltre a servizi di ascolto e supporto.
Tra le richieste emergono la necessità di garantire uguali diritti all’istruzione, più borse di studio, integrazione del bonus cultura, soprattutto, per chi ha problemi economici.
Il 65% degli intervistati pensa che il sistema sanitario pubblico, gratuito e accessibile sia indispensabile per garantire un buono stato di salute. Tra le proposte, 5 intervistati su 10 richiedono impegno per la promozione di corretta alimentazione e stili di vita sani; mentre, 4 su 10 richiamano l’attenzione ai fattori ambientali che agiscono sulle cause delle epidemie.
Da qui emerge una risposta che vale per l’87% degli intervistati: per ridurre l’inquinamento è innanzitutto necessario ridurre i consumi. Tra i comportamenti da individuare come prassi comune per il futuro, al primo posto la raccolta e lo smaltimento differenziato dei rifiuti che registra un tasso di preferenze del 73%.
“I risultati emersi da questo sondaggio esprimono un pensiero che condividiamo - dichiara Leandro Moscardi, coordinatore della Rete Studenti Medi Firenze, su Cesvot - Come Rete Studenti Medi confermiamo che i giovani sono sempre più coinvolti in percorsi di attivismo sociale e politico, con particolare attenzione al tema ambientale. Anche noi come Rete, per esempio, abbiamo sempre partecipato alle mobilitazioni del movimento Fridays For Future e registriamo una grande partecipazione anche per i movimenti che si impegnano contro discriminazione razziale e di genere”
“Il bisogno di socialità è emerso con intensità, sottolineato dai mesi di isolamento in cui siamo stati separati, un isolamento che a causa delle misure sanitarie continua comunque a modificare le modalità di condivisione a cui tutti siamo sempre stati abituati. Riteniamo fondamentale ricordare che la scuola è anche socialità, stare insieme, creare comunità e impegno per il futuro”.
“Il tema della didattica a distanza durante l’isolamento ci ha insegnato che non solo è necessario dotare tutti degli strumenti tecnologici indispensabili per non creare disuguaglianza nell’accesso al diritto allo studio, ma che è altrettanto importante, incidere nelle scelte che portano a coniugare tempi di vita, studio e lavoro. Per molte famiglie è stato difficile riuscire a collegare le necessità di tutti e questo secondo noi apre una riflessione di più ampio termine su come costruire dei progetti di vita sostenibili, senza tralasciare il tema dell’inclusione. Penso a chi vive situazioni di violenza, emarginazione familiare. C’è bisogno di formazione e supporto, la scuola deve sempre più incrociare questo tema lavorando a fianco delle associazioni del territorio, nessuno deve rimanere indietro”.
“Abbiamo poco tempo per cambiare rotta. L’impegno ambientale non può rimanere solo un tema di scelta individuale, l’impegno dei movimenti che attraversano tutto il mondo indica una chiara scelta di attivismo che deve influenzare le scelte politiche e sociali. Come emerso anche dal Manifesto Unicef, dobbiamo ridurre i consumi e l’inquinamento, questo significa abbandonare il nostro attuale modello di sviluppo in favore di uno diverso che sia sostenibile, innovativo, inclusivo e che abbia coraggio” conclude Moscardi.
(Fonte articolo: Cesvot - fonte foto: Blog Mandrugada)