Senzatetto, barboni, homeless: la finestra sul mondo borderline

di Anna Laudati

Il 6 gennaio l’aggressione a Venezia da parte di un gruppo di giovani. Intanto i  barboni aumentano del 30%. E le istituzioni che fanno? (di Angelo di Pietro)

senza_tetto._foto_ansa.it.jpgA Venezia, la sera del 6 gennaio, alcuni giovani danno fuoco al giaciglio su cui si trovava un senzatetto. Viene in mente Arancia Meccanica, le balordate di Alex e compagni, ultraviolenza, Beethoven. L’uomo, un clochard 61enne, riesce a spegnere le fiamme e a dare l’allarme. C’è un’ignoranza di fondo, ecco. Occhio non vede, cuore non duole. E madre del disinteresse, la solita strafottenza sottopelle.

Ma noi siamo rimasti turbati da quanto è accaduto. Quanta rabbia repressa hanno avuto dentro? Quanta infamia? I commenti si sprecano, i carabinieri indagano e la gente si indigna. Almeno per un paio di giorni. Poi Amen. La verità è che il fenomeno non si conosce. E se non si conosce non si comprende. E ciò che non si comprende si teme. E si dimentica. Per questo vogliamo andare al di là della notizia. A condannare il gesto, poi, ci penserà la benpensante opinione pubblica. Come sempre è la rete che ci viene in soccorso. Digitiamo senzatetto. Il primo risultato parla chiaro: nell’ultimo anno gli homeless italiani sono aumentati del 30%. Alla faccia di chi parla della fine della crisi. Il tutto è confermato dall’incremento di richieste per posti letto nei dormitori pubblici, che sotto Natale hanno accolto quasi 1300 persone, “cifre cresciute del dieci per cento rispetto all’anno scorso, cioè qualche centinaia di ospiti in più”. Parla Mario Furlan, fondatore dell’associazione City Angels, che da anni si occupa di chi vive nel disagio: “Se per gli stranieri la strada può essere quasi un passaggio obbligato, per gli italiani vuol dire aver perso tutto. Si tratta per lo più uomini tra i 40 e i 50 anni, più giovani degli stranieri, e stanno isolati, non si mischiano. Una condizione da cui è complicato risollevarsi”.

È un quadro difficile, quindi, fatto di uomini che la vita per strada ha reso trasparenti agli occhi di tutti. Rifugi di fortuna, mancanza di cibo, gelo d’inverno e calura d’estate. Tra l’altro quest’ultimo mese non è stato affatto mite. Indagando sul resto d’Italia, scopriamo che qualche tempo fa, a Roma è scoppiata la polemica per la ventina di barboni “ospiti” del Terminal 1 di Fiumicino: una macchia, secondo alcuni, per l’aeroporto più sorvegliato d’Italia. Ma sul fronte istituzionale, la capitale si è comportata meglio: immediatamente attivato con le prime ondate di gelo, il “piano freddo” prevedeva l’assistenza nelle stazioni della metropolitana dei 4000 clochard romani. E mentre al nord i City Angels (attivi in città come Padova, Torino, Varese) hanno ricevuto una sovvenzione di 10mila euro dalla provincia di Milano, in altre realtà la situazione rimane estremamente precaria: a Firenze la tendo-struttura messa a disposizione dal comune soddisfa 150 richieste per posti letto, a fronte di oltre 600 domande; al Sud, escludendo le iniziative napoletane, ben poco è stato fatto per coloro che nulla hanno per vivere. E chiaro come vive un senzatetto? Non hai nulla e non sei nulla, ma nonostante ciò, riesci lo stesso a guadagnare tutto il disprezzo di certa gente. Gli spiriti del Natale di Scrooge, se davvero esistessero, avrebbero il loro bel da fare.