SMS per Haiti: quando e come vengono versate le donazioni degli Italiani
Di fronte a tragedie come quella che ha colpito Haiti la scorsa settimana, è difficile rimanere impassibili. Non stupisce, quindi, la gara di solidarietà che è scattata un po’ in tutto il mondo. Tanti i soldi inviati dall'Italia. Abbiamo chiesto alle diverse compagnie telefoniche che fine fanno i fondi raccolti (di Andrea Sottero)
Da martedì scorso, milioni di persone che, probabilmente, non si erano mai interessati a un Paese tra i più poveri e mal governati sul pianeta, si sono sentiti in dovere di dare il proprio contributo per aiutare i soccorsi, donando anche solo una cifra simbolica. Ad agevolare questa improvvisa mobilitazione, inutile dirlo, è stata anche la tecnologia: niente code agli uffici postali o agli sportelli bancari per costosi bonifici, niente assegni, nessuna necessità di usare al telefono o su internet la propria carta di credito. (foto cbc)
Per molti che hanno scelto di donare piccole cifre, è stato sufficiente inviare un semplice ed immediato sms dal proprio cellulare. Risultato: tre giorni dopo la catastrofe, solo negli Stati Uniti, sono stati raccolti oltre 10 milioni di dollari in favore della Croce Rossa Americana. Non a caso il segretario di stato Americano, Hillary Clinton, ha affermato che la “SMS Haiti Relief” è diventata la più grande campagna di donazioni via telefono mai esistita. Ma vi siete mai chiesti con quali meccanismi e secondo quali tempistiche questi soldi vengono poi concretamente devoluti alle cause per le quali sono stati raccolti?
Matt Richtel sulle pagine del New York Times ha indagato sulle società telefoniche statunitensi. Dalla sua breve inchiesta è emerso che, benché le procedure di trasferimento dei fondi alle varie ONG destinatarie delle raccolte di solidarietà siano usualmente complesse e lunghe (si parla di circa tre mesi per lo sbrigo delle verifiche dei pagamenti e delle varie pratiche burocratiche interne alle società), in considerazione dell’enorme emergenza che si sta verificando sull’isola di Hispaniola, alcuni operatori hanno deciso di cambiare in via straordinaria e momentanea la propria politica.
Verizon, ad esempio, ha deciso di fare avere da subito 3 milioni di dollari alla Croce Rossa Americana. Una somma che, grosso modo, corrisponde alle donazioni fatte dai suoi abbonati nei primi due giorni successivi al terremoto. Sprint ha annunciato che trasferirà da subito l’80 percento di quanto raccolto e il resto a seguire. Anche AT&T -attraverso il suo portavoce- ha fatto sapere che si sta organizzando per accelerare i trasferimenti, mentre non c’è ancora una posizione ufficiale di T-Mobile.
E in Italia? Abbiamo contattato i quattro operatori nazionali coinvolti in iniziative di raccolta fondi a favore dei soccorsi ad Haiti.
Wind e Tre hanno deciso di aderire alla raccolta di denaro in favore della Croce Rossa Italiana attraverso il numero 48540. Tre, in particolare, ci ha detto di aver deciso di appoggiare la CRI perché “è stata la prima a mobilitarsi chiedendoci l'apertura del numero dedicato, perché fa parte dell'unità di crisi coordinata dal ministero degli esteri, perché si tratta dell'ente che storicamente ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella gestione dei soccorsi che affluiscono da tutto il mondo durante le grandi catastrofi internazionali e perché era già operativa ad Haiti come in altri teatri”.
Il numero dedicato di questi due operatori è attivo dal 13 Gennaio e, salvo richieste di proroghe da parte della Croce Rossa, lo resterà fino al 27 compreso. Entrambi devolveranno l’intero ammontare raccolto, senza che vi siano trattenute da parte della società telefonica. Wind ci ha specificato che verrà effettuato un bonifico diretto su conti della CRI 4 giorni dopo il termine dell’iniziativa. Tre non ci ha fornito una tempistica esatta, ma ha comunque specificato che il tutto verrà erogato dopo il 27 Gennaio non appena terminate le verifiche amministrative.
Quanto alle cifre raccolte, al 18 Gennaio gli abbonati Wind hanno donato circa 600.000 euro; oltre 220.000 quelli di Tre.
Telecom e Vodafone, attraverso il numero 48541, hanno invece deciso di appoggiare la onlus AGIRE (Agenzia Italiana Risposta Emergenze), di cui fanno parte alcune tra le più importanti organizzazioni non governative attive in Italia, tra cui ActionAid, Cesvi, Intersos e Save the Children.
Telecom ci ha spiegato che il bonifico diretto sui conti correnti di AGIRE verrà disposto dopo le necessarie verifiche interne alla scadenza della raccolta, il 31 Gennaio. Gli accordi con l’Agenzia prevedono l’accredito dell’intera somma raccolta -senza quindi trattenute di alcun tipo- dopo 20 giorni dalla disattivazione del numero per quanto riguarda le donazioni fatte attraverso la rete fissa della società e dopo 60 giorni per quanto riguarda la rete mobile TIM.
Vodafone non ci ha fornito notizie precise sulle modalità e sui tempi di trasferimento, ma si è limitata a inviarci il comunicato diffuso da AGIRE, dove si sottolinea che l’intero importo raccolto dagli operatori telefonici con cui ha stipulato l’accordo (compresa quindi Vodafone) verrà donato alla onlus, senza trattenute da parte delle società telefoniche e senza ritenute fiscali.
Il gruppo europeo di cui Vodafone Italia fa parte, tuttavia, si è prodigato a rendere noto sul proprio sito istituzionale che, attraverso le sue fondazioni, nei primi due giorni successivi alla catastrofe ha donato di sua iniziativa l’equivalente di oltre 250.000 sterline inglesi alla Croce Rossa. Ma questa è una donazione privata del gruppo, che rientra nelle attività sociali ed etiche di cui l’azienda si può fregiare nei suoi bilanci sociali e non ha nulla a che fare con le elargizioni dei suoi abbonati.
AGIRE, intanto, fa sapere che al 20 Gennaio gli Italiani hanno donato tramite sms oltre 7,6 milioni di euro e che “tutti i fondi raccolti e le attività finanziate sono sottoposte a supervisione da parte degli organi direttivi e del comitato etico della onlus mentre società esterne di revisione contabile certificano rendicontazioni e bilanci”.
Di fatto, comunque, ad oggi non un euro dei fondi raccolti nel nostro Paese attraverso i messaggi telefonici è già nelle disponibilità degli enti e delle associazioni mediche e umanitarie che stanno fronteggiando la crisi.Considerato che al di là dell’emergenza immediata, gran parte del lavoro umanitario ad Haiti avrà bisogno di una programmazione a medio lungo termine, attraverso una gestione strutturata e oculata delle risorse finanziarie a disposizione, questo non preoccupa più di tanto.
Le rassicurazioni sul fatto che nessun operatore effettuerà delle trattenute a titolo di rimborso delle spese amministrative e la chiarezza con la quale la maggior parte di loro ci ha spiegato tempi e modi di versamento delle somme raccolte, invece, sono di buon auspicio per instaurare quel rapporto di fiducia e trasparenza di cui, troppo spesso, i cittadini italiani sentono la mancanza, anche e soprattutto in occasione di iniziative sociali e umanitarie come questa.