La bambola Down. Giocando s'impara... la vita
Arriva in Italia, dopo il clamore avuto in Spagna (dove è nata due anni fa da un’idea della casa produttrice di giocattoli Super Juguete e della Fundaciòn Down España), Baby Down la bambola "dell'incontro" (di Veronica Centamore)
Baby Down, a importarla in esclusiva per l’Italia, rinunciando alle normali spettanze, sarà la società Cangillo Interni Limited Edition mentre la distribuzione verrà affidata alla cooperativa sociale "Il Martin Pescatore". Baby Down è il giocattolo dell'opportunità perchè è la bambola che insegna la "diversità". Si tratta di una bambina con i tratti somatici della Sindrome di Down. Le dita dei piedi leggermente separti, il caratteristico sguardo disarmante degli occhi a mandorla e la simpata lingua all'infuori, ne costituiscono la particolarità.
Baby Down si pone due finalità. La prima di insegnare attraverso l'attività ludica l'opportunità (appunto) di abbattere i pregiudizi, legati molto spesso alla mancanza dell'incontro con il diverso, alla non conoscenza. All'interno della confezione contenente la bambola, infatti, è presente un opuscolo avente alcune semplici indicazioni sulle attività più adatta a stimolare le capacità sensoriali e intellettive dei bambini affetti da tale sindrome. Una sorta di manuale d'uso per come "maneggiare col cuore" le persone down. La seconda, ancor più lodevole, di sostenere l'attività della cooperativa sociale "Il Martin Pescatore", la quale dà lavoro e assiste persone affette da gravi disturbi psichici. E' saranno proprio loro ad occuparsi degli imballaggi e delle spedizioni della stessa. Il ricavato della vendita andrà non soltanto a tale cooperativa ma anche a due associazioni di famiglie con persone affette da disabiliutà genetica, l'Associazione Retinite Pigmentosa Emilia-Romagna e il Ceps (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21) di Bologna.
E ancora, per la creazione di un laboratorio di sartoria per confezionare abiti per le bambole al fine di realizzare una possibilità di lavoro per persone vittime di un disagio. Francesca Bernaroli, presidente della cooperativa Il Martin Pescatore "Ci piace l’idea di offrire l’opportunità di abbattere, attraverso il gioco, i pregiudizi legati a questa condizione genetica e, più in generale, alla diversità”.“Ad esempio Baby Down può insegnare - aggiunge Claudio Rizzoli, presidente del Ceps - che gli occhi leggermente a mandorla dei bambini con Trisomia 21 fanno parte della loro identità e che non vanno cancellati con la chirurgia estetica. Le persone con sindrome di Down e altre diversità non sono di un mondo a parte”. Baby down si acquista on line all'indirizzo www.ilmartinpescatore.org/baby-down.html al prezzo di 34,90 euro. E' proprio vero, il gioco permette di passare da una dimensione irreale a un'altra reale e viceversa senza alcun limite, costrizione, "barriera".
Il bambino attraverso il gioco "accetta" la sua fantasia senza pudori, vergogne e imbarazzi e allora quale miglior modo per mostrargli la realtà "più vera" attraverso il modo a lui più congeniale? La bambola "plurisociale" è sicuramente lo strumento migliore. In fondo... nessuno donna, da bambina, ha mai creduto di essere Barbie eppure ognuna ne possedeva almeno una. Che cosa abbia insegnato non si sa... magari a voler diventare anoressiche pur di assomigliarle (infatti qualche tempo fa si parlava dell'invenzione di una Barbie "in carne" cioè corrispondente alla realtà femminile umana) o forse l'esistenza di Big Jim (sinonimo dei palestrati senza cervello)??? Beh! Meglio qualcosa che abbia a che fare con una realtà più stimolate e che serva alla costruzione di una generazione migliore. In questo frangente la nostra è sempre in tempo per... ricominciare a giocare