Il padre gli spegne la playstation e lui tenta di sgozzarlo
Internet dipendenza o problemi familiari? (di Monica Scotti)
Sembra uno scenario da film horror, invece è accaduto davvero domenica scorsa a Torino. Secondo una prima ricostruzione verso l’ora di pranzo i due, padre e figlio, si stavano sfidando a fifa 2009 (diffusissimo videogioco calcistico). L’uomo, un magazziniere di 46 anni, dava consigli sul modo di giocare al figlio, un 16enne dall’aria tranquilla che frequenta l’istituto tecnico. Forse a causa dell’insistenza del padre o dei suoi modi un po’ troppo autoritari il giovane si stanca e gli risponde male; l’uomo si arrabbia e stracca la presa di alimentazione del sistema, il ragazzo si allontana e ricompare in salotto armato con un coltello da
, la madre chiama il 118 mentre aiuta il marito a tamponare l’emorragia, nel frattempo il ragazzo ha lavato l’arma, l’ha riposta in cucina e si è chiuso nella sua stanza dove sarà prelevato di lì a poco dai carabinieri senza che sia opposta resistenza. La vicenda, ancora tutta da chiarire, si chiude con l’uomo salvo per miracolo (ricoverato d’urgenza è stato sottoposto a un delicato intervento per la ricostruzione della laringe) e il giovane arrestato per tentato omicidio. L’efferato episodio di cronaca, tuttavia, non manca di scuotere le coscienze. Solo pochi mesi fa è stato aperto un reparto per la cura dei disturbi compulsivi causati dall’abuso del web al Gemelli di Roma.
Quello della dipendenza da internet e dai videogiochi, di cui resterebbero vittima soprattutto i giovani, è infatti un argomento ampiamente dibattuto dagli esperti ed è già stato trattato dal nostro magazine (vedi nostro articolo). I fatti di Torino hanno subito spinto l’opinione pubblica in questa direzione: il ragazzo che ha aggredito il padre colpendolo alla gola è rimasto vittima di un raptus generato dall’improvvisa interruzione del gioco, attraverso il quale sublimava la propria aggressività, o il rapporto fra i due era già teso per altre ragioni, tanto da esplodere in una spirale di violenza? “Io gioco al computer tutti i giorni, anche per diverse ore” -si racconta Vincenzo S., 15 anni e la paura di avere un problema serio- “ho fatto uno dei test sulla dipendenza da Internet che si trovano in rete per sfidare mio padre che mi rimprovera spesso per il tempo che passo attaccato al mouse: 80% di dipendenza, mi sono spaventato.
Forse è vero che esagero, ci sono giochi che funzionano “a tempo”, bisogna connettersi ogni poche ore altrimenti si resta indietro, non faccio che pensarci anche quando sono a scuola. E’ grave quando si pensa al computer mentre non si è al computer?”. Gli fa eco suo padre, un impiegato di 52 anni “Non se mio figlio va aiutato né come aiutarlo, io non ne capisco molto ed è questo il problema della tecnologia: come dici a un ragazzino di moderarsi nell’uso di qualcosa che non sai usare neanche tu? Lui ti dice che sta facendo una ricerca e magari chatta, come faccio a saperlo? Come faccio a farlo parlare di più con me?”