Appello alla RAI del Tavolo della Pace. Chiedono più informazione di qualità dal mondo e sul mondo, meno gossip e più attenzione alle persone e ai popoli (di Andrea Pellegrino)
Affidano la loro richiesta di riconsiderare la decisone presa di chiudere diverse sedei di corrispondenza nel mondo ad una lettera indirizzata al Presidente della RAI, Paolo Galimberti, ai membri del Consiglio d’Amministrazione ed al Direttore della Rai, Mauro Masi. <<Non possiamo immaginare – si legge nella nota del Tavolo per la Pace - che la Rai, il nostro servizio pubblico radiotelevisivo, decida di chiudere le sedi di corrispondenza di Beirut, il Cairo, Nairobi, Nuova Delhi e Buenos Aires e il canale Rai Med. Tutti possono ormai scrivere di tutto da ogni dove. Ma nulla può sostituire la capacità di un giornalista di cercare e raccogliere le notizie sul posto dove si formano.>>
Molte le adesioni già raccolte in queste ore: Articolo21, UsigRai, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Nigrizia, Misna (Missionary International Service News Agency), Missione Oggi, Premio Ilaria Alpi, Libera Informazione, Redattore Sociale, Mosaico di Pace, Vita Magazine, Amesci, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per
la Pace e i Diritti Umani. <<Chiudere questi uffici nel Mediterraneo, in Africa, Asia e America Latina vorrebbe dire chiudere gli occhi degli italiani sul mondo – continua la nota - in un tempo in cui grandi sfide mondiali ci impongono una crescente attenzione e impegno. Questi uffici sono un elemento indispensabile non solo della Rai ma del nostro sistema democratico. Per questo hanno bisogno di essere potenziati e sostenuti da nuovi spazi nei palinsesti quotidiani capaci di portare in primo piano la vita delle persone e dei popoli. Con questo stesso spirito chiediamo il rilancio di Rai Med che deve diventare il nostro principale strumento d’incontro, conoscenza e dialogo con i popoli, le culture e le religioni che con noi si specchiano nel Mediterraneo>>.
<<Aderiamo all’appello promosso dal Tavolo per la pace – dichiara Enrico Maria Borrelli, Presidente nazionale di Amesci - anche per chiedere maggiore attenzione da parte dei mass media, ed in particolare del servizio pubblico, alle tante attività promosse dal Terzo Settore. Crediamo infatti che questi sia il luogo dove i cittadini partecipano allo sviluppo culturale, sociale e ambientale del nostro paese e che sia fondamentale richiamare l’attenzione su queste tematiche da parte di chi è chiamato a sensibilizzare milioni di cittadini-telespettatori>>. Ma in questi giorni la Rai dovrà affrontare anche altre questioni che si stanno con forza inserendo nel calendario delle discussioni da affrontare. Da sette giorni il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, sta facendo uno sciopero della fame davanti alla sede della Rai per protestare contro quello che definisce lo <<scarso o nullo>> interesse dell'emittente pubblica per i temi ambientali e per le proposte degli ecologisti. Dal 28 gennaio Angelo Bonelli, Presidente del Sole che ride, trascorre gran parte del suo tempo in un camper parcheggiato a viale Mazzini, davanti al palazzo dell'Azienda pubblica radiotelevisiva, bevendo due cappuccini al giorno, oltre all'acqua. Ma dai vertici di Viale Mazzini nulla trapela, anzi. Il portavoce del presidente della Rai Paolo Garimberti dice di non avere "nessun commento" sulla vicenda.
E’ anche vero che oggi gran parte dell’opinione pubblica italiana è contesa tra la bagarre politica che si sta sviluppando in Parlamento sulla questione giustizia e l’esclusione del notissimo cantante Morgan dal Festival di San Remo per questioni legate all’uso di droghe. Le adesioni all’appello “Non chiudete quelle sedi!” possono essere inviate a:
Tavola della Pace, Via della Viola 1 - 06122 - Perugia
Tel. 075/5736890 - Fax 075/5739337
E-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.perlapace.it