Riuscirà l'uomo a imparare dalla natura?
Alessandro Scoppettuolo, presidente della commissione ambiente del Forum Nazionale dei Giovani: “I giovani devono stare dalla parte dei giovani, ossia del presente e del futuro ed allontanarsi dalle visioni egoistiche di chi ci ha preceduto” (di Gianfranco Mingione)
A un paio di mesi dal flop della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici, il cui unico risultato è stato la creazione di una semplice lettera d’intenti e non di un documento vincolante, molti giovani osservano increduli all’incapacità dei paesi più avanzati, e non solo, di intraprendere un’importante e decisiva inversione di marcia sulla questione ambientale. Su tali tematiche abbiamo intervistato Alessandro Scoppettuolo, giovane appassionato di temi ambientali oltre che presidente della commissione ambiente del Forum Nazionale dei Giovani, che ci ha detto quali possano essere le strade da percorrere per ascoltare il grido d’aiuto che ogni giorno il nostro pianeta ci invia sotto forma di molteplici messaggi.
Soprattutto, i giovani, quali azioni possono intraprendere per dare l’esempio e contare in un processo di cambiamento e rigenerazione globale?
Come valuti il fallimento della Conferenza di Copenaghen? Da giovane impegnato nelle politiche ambientali quale credi sia la soluzione, le soluzioni migliori per voltare realmente pagina in tema di salvaguardia e tutela dell'ambiente? Come potrei valutare da giovane impegnato nelle politiche ambientali, come giustamente mi definisci, un fallimento? Chiaramente male, ancora una volta in uno spazio mal gestito, ciclopico e frammentario, dove i due terzi della conferenza erano per poche centinaia di persone, mentre per le ONG ed i giovani - che rappresentavano le restanti migliaia e migliaia - c'era una riserva di caccia utile a far colore ambientalista "vecchio stile". Per non parlare dell'inquinamento prodotto nei giorni dell’incontro internazionale che risulta essere pari a quello dell’intero stato sud americano del Paraguay (altro che emissioni zero). Un’assise dove, a mio giudizio, si è dato molto peso all’apparenza più che alla sostanza.
Il risultato finale? Un accordo "non vincolante " che prevede l’erogazione dal 2015 di 100 miliardi di dollari da destinarsi alla riduzione dei gas serra. Una vera presa in giro se solo si pensa che le negoziazioni degli Stati Uniti sono partite da 1000 miliardi di dollari l’anno. Un dato positivo è stato però la presa di coscienza da parte di Usa, Cina ed India che una crescita senza regole ambientali uccide anche le loro economie, perché uccide gli attori delle loro ricchezze: gli uomini, l'umanità. In merito alle soluzioni posso risponderti politicamente e pragmaticamente: è essenziale far capire quanto ci mette la natura a “digerire” i nostri rifiuti quotidiani - dalle sigarette ai fumi di scarico dei trasporti -, quindi, per ripetermi, è far crescere la consapevolezza ambientale.
La commissione Ambiente del Forum Nazionale dei Giovani, di cui ne sei il presidente, ha realizzato un'interessante opuscolo informativo volto a sensibilizzare le giovani generazioni sulle 4 R: Riutilizzo, Riduco, Riciclo e Recupero. Quanto è importante la comunicazione ambientale nel sostenere e incoraggiare la partecipazione alla vita sociale, politica dei giovani per un futuro più verde e meno inquinato? L'idea del libricino nasce dall'esigenza non solo di comunicare ma soprattutto di educare i ragazzi, di renderli consapevoli degli oggetti che hanno in mano, siano essi chewing-gum o patatine, lattine di coca cola o pacchetti di figurine; di avere la cognizione della differenza netta fra il concetto di rifiuto con quello di merce pronta al riutilizzo e riciclo. Con pochi dati pratici spieghiamo loro che nella spazzatura che producono, ci sono "oggetti", non "monnezza", che possono avere nuova vita tramite la tecnologia verde e la cosiddetta "green economy" (economia verde). Credo sia essenziale parlare di ambiente e informare le persone sull’ambiente attraverso un approccio di tipo integrativo, ossia facendo capire perché è giusto risparmiare risorse, consumare meno, riutilizzare, facendo vivere loro direttamente la natura. Una buona idea sarebbe quella di inserire l’ora di educazione ambientale nelle scuole, da svolgersi non solo con lezioni frontali ma anche con sopralluoghi operativi in parchi e riserve.
Spesso si additano gli scienziati e gli ambientalisti come dei catastrofisti così come molti personaggi di rilievo pubblico sostengono tesi, sostenute a loro volta da altri scienziati, che tutto quello che sta accadendo all'ambiente sia adducibile a un normale processo di cambiamento della terra. I giovani da che parte devono stare? I giovani devono stare dalla parte dei giovani, ossia del presente e del futuro ed allontanarsi dalle visioni egoistiche di chi ci ha preceduto. Purtroppo ci hanno educato a comprare per il semplice gusto di avere ed è per questo che credo che dovremmo essere più pragmatici d’ora in avanti: dobbiamo comprare se è utile comprare. Non parlo di rinunce a comodità o tecnologie varie, nient'affatto. Se convinciamo un ragazzo che quel che butta in discarica presto o tardi se lo ritroverà dentro casa sotto forma di gas tossici o acqua inquinata, sono certo che butterà meno cose, o, ancor meglio, comprerà ciò che gli è utile e per la cui produzione sono stati usate tecnologie a basso impatto ambientale. Sugli scienziati: molti di loro sono vere menti illuminate, molti altri sono approfittatori o semplicemente portavoci di lobby. Partendo dal fatto che