Donne violate e per nulla rappresentate e tutelate

di Anna Laudati

Lui: "Cosa me ne importa tanto tra qualche giorno sono libero" (di Veronica Centamore)

violenza-sulle-donne._lachiacchiera.it.jpgSuccede a Padova. Un uomo di 33 anni appena arrestato per aver picchiato e stuprato una ragazzina di tredici anni in un casolare, dichaira che non temere la giustizia poichè di lì a poco sarà nuovamente libero. Milano. Alice 25 anni, mentre rientra in casa subisce violenza per un tentativo di stupro. Un uomo incappucciato la colpisce con una bottiglia, la picchia. Dopo una colluttazione, l'uomo, prende la borsa e scappa non prima di averle lasciato il portafogli.

La ragazza torna in Sicilia, cambia il colore dei capelli e si ritrova ad affrontare gli attacchi di panico che le impediscono di costruirsi il futuro che avrebbe voluto dopo aver conseguito la laurea, motivo per cui si trovava a Milano. Sicilia. Carmela 13 anni sgridata a scuola scappa per giorni. Era stata drogata più volte, violentata da più ragazzi. Dopo qualche tempo si suicida buttandosi giù dal settimo piano. Nonostante i colpevoli siano stati individuati e abbiano ammesso le loro colpe sono rimasti impuniti. Denuncia archiviata davanti a un reo confesso. "Suicidio indotto?" parla il padre di Carmela a un noto programma televisivo pomeridiano. Sono 13 le donne che giornalmente hanno il coraggio di denunciare lo stupro subito mentre secondo un'indagine ISTAT il 96% non lo ha. 325 donne stuprate al giorno per un totale di 118.000 all'anno. 7 su 10 accadono in famiglia. Molte delle donne che subiscono violenza non denunciano (ad es. le vittime di violenze domestiche). Forse è proprio la mancanza di una giusta soluzione giuridica a incutere la paura. Non esiste un limite di età per le vittime dello stupro. Ci sono casi di stupro perpetrati su minorenni, addirittura su infanti (pedofilia), così come casi di stupri perpetrati nei confronti di persone anziane (gerontofilia).

La maggior parte delle violenze sessuali avviene da parte di persone che conoscono la vittima. Amici e datori o colleghi di lavoro rappresentano quasi il 40%, mentre le violenze sessuali commesse da partner ammontano a circa il 12%. Quando l'aggressore è  il partner della vittima si parla di stupro maritale. Il concetto è relativamente recente, in quanto contrasta con il principio del dovere coniugale, tradizionale nella cultura occidentale. Le percentuali cambiano considerevolmente quando si considera, invece della violenza sessuale, che comprende sia lo stupro riuscito sia il tentato stupro, solamente lo stupro riuscito. In questo caso, la percentuale sale al 17,4% degli stupri perpetrati da fidanzati ed ex fidanzati e al 20,2% di stupri perpetrati da coniugi, ex coniugi e conviventi, per un totale di quasi il 38%. La violenza sessuale all'interno della famiglia nucleare rappresenta l'1,5% del totale delle violenze. La percentuale di altri parenti che commettono violenze sessuali è invece superiore al 4%. Esistono poi le violenze di gruppo (branco). La vita carceraria non è esente da questo tipo di violenza oltre ai luoghi pubblici. A questi ambienti vanno aggiunte le situazioni di guerra in cui abusare delle donne in guerra è considerata una ricompensa dei soldati e un vero e proprio metodo di combattimento, volto a fiaccare la resistenza psicologica della popolazione (vedi il ratto delle Sabine).

Ma cosa succede alla donna dopo aver subito violenza? Si parla di Sindrome acuta da stress: intorpidita e distaccata, come se si stesse vivendo un sogno,  percepire il mondo esteriore come strano e irreale, difficoltà a ricordare dettagli importanti dell'aggressione,  rivivere l'aggressione con pensieri ossessivi, ricordi, incubi, evita luoghi e cose che ricordano l'aggressione, ansia crescente. Depressione grave, almeno 1/3 delle vittime vivono un periodo di depressione grave, e il 17% delle vittime si suicida, rabbia, senso di vergogna e colpa: Alcune donne biasimano se stesse per l'accaduto. Questo è ancora più frequente se l'aggressore è un conoscente oppure se le vittime non ricevono aiuto da parte di familiari, amici, autorità. Problemi sociali e relazionali: alcune donne diventano troppo ansiose o depresse per voler continuare ad avere una vita sociale; il rendimento sul lavoro ne risente.

Problemi sessuali. Alcool e droga: rispetto a donne che non hanno subito tale esperienza, le donne sopravvissute a uno stupro hanno 3-4 volte possibilità di fumare marijuana, 6 volte di far uso di cocaina, e 10 volte di far uso di droghe più pesanti. Con il tempo, se non si è ricevuto il sostegno adeguato, si possono sviluppare conseguenze e disturbi più evidenti e definiti, quali attacchi di panico, fobie, disturbi alimentari, disturbi del sonno, malesseri o malattie di tipo psicosomatico, dipendenza da sostanze. Si parla in questo caso di sindrome post-traumatica. Le donne tra i 14 e i 59 anni che dichiarano di aver subito nel corso della loro vita almeno una violenza tentata o consumata sono, al 2002, 520 mila. Sono invece 9.860.000, entro la medesima fascia di età, le donne che dichiarano di aver subito nel corso della loro vita almeno una molestia a sfondo sessuale.

"E' in essere un testo di legge nuovo sulla violenza sessuale, pene più aspre e sistemi preventivi oltre che il supporto successivo alla vittima. Non sarà possibile concedere i benefici penitenziari, al carnefice, qualora non venga superara una precisa terapia psicologica. Gratuito patrocinio alla vittima cioè assistenza legale" Donatella Ferranti del Partito Democratico. Daniela Santanchè Movimento per l'Italia parla della necessità del ritorno all'amore e al rispetto per la donna e per il combattere questi uomini che prendono con forza ciò che esigono. L'educazione all'amore. Le vittime vogliono vedere i carnefici puniti altrimenti non denunciano. Rosario Sorrentino (neurologo): "I cattivi maestri sono i mass media. Oltre agli stupratori seriali stanno emergendo anche quelli occasionali cioè uomini che non controllano il proprio istinto forse dovuto alla pressione dei mass media. Effetto emulativo, omologazione. Malattie mediatiche" di contro altri affermano che è proprio grazie ai mass media che ne parlano che si comincia a far prendere consapevolezza e coraggio a chi deve denunciare. Intanto le donne si stanno mobilitando con corsi di autodifesa, armi "cosmetiche". Una volta un ragazzo mi venne dietro mentre facevo delle commessioni per negozi, lo trovavo sempre fuori mentre maneggiava con cura la sua "arma". Mi avvicinai a lui (forse incoraggiata dal fatto che fosse un pomeriggio un pò affollato) e gli dissi: "Se decidi di fare il maniaco o lo fai bene o non lo fai perchè così sei soltanto ridicolo" abbassò gli occhi e sgattaiolò via. Non dico di essere Wonderwoman e non so da dove mi venne quel coraggio ma so soltanto che molto spesso loro giocano sulle nostre paure e i nostri silenzi non fanno altro che incoraggiarli. E' di qualche tempo fa la notizia di un uomo che tentò di violentare una donna ignaro del fatto che quella donna fosse cintura nera di karate. Ebbene le prese. Ecco!!! Queste sì che sono soddisfazioni!