"Volontariamente": Servizio Civile in Piemonte

di Anna Laudati

di Andrea Sottero

La Regione Piemonte e Federsolidarietà Confcooperative Piemonte hanno presentato ieri, presso i locali della Fondazione Giovanni Agnelli in Via Giacosa 38 a Torino, i risultati di una ricerca svolta sul servizio civile in Piemonte dal titolo “Volontariamente. Esperienze di crescita e solidarietà nel servizio civile in Piemonte”, curata da Gianfranco Marocchi.

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All’evento hanno partecipato tra gli altri, Teresa Migliasso, assessore regionale per il welfare, Elide Tisi, presidente di Federsolidarietà Piemonte, Marco Demarie, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli, Diego Cipriani, direttore dell’ufficio nazionale servizio civile e naturalmente l’autore della ricerca, pubblicata su un volume delle Edizioni della Fondazione Agnelli.

Il lavoro, come ha spiegato l’assessore Migliasso, si pone l’obiettivo di dare una visione chiara e analitica sullo stato del servizio civile volontario in Piemonte, così da avere a disposizione dati concreti su cui lavorare per incrementare e migliorare il servizio.

I risultati che sono stati illustrati nella ricerca, in realtà, non stupiscono più di tanto gli operatori del settore, perché confermano semplicemente la sensazione che già si aveva. Gran parte di chi intraprende questo tipo di percorso, pur mosso dalla molla della solidarietà, lo fa con la speranza di potersi inserire in qualche modo nel settore lavorativo a cui il servizio civile lo ha avvicinato. Molti, addirittura, decidono di fare l’esperienza dopo una serie di lavori non qualificati o dopo un periodo di disoccupazione. 

Le statistiche, tuttavia, ci dicono che solo l’8% dei partecipanti riesce poi a trovare lavoro retribuito presso l’ente in cui ha prestato il servizio e appena il 12% riesce a trovare lavoro in un settore affine. Secondo l’assessore al welfare, il servizio civile volontario risulta comunque essere un’ottima opportunità di connessione tra lo studio e il lavoro. A confermarlo sembra essere il fatto che più della metà dei partecipanti ha un’età compresa tra i 21 e i 26 anni e il 70% ha almeno un titolo di studio superiore.

In Piemonte nel 2006 sono stati 2591 i ragazzi che hanno prestato il servizio civile nei vari enti accreditati, vale a dire quasi il 6% del totale su scala nazionale. Si tratta di una quota piuttosto alta se confrontata con i dati relativi alle altre regioni del Nord Italia, ma certamente molto distante dai numeri che riguardano le regioni del Sud, ad alto tasso di disoccupazione.

Interessante è osservare che di questi, nonostante il numero degli uomini sia in aumento, il 70% sono donne. Un dato che conferma ancora una volta le tendenze sociologiche degli ultimi cinquant’anni sulle aspettative lavorative in Italia.