La prima intervista dei due neo rappresentanti nazionali del servizio civile
Ciao, sono Corrado. Ciao, sono Fania. Chi è un volontario? Una specie non protetta ... colui che vuole essere motivo e parte del cambiamento ... (Gianfranco Mingione)
Il 26 e 27 giugno 2010 si è svolta la IX assemblea nazionale dei delegati regionali dei giovani in servizio civile. Nel corso dell’incontro, oltre al confrontarsi su diverse tematiche, i delegati sono stati chiamati al voto per eleggere i due nuovi rappresentanti in Consulta. Ad essere eletti, rispettivamente per la macroarea nord e sud, Corrado Castobello e Fania Alemanno.
Una prima particolarità emerge subito: sia Corrado che Fania, sono due ragazzi del sud… Corrado, di origini siciliane, è impegnato a Torino in un progetto di servizio civile di Confcooperative-Federsolidarietà Piemonte. Studia Informatica nel capoluogo piemontese ed è batterista in una band blues/rock-progressive oltre ad essere compositore per un progetto personale. Nel tempo libero scrive soggetti e trattamenti teatrali, poesie, articoli giornalistici e cura un blog di informazione critica. E’ tra i soci fondatori dell’associazione culturale Taksim, che promuove la diffusione dell’arte, della cultura e del pacifismo in tutte le sue diverse manifestazioni.
Fania, 25 anni, salentina, una laurea conseguita presso la facoltà di psicologia degli studi di Padova in “psicologia clinico-dinamica ad indirizzo di comunità”, svolge servizio civile presso il Comune di Salice Salentino nell’ambito di un progetto in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato Salento. Attualmente sta perfezionando i suoi studi presso l’Università Cattolica del Sacro cuore in “Mediazione Familiare e Comunitaria”. Appassionata di sport e musica, collabora con l’associazione ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani) e pratica l’attività sportiva del ballo giamaicano che collabora a diffondere con l’organizzazione di eventi.
Chi è un volontario del Servizio civile nell'Italia del 2010?
Corrado. E’ una specie (NON) protetta a rischio estinzione! Siamo in piena crisi finanziaria e i volontari del Servizio Civile creano tuttavia ricchezza in servizi per lo Stato, a fronte di investimenti tra i meno gravosi per le casse della collettività, e un sostegno vitale per il Terzo Settore. I volontari fanno cittadinanza attiva, diffondono un modo esemplare di essere giovani nella nostra società e all’estero e investire su di loro sarebbe la migliore campagna contro le mafie, le droghe e il razzismo. Invece il 2010 potrebbe segnare per loro un declino che potrebbe portarli addirittura a scomparire, tra le vittime sacrificali dei tagli. In anni davvero critici per noi giovani, dove diminuiscono i luoghi sani di aggregazione e spesso bisogna inventarseli, col rischio di cadere nel nichilismo più buio, beh... mi chiedo davvero quali siano le reali priorità in questo paese.
Fania. E’ colei o colui che crede che qualcosa può cambiare ancora in questa società e che buona parte della responsabilità è nelle sue mani; si mette a disposizione della comunità all’interno della quale opera e svolge servizio per rendersi collante tra le istituzioni e la cittadinanza; studia, lavora o tenta di farlo e non rinnega il rimborso che viene offerto dall’adesione al servizio civile. Decide volontariamente di aderire alle selezioni e mette a disposizione le sue competenze al fine di incrementarle nell’anno di servizio.
Quali sono i valori che tale esperienza dovrebbe infondere nei giovani che scelgono di viverla?
Corrado. Ascolto diverse esperienze di volontari, dal nord al sud. L’aspetto interessante che viene fuori è che al Servizio Civile ci arrivi spinto dalle motivazioni più disparate, dal bisogno di sentirti utile per gli altri al mero bisogno di un compenso mensile. Ma una volta che ci sei dentro e svolgi il tuo servizio, se hai attorno l’ambiente giusto e sei disposto a metterti in gioco, ti arrivano a pioggia tutta una serie di sensazioni tipiche dell’essere umano, che riscopri come quando ti mostrano una foto della tua infanzia che non hai mai visto prima. La riscoperta della solidarietà, del rispetto ambientale, dell’arte e del pacifismo. Tutte cose che si possono dire e scrivere benissimo in spot e manifesti ma che l’esperienza attiva del Servizio Civile può veramente radicare nelle coscienze, facendo toccare con mano il loro alto valore morale e la loro rilevante utilità per la collettività.
Fania. Molti valori, come il senso di appartenenza alla comunità all’interno della quale si è operato, la valenza politica e sociale che ciascun cittadino ha al suo interno; il senso di difesa dell’Italia attraverso l’implementazione di progetti del terzo settore, fabbrica di servizi destinati al cittadino. La pace, la solidarietà e la disponibilità sociale.
Perché hai deciso di candidarti a rappresentante nazionale dei volontari?
Corrado. E’ tutta “colpa” di una canzone. E non è la prima volta che mi spinge a prendermi delle responsabilità. E’ una canzone in dialetto siciliano di Domenico Modugno (anche se io preferisco la versione di Roy Paci) che per un siciliano come me rappresenta un preciso modo di essere all’interno della società. Si intitola “Malarazza” e il ritornello fa così: “Tu ti lamenti, ma che ti lamenti?? Pigghia nu bastuni e tira fora li denti!” (“Tu ti lamenti, ma che ti lamenti?? Prendi un bastone e tira fuori i denti”). Il bastone è chiaramente una metafora sottile.
Fania. È stata una scelta legata alla volontà dei ragazzi pugliesi i quali, dopo avermi votata come delegata, hanno fortemente voluto la mia candidatura al nazionale. Inoltre, il mio vivere la rappresentanza in maniera attiva è uno strumento comunicativo molto forte che mi permette di essere portavoce e punto di contatto tra le istituzioni, gli enti ed i volontari. Ho visto in tale candidatura la possibilità di offrire la mia esperienza, le mie conoscenze e competenze al servizio dei volontari. Un’esperienza irrinunciabile che grazie a loro posso dire di aver intrapreso.
Parliamo della riforma. Come credi debba muoversi la rappresentanza in merito ai prossimi passi da fare?
Corrado. La rappresentanza non può che muoversi in funzione del rispetto dei valori su cui si fonda il Servizio Civile e in funzione del suo futuro, per permettere a sempre più ragazzi di poter fare questa esperienza. Il futuro del Servizio Civile lo vedo partire dalla conferma della sua identità come difesa non armata della patria, passare per la consapevolezza di essere una ricchezza per lo Stato su cui investire di più e arrivare a proporsi con finalità pubbliche di pacifismo.
Fania. A mio parere, a fronte della fase storica che stiamo attraversando, risulta indispensabile ottimizzare le risorse disponibili annualmente, generando processi di valutazione dei progetti che mirino maggiormente alla qualità del progetto stesso, ma anche dell’ente. Tale valutazione deve essere fatta in base al reale impatto che il progetto ha avuto, ha o potrà avere nel territorio di ricaduta.
E’ necessario rendere la formazione che viene attuata nei confronti dei volontari, più mirata alla conoscenza dell’esistenza e della funzione della rappresentanza del servizio civile, unitamente alla profusione di teorie e tecniche riguardanti l’animazione sociale (ogni volontario può essere animatore nel territorio) ed alla partecipazione democratica attiva nella presa di decisioni nella comunità.
Indubbia la necessità di garantire un numero minimo di volontari da attivare ogni anno, capovolgendo l’attribuzione attuale che vede il numero di volontari in funzione delle risorse necessarie anno per anno. Indispensabile il dialogo e lo scambio comunicativo con le forze dispiegate sul territorio che si occupano di difesa armata della patria (il servizio civile persegue i medesimi obiettivi adottando una strategia non armata, la quale può rappresentare uno strumento complementare e strategico nell’ambito della difesa).
Sei favorevole ad aprire il Servizio civile ai giovani stranieri?
Corrado. Sarei favorevole, qualora nel Servizio Civile si investisse seriamente. Siccome non è così, sono tendenzialmente contrario, ma non ho una posizione netta. Faccio solo delle riflessioni. A Torino è già il 4° anno che si progetta il bando del Servizio Civile per giovani stranieri che non hanno cittadinanza italiana, quindi non possono partecipare al SCN, ma sono residenti o domiciliati a Torino. Ha una finalità importante: l’integrazione dei giovani stranieri. Cioè il Servizio Civile in un contesto di politiche di inclusione sociale. Il Comune di Torino ci crede e ci investe. Favorevole!
Per aprire a livello nazionale ai giovani stranieri si dovrebbero invece utilizzare le risorse del Fondo Nazionale per il Servizio Civile. A fronte dei duri tagli, sarebbe un’ulteriore mazzata che il Servizio Civile subirebbe, essendo pure usato come surrogato del Ministero delle Politiche Sociali e del Ministero dell’Istruzione che non investono adeguatamente in un paese in gran parte intollerante. E lo dice uno che a dicembre, con la sua associazione, porterà nelle scuole superiori di Torino un progetto di laboratorio musicale finalizzato alla mediazione etnica e culturale.
Fania. Credo possa essere un’ottima strategia coerentemente all’ambito ed al progetto che li vede coinvolti. Superare le barriere comunicazionali in alcuni specifici contesti potrebbe essere possibile grazie al loro apporto, all’interno del tessuto sociale italiano, ancora non totalmente maturo all’integrazione e scambio con la popolazione extra-italiana. Favorire la loro integrazione persegue a sua volta l’obiettivo di difendere la patria.
Fra due anni, a fine mandato, come pensi che ricorderai tale esperienza?
Corrado. Non so se la prima assemblea ha questa particolarità rispetto alle altre, ma quando all’imbarco di Fiumicino io e la mia collega del Piemonte ci siamo ritrovati improvvisamente da soli dopo due giorni intensi vissuti assieme agli altri ragazzi… beh, abbiamo capito che questa esperienza ci coinvolge anche emotivamente più di quanto potevamo immaginare. Quindi penso proprio che la ricorderò come la più importante occasione avuta per portare avanti e diffondere idee e valori di un’esperienza in cui credo molto, insieme a tanti ragazzi appassionati con cui si sta stringendo anche un’amicizia.
Fania. Sinceramente, non so se fra due anni potrò ancora considerarmi rappresentante nazionale del servizio civile, in quanto non ho la certezza che tale servizio venga riconfermato. Ho il timore che si stia procedendo verso la chiusura di questo “bene comune” a causa dei tagli, a volte sconsiderati, che si stanno attuando. Oggi penso a questa esperienza come l’inizio di una nuova forma di attivazione personale nei confronti della società alla quale appartengo, tra due anni si vedrà!