Servizio civile. Non ci resta che piangere
La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. Nessun cambio di rotta, quindi sugli emendamenti presentati a favore del servizio civile. Il risultato?I tagli restano, in compenso, cari giovani, arriva la mini naja! (Gianfranco Mingione)
Il parlamento. Cos’è, cosa si fa nel parlamento di una repubblica democratica fondata sulla sovranità popolare come quella italiana? Si parla. Si discute. Ci si scontra nella dialettica degna di una democrazia fondata sull’espressione popolare, prima di chiudere definitivamente qualsiasi progetto di legge. Certo è sotto gli occhi di tutti quanto sia divenuto difficile il dialogo fra le parti nella aule parlamentari visto che gli ultimi governi hanno sposato la “moda” del ricorso facile alla fiducia. L’ultimo esempio riguarda l’approvazione con un sì definitivo della manovra economica, per la quale il Governo è ricorso nuovamente alla fiducia che ha escluso de facto qualsiasi confronto sugli emendamenti presentati per garantire i fondi del servizio civile.
La parola d’ordine sembra essere solo una: tagliare. A farne le spese il servizio civile, nonostante i vari emendamenti presentati, prima dell’approvazione definitiva, dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori. Emendamenti che prevedevano nuovi fondi già a partire dal 2010 e stanziamenti significativi sia per il 2011 che per il 2012. Nulla di fatto. Il tutto si è risolto con la fiducia posta dal Governo sulla manovra economica.
La CNESC (Conferenza nazionale enti di servizio civile) aveva chiesto un ripensamento per garantire “la sostenibilità di un’esperienza considerata da tutti, compreso il Governo, fondamentale per l’impegno e la crescita della cittadinanza attiva per molti giovani (fonte Comunicato CNESC)”. Il presidente della Conferenza, Primo Di Blasio, si aspettava uno slancio di concretezza da parte del Governo, per passare “ dagli slogan di generico apprezzamento del valore e dell’importanza del Servizio Civile, ai fatti, accogliendo gli emendamenti proposti e garantendo così un futuro certo a questo Istituto della Repubblica”.
Fatti che non ci sono stati. Fatti che hanno però portato, nonostante la solita lamentela dei fondi che scarseggiano, a finanziare la mini naja.
Come ci si aspettava, arriveranno nuovi tagli per il Fondo nazionale del servizio civile, già povero di suo, e si finanzierà per tre anni il grande desiderio del Ministro La Russa: la mini naja. Non è questione di contrarietà a questo progetto di stage che i giovani potranno svolgere nelle caserme per un paio di settimane, ma come avevamo scritto nell’articolo Mini naja si, Servizio civile no!, è un fatto di buon senso non finanziare con i soldi pubblici, pubblico sta per soldi degli italiani, un progetto dal costo di circa 20 milioni di euro in 3 anni, quando già i giovani hanno la possibilità di arruolarsi in ferma breve e sperimentare cosa significhi servire la Patria da militari, per un periodo pari a quello del servizio civile (i giovani dai 18 ai 25 anni, possono compiere un periodo da Volontari in Ferma Prefissata ad un anno).
Come recita un film del compianto Troisi: non ci resta che piangere! Ma almeno lì si rideva.