Il servizio civile vale anche per la pensione

di Anna Laudati

20071025_civile.jpgAnche il servizio civile svolto in forma volontaria dopo la sospensione del servizio militare obbligatorio è calcolabile in pensione: i periodi di lavoro sono inseriti nel conto assicurativo del ragazzo e servono per calcolare l'assegno. Il chiarimento dell’Inps mette a fuoco i risvolti previdenziali della legge 226 del 2004 che ha sospeso dal 1° gennaio 2005 il servizio militare obbligatorio, e del decreto legislativo 77 del 2002 che ha disciplinato il “servizio civile nazionale”, dal 2004, poi prorogato al 2005 e infine al 1° gennaio 2006.

La naja. Da sempre il servizio militare obbligatorio è stato considerato utile per la pensione. Come la maternità per la donna, così il militare per l’uomo è stato sempre un periodo che gratuitamente è confluito nell’anzianità contributiva. Sono stati, via via nel tempo, 24, 18, 15 e 12 mesi, spesso risultati utilissimi per andare in pensione prima del tempo.

Obiettori di coscienza. Questa agevolazione è stata riconosciuta nel tempo anche alle obiezioni di coscienza che, in maniera sempre più massiccia negli ultimi anni, hanno spinto migliaia di ragazzi a non indossare la divisa con le stellette e a svolgere un lavoro civile sostitutivo, che per molti è diventato poi posto di lavoro permanente e stabile.

L'attestato. Tutto bene fino al 31 dicembre 2005, quando la legge 206/04, nel sospendere il servizio militare, ha fornito i caratteri della volontarietà al servizio civile sostitutivo, servizio svolto attraverso la programmazione annuale delle risorse di un “fondo nazionale per il servizio civile”. Appositi albi regionali (provinciali per Trento e Bolzano) rilasciano un attestato dal quale risulta il servizio.

Ed è proprio questo attestato che permette al giovane di ottenere dall’Inps e dagli altri enti previdenziali il riconoscimento in pensione del periodo di lavoro. Con una grande differenza derivante dal fatto che i volontari sono a totale carico del fondo nazionale dal 1° gennaio 2006 e quindi devono essere direttamente assicurati ai fini pensionistici.

Tutto quanto fa pensione. Risultato? Dal 15 luglio 1998 (data di istituzione dell’ufficio nazionale per il servizio civile) al 31 dicembre 2005 gli enti previdenziali continuano, come per il passato, ad accreditare agli interessati i contributi figurativi. Dal 1° gennaio 2006 basta con quelli figurativi: lo stato paga, come un normale datore di lavoro, i contributi obbligatori.

In questo modo il cerchio si chiude. Il servizio civile è valido per la pensione: 1) fino all’anno 2005 attraverso i contributi figurativi; 2) da gennaio 2006 attraverso i contributi obbligatori, pagati dallo stato e, a domanda degli interessati, trasferiti, se occorre, in altri fondi pensionistici (ad esempio all’Inps).

di ilmessaggero.it