La richiesta del tavolo ecclesiale: piu finanziamenti al servizio civile

di Anna Laudati

nozza_prospettive.jpgSi è concluso da poco il quinto incontro nazionale organizzato dal Tavolo Ecclesiale del Servizio Civile al Pala Guasco di Reggio Emilia. Dall’incontro è partita la richiesta al futuro governo di attuare, a 3 anni dall’ interruzione della leva obbligatoria, una riforma della legge sul servizio civile affinché questa esperienza formativa e di alto valore sociale possa finalmente decollare, accontentando tutte le domande dei giovani volenterosi di impegnarsi in questo percorso utile alla società e a se stessi.

«A causa della chiusura anticipata della legislatura è stato interrotto l’ avviato processo di riforma al riguardo - spiega Francesco Marsico - Chiediamo che il nuovo governo e il nuovo Parlamento riprenda in mano la questione ripulendo gli elenchi e semplificando i passaggi burocratici per rendere il sistema più efficiente.

 

Soprattutto sollecitiamo l’uscita del Servizio Civile da situazioni gestionali ambigue, come ad esempio dalla presa in gestione del servizio di Enti Comunali che attraverso i bandi utilizzano i volontari come forza lavoro interinale sociale. Noi vogliamo, invece, che venga evidenziato il valore formativo del servizio e il suo ruolo di impegno sui territori, dando campo negli accreditamenti agli enti più radicati che provano a rispondere ai problemi quotidiani lavorando in rete con le istituzioni, occupandosi ad esempio giorno dopo giorno dei minori, dei disabili, degli anziani».

Ciò ha un costo per lo Stato: ogni volontario costa 7.800 euro all’anno, e le domande per questo anno sono all’incirca 100.000, e considerando che la finanziaria ha stanziato 400 milioni di euro riuscirà a coprirne appena 50.000.

Il volontariato svolto attraverso il Servizio Civile rappresenta per Diego Cipriani, direttore generale dell’ufficio nazionale del Servizio Civile una «Difesa della Patria partendo dalla risoluzione dei problemi sociali»

L’incontro ha trattato anche le tematiche sollevate per il primo gennaio da Papa Benedetto XVI, “Famiglia umana comunità di pace” e da Giovanni Paolo Ramonda, successore di Don Oreste Benzi alla guida dell’associazione “Papa Giovanni XXIII” che ha spiegato «Durante il Servizio Civile, per me durato 20 mesi, ho iniziato insieme a Don Benzi un cammino di fede che mi ha portato a vivere la famiglia come naturale proseguimento di quella scelta. Sono sposato da 24 anni e padre di tre figli naturali, con loro e mia moglie abbiamo deciso di aprire la nostra famiglia ad altri 9 figli che oggi vivono con noi in comunità. Sono ragazzi che avevano bisogno di aiuto a causa dei loro problemi di disagio mentale, di salute, o segnati dalla devianza».

di Margherita Paglino