"Servizio Civile è libertà e sperimentazione"
di Anna Laudati
Per la prima volta la “Giornata nazionale del servizio civile” si svolge a Napoli nella prospettiva del “Progetto Napoli” voluto all’inizio del 2006 dal Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi, dal Ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero e dall’Ufficio Nazionale del Servizio Civile. Lo scorso 5 dicembre, infatti, circa 2000 volontari sono entrati in servizio nel territorio della città e della sua provincia.
Ministro Paolo Ferrero quali sono le sue aspettative e quali i risultati che porterà questo “Progetto speciale” per l’emergenza legalità a Napoli? In primo luogo 2000 ragazzi vivranno un anno importante per la loro vita. Un anno in cui faranno delle attività di inclusione sociale. Potranno crescere, formarsi in questo percorso e avere un minimo di risorse economiche. Inoltre il lavoro che queste ragazze e ragazzi svolgeranno nei “quartieri” sarà importante anche e specialmente per il solo fatto di rimanere a contatto con coetanei differenti da loro per esperienze e cultura. Infatti l’intervento dei volontari in servizio civile aiuterà quei ragazzi a ricostruire quei legami sociali fondamentali per mantenere compatta una società. Credo che questo sia un elemento essenziale: ricostruire legami sociali recuperando quello spazio che fino ad oggi era “riservato” all’illegalità e alla delinquenza.
Servizio civile e legalità. Quale è la connessione? L’illegalità, quella prodotta dalle mafie, costruisce un tessuto sociale che si autoalimenta e vive poiché riceve in cambio una garanzia economica che lo Stato non sempre riesce ad assicurare. Il servizio civile non è risolutivo rispetto al problema dell’illegalità ma è un anello essenziale di un ragionamento molto complesso. Valori e regole che lo sostengono infatti sono quelli che mancano e che devono entrare nella mentalità e nella cultura di quel tessuto sociale più debole e sconfortato. In qualche modo il servizio civile interviene a monte del problema ponendosi l’obiettivo di ricostruzione spazi e tessuti che ad oggi sono terreno fertile per la malavita. Quando avremo più fondi per i servizi sociali, per assicurare un lavoro “buono” e per garantire delle possibilità alle nuove generazioni, allora e solo allora avremo meno problemi di delinquenza.
E’ il secondo anno che festeggia insieme ai volontari e agli enti la “Giornata nazionale del servizio civile”. Quali i risultati raggiunti e quali gli obiettivi da raggiungere per il 2008? L’obiettivo primario è quello di mantenere almeno la stessa dotazione di giovani puntando però ad una maggiore qualificazione del servizio civile. Ciò lo si potrà ottenere investendo di più sulla formazione dei ragazzi e offrendogli anche più occasioni di scambio. Il servizio civile deve essere un’ occasione di riflessione e di crescita per chi lo svolge.
“Obiettore di coscienza” qualche anno fa, ha svolto il servizio civile presso il centro ecumenico di Agape. Cosa ricorda di quell’ esperienza? Intanto la ringrazio per la gentilezza, ma purtroppo non si tratta di qualche anno fa: era il 1980. Ho un bellissimo ricordo di quell’ esperienza. Mi è stato insegnato a battere a macchina con dieci dita, a stampare con l’off-set, a costruire un libro e poi è maturata la mia “formazione politica”e teologica grazie ai seminari di studio che conducevo. E’ stata un’esperienza di grande formazione umana e politica e un fondamentale momento di responsabilità. Ricordo che organizzammo un campo invernale sulla Polonia, sulle lotte di Solidarność. All’epoca, appena ventenne, ero un operaio alla FIAT e il mio lavoro consisteva nel costruire e assemblare pezzi uguali: una mansione ripetitiva e semplice. L’aver potuto svolgere per un anno e mezzo un lavoro creativo dove ero il solo responsabile di me stesso, ha rappresentato un’esperienza molto edificante ed educativa.
Egregio Ministro, perché consiglierebbe ad un ragazzo di svolgere il servizio civile? Perché nella vita c’é’ una prima fase in cui si studia e una seconda, molto lunga, in cui si cerca lavoro. L’anno di servizio civile rappresenta una finestra essenziale nella vita dei giovani. Una fase che permette ai ragazzi di guardarsi intorno e riflettere. Dai questionari compilati dai volontari in servizio risulta che il 20% dei giovani una volta terminato il servizio civile sceglie un indirizzo professionale diverso rispetto a quello che perseguiva in precedenza. Ciò vuol dire che il servizio civile regala l’opportunità di ritagliarsi uno spazio di riflessione importante e unico: uno spazio di libertà e di sperimentazione fondamentale.