La parola alla volontaria Giuseppina Ascione, la “first lady" della Consulta del Servizio Civile

di Anna Laudati
Essere un volontario in Servizio Civile non vuol dire solo aver accreditati 433 euro al mese ma significa avere la fortuna di vivere una grande emozione che ti cambia la vita e di condividerla con centinaia di ragazzi (di Chiara Marrazzo)

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Per la prima volta una ragazza, Giuseppina Ascione, volontaria in servizio civile, impegnata in un progetto di Amesci sulla legalità a Napoli, è stata eletta come delegato nella Consulta nazionale del Servizio Civile. Appena eletta Giuseppina Ascione, 23 anni, è così allegra, spontanea, determinata e con  le idee chiare che ha già ricevuto i complimenti dalla Direzione dell’Ufficio Nazionale del Servizio Civile. I colleghi simpaticamente, l’hanno nominata la “First lady” della Consulta.

Insieme a lei siedono altri tre volontari, la cui rappresentanza è finalizzata a  dare l’opportunità di apportare un contributo creativo alla crescita e al miglioramento del servizio civile, maturando al contempo quell’ esperienza di partecipazione  responsabile e attiva nella vita delle istituzioni che è parte integrante del percorso di formazione sancito dalla Legge 64. L’elezione dei delegati nazionali è avvenuta il 6 e il 7 giugno scorsi a Roma, ed è stata effettuata dai rappresentanti regionali eletti dai volontari durante il mese di Aprile 2008.

Cosa ti ha spinto a candidarti come delegato regionale? Ritengo che bisogna sempre darsi da fare in prima linea, cercando di delegare il meno possibile agli altri.  Inoltre penso che questa esperienza possa arricchire il mio anno di Servizio Civile, dandomi la possibilità, non solo di “calarmi” completamente nel mondo del Servizio Civile e di provare a interpretare le esigenze che accomunano noi volontari, ma anche di conoscere ragazzi di altre regioni d'Italia che operano in realtà diverse dalla mia. Penso che essere un volontario in Servizio Civile non voglia dire solo aver accreditati 433 euro al mese, ma significa soprattutto essere un giovane attivo sul proprio territorio, che si adopera per il bene della sua comunità. Questa la mia idea: ribadire ad alta voce che svolgere un anno di servizio Civile vuol dire "Difensere la Patria senza l'utilizzo delle armi".

consulta_4.jpgCosa ha significato per te partecipare alla V Assemblea dei delegati regionali a Roma? Tutto è iniziato quasi per gioco, ed invece poi sono stata eletta delegata regionale, ed ho avuto l’opportunità di conoscere gli altri 70 delegati provenienti da tutta Italia. Roma ha rappresentato un momento di confronto e condivisione delle esperienze di servizio civile. Si è discusso di temi importanti come la necessità di riconoscere lo status di  volontario di servizio civile, la possibilità  di usufruire di carte servizi, visite mediche, riduzioni sui mezzi di trasporto , e dell’opportunità di aumentare i delgati dei volontari in consulta nazionale.  Interessanti le riunioni e le plenarie, ma è stato altrettanto entusiasmante ritrovarsi con “i compagni d’avventura”, discutere con loro: abbiamo riso, scherzato come se ci conoscessimo da sempre, perché accomunati da quei valori che ognuno di noi si porta dentro come il senso civico e l’idea di investire nella partecipazione giovanile e vivere quest’emozione a 360 gradi.

Quando hai capito che ce l’avresti fatta? Solo dopo essere stata eletta.  Però c’è stato un momento in cui ho realizzato che quello che era cominciato come un gioco si stava trasformando in una cosa seria. Quel sabato mattina a Roma, dopo interventi appassionati, disguidi e discussioni varie, ero in un tale stato tensione ed ansia che provo solo quando affronto gli  esami universitari. Solo allora ho capito che credevo in quell’avventura e che volevo realmente rivestire quella carica… forse è proprio quella passione che è venuta fuori che mi ha condotto di lì a poco ad essere eletta delegata della Macroarea Sud.

Ora che sei delegato nazionale, come intendi procedere? Cercherò di portare avanti i punti del mio programma elettorale,  quali l’istituzione di permessi differenti da quelli attualmente concessi,  la possibilità di poter usufruire di abbonamenti ai trasporti pubblici a tariffa ridotta, la realizzazione di una carta servizi per i volontari.  Ma soprattutto è indispensabile agire sul riconoscimento dello status di volontario: sembra assurdo ma si conosce e si parla di cosa non sia il Servizio Civile, ma nessuno sa dire cosa rappresenti un volontario di servizio civile. È valutato come un co.co.co, ma i volontari non usufruiscono degli stessi trattamenti. Spero che insieme agli altri delegati, di riuscire a focalizzare l’attenzione della Consulta su questa problematica.

Come ti relazionerai con gli altri volontari e delegati? Ho intenzione di creare un luogo di incontro tra i volontari in  servizio civile  di concerto con gli altri rappresentanti regionali. Il delegato in realtà è un mediatore  dei volontari, e per svolgere bene questo ruolo deve utilizzare strumenti in grado di accogliere le numerose istanze degli stessi. In questi giorni a Roma abbiamo valutato quanto sia inefficace il Forum dei volontari presente sul sito ufficiale del Servizio Civile Nazionale. Abbiamo convenuto che è necessario creare una rete informatica di delegati regionali, al fine di poter intensificare gli scambi  di opinioni.  A tal proposito già si è mossa la regione Lazio, la Campania, la Toscana e la Sardegna. Si è anche pensato di costituire un’associazione di delegati regionali, ma questa è solo un’idea allo stato embrionale che richiede più tempo ed impegno.

Cosa  pensi di attingere da quest’esperienza?

Già ho attinto molto. Da quando ho iniziato quest’ anno di servizio civile è cambiato il mio modo di vedere le cose.  Mi sono avvicinata ai temi della legalità, al mondo delle associazioni, mi sono iscritta al forum giovanile. Non so cosa aspettarmi, sono certa che sarà un’esperienza formativa e costruttiva e di sicuro mi darà l’opportunità di conoscere altri giovani e di condividere con loro aspettative, sogni ed ideali.