Differenziata a Salerno. La parola ad una tutor dei Laboratori di servizio civile

di Anna Laudati

Francesca Miglino, 28 anni, ci spiega cosa sono i Laboratori di servizio civile e in che modo insieme ad altri 51 ragazzi,  stanno mettendo in funzione  la difficile “Macchina della Differenziata”  a Salerno (di Anna Laudati)

francesca_.laboratori_salerno2.jpgSociologa, con specializzazione nel settore organizzativo del lavoro, dopo la laurea e qualche esperienza lavorativa, tra cui anche il servizio civile, Francesca è approdata insieme a 51 coetanei di Salerno,  in un progetto chiamato “Laboratori di servizio civile” di Amesci, voluto dal Comune di Salerno in collaborazione con il Conai. Insieme a Tommaso D’Antonio e Alessio Leone, Francesca è un tutor nella squadra dei 17 Laboratori

 

Francesca, in cosa consistono i laboratori di Salerno? Si tratta di laboratori di servizio civile nel settore ambientale e consistono nell’attività di informazione e sensibilizzazione alla cittadinanza sulla raccolta differenziata e sulle modalità per realizzarla al meglio.

Insieme agli altri hai svolto un corso di formazione. Quali sono state le materie affrontate? Vi è servito? 

“Il corso di formazione ha riguardato materie di varia tipologia: la situazione dell’emergenza rifiuti in Campania e in particolare a Salerno, le azioni necessarie ad avviare correttamente sul territorio la raccolta differenziata, la conoscenza dei vari materiali per il riciclaggio, il dimensionamento volumetrico, le modalità di svolgimento del progetto, le tecniche di comunicazione illustrate da un esperto della materia. E’ stato sicuramente utile per eliminare la confusione riguardo il riciclaggio dei vari materiali e per capire come trasmettere ai cittadini l’importanza della raccolta differenziata”.

 

Raccontaci l'esperienza delle selezioni? Delle selezioni ho un ricordo ho un bel ricordo. Non ho vissuto il mio colloquio con ansia, anzi ero particolarmente tranquilla. Questo credo sia dovuto alla situazione che si è creata sia con gli altri ragazzi con i quali abbiamo scambiato opinioni su come si sarebbe svolto e sul futuro il progetto, sia alla cordialità con la quale si è posta nei miei confronti la selezionatrice dell’Amesci. Si è trattata di una chiacchierata con la quale la selezionatrice ha cercato di capire il livello della mia preparazione e la motivazione che mi spingeva a svolgere il progetto sulla differenziata.

 

Cosa spiegate alla gente quando vengono a chiedere le informazioni. Qual è la domanda più ricorrente? I cittadini vengono da noi soprattutto per avere spiegazioni sui tempi e le modalità della raccolta differenziata, cioè quando inizierà nel quartiere dove abitano e dove buttare le lattine piuttosto che il polistirolo o il legno etc. Addirittura ci sono delle persone che arrivano con una lista delle cose di cui non sono certi dove vadano buttate per poi sapere da noi le risposte esatte. Parte della popolazione si impegna davvero tanto nella raccolta differenziata  perché ne percepisce l’utilità e vedono in noi un punto di riferimento importante. Molti cittadini ritengono che la raccolta differenziata si deve svolgere con efficienza per “non fare la fine di Napoli”. Spesso ci è capitato che un cittadino esprimesse un’esigenza particolare, per esempio una persona anziana o una persona ammalata o con un handicap, e in quel caso siamo sempre molto attenti a soddisfare i loro bisogni   cercando soluzioni ad hoc.  Ad esempio è stato permesso alle persone disabili che non possono conferire la spazzatura negli orari notturni previsti, di farla conferire ad un suo parente durante il giorno.

 

In quanti step è diviso il progetto, cosa fanno i tutor e cosa i facilitatori? Il progetto è diviso in 5 step. Ogni step prevede l’informazione e la preparazione dei cittadini alla raccolta differenziata e l’inizio della stessa in una parte della città. Durante il primo step abbiamo lavorato nella zona industriale; ora siamo nel corso del secondo step che riguarda altri quartieri della zona orientale della città, per via via giungere, durante i prossimi step,  al centro di Salerno. Il nostro lavoro è organizzato su due turni, uno la mattina e uno il pomeriggio, per dare un servizio all’utenza che incontri tutte le esigenze di orario. I facilitatori hanno il compito di illustrare alla cittadinanza le nuove modalità di raccolta dei rifiuti, sia attraverso la consegna di kit con le attrezzature da utilizzare per la raccolta stessa, sia attraverso il numero verde a disposizione degli utenti. In base alla loro preparazione e predisposizione, ad alcuni facilitatori è stato assegnato il compito di recarsi a casa dei cittadini per consegnare i kit e informare sulla raccolta compilando poi a fine turno dei report sul lavoro svolto; ad altri facilitatori è stato assegnato il compito di restare in ufficio dove  si reca l’utenza per avere informazioni, si gestisce il numero verde e si immagazzinano i dati del lavoro svolto all’esterno.  Noi tutor abbiamo il compito di coordinare i 48 facilitatori nelle loro attività sia all’esterno che all’interno dell’ufficio. Inoltre siamo un punto di riferimento per loro nel momento in cui si verificano situazioni nuove e che non riescono a gestire.

 

Quali i fattori di criticità del progetto? Le problematiche emerse finora sono di tipo soggettivo, ovvero la mancanza di collaborazione di una parte dell’utenza, e di tipo oggettivo, ovvero la mancanza di spazi idonei e l’esistenza di barriere architettoniche. Se prima ho sottolineato che esiste una parte della cittadinanza che ha ben accolto la differenziata, bisogna anche considerare che esiste un’altra parte che non è ben predisposta. Addirittura alcuni cittadini dicono che “fanno la differenziata per farci un favore dato che loro già pagano la tassa sulla spazzatura”. Questo indica la mancanza di una cultura di base sulla differenziata. Nella maggior parte dei casi queste persone abitano in zone con problemi sociali e culturali preesistenti. Per mancanza di spazi idonei, invece, intendo gli spazi dove esporre i cassonetti o i carrellati. Ma il Comune ha già messo in atto azioni di risposta per eliminare tali criticità.

 

Vi sentite seguiti nella realizzazione quotidiana del progetto dal Comune di Salerno? “Il Comune di Salerno assiste quotidianamente la nostra attività. Infatti i nostri responsabili del Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), ente che ha ideato il piano di raccolta, sono continuamente in contatto con il Comune e il Sindaco stesso per risolvere eventuali problemi che si si vengono a creare, per es. quantità delle forniture e raccolta dei rifiuti. 

 

Tra quanto finirà il progetto? Inizialmente si prevedeva che il progetto sarebbe durato 6 mesi, ma sicuramente i tempi si dilateranno. Infatti c’è stato bisogno di maggior tempo per lo svolgimento del primo step che è terminato solo a fine luglio; ciò si è verificato per la particolarità della zona del primo step ovvero quella industriale di Salerno che è ricca di industrie di grandi dimensioni, dove i facilitatori hanno dovuto prima attuare il dimensionamento volumetrico e poi fornire i carrellati o cassonetti. In realtà non si conosce ancora una data precisa di fine progetto.

 

Progetti futuri? Mi piacerebbe continuare a svolgere un lavoro di servizio alla comunità per la mia particolare predisposizione al contatto con le persone e per il mio interesse, che giustifica i miei studi sociologici, per il contesto  e i fenomeni sociali. Inoltre dare un servizio agli abitanti della mia città, e quindi anche alla mia famiglia e alle persone che conosco, mi fa sentire utile e realizzata.

 

Consiglieresti ad altri giovani di fare la sua esperienza? Assolutamente si, è un’ottima esperienza formative ed umana. Formativa perché si conosce un nuovo ambiente lavorativo e si impara a svolgere, nella pratica, un nuovo lavoro; umana perché l’ambiente lavorativo contribuisce alla crescita della persona stessa attraverso la collaborazione con altre persone e lo sviluppo del senso di responsabilità.

 

Hai mai svolto il servizio civile? Sai  cos'è? Ho già svolto il servizio civile grazie ad un progetto dell’Amesci, in un ambito affine ai miei studi.  Infatti il progetto si chiamava “Informa – net II” e si svolgeva presso la Camera sindacale provinciale UIL di Salerno.  Ho scelto un sindacato perché è un ambito che mi ha sempre incuriosito e  in cui ho potuto approfondire la conoscenza del settore del lavoro, finora basata solo sui miei studi, in particolare nel contesto salernitano.  Il  mio compito era gestire uno sportello di informazione sulle opportunità formative  e lavorative nel territorio. La maggior parte dell’utenza era costituita da giovani disoccupati. Dunque anche in quel caso ho svolto un servizio di supporto ai cittadini. E’ stata una esperienza che mi ha aiutato ad aumentare la fiducia nelle mie capacità e a sentirmi soddisfatta di quello che stavo facendo, in quanto spesso le persone mi ringraziavano per il mio lavoro e l’aiuto che fornivo loro. Inoltre, si è rivelato per me una reale opportunità di accesso al mondo del lavoro perché ho continuato a mantenere una collaborazione lavorativa con la Uil di Salerno.

Il tuo futuro lavorativo lo vedi a Salerno o altrove? Perchè? Sarei felice di continuare a lavorare a Salerno per contribuire al miglioramento della città in cui sono nata e cresciuta, ma se per restare dovrò scendere a compromessi con le mie ambizioni andrò altrove. Credo che le mie ambizioni siano quelle di tutti i ragazzi della mia età, cioè svolgere un lavoro interessante e soddisfacente, per il quale “valga la pena di alzarsi la mattina.