Servizio Civile Nazionale. Una scommessa riuscita?
Da sempre impegnato in politica, da Amministratore locale a Presidente di circoscrizione a Consigliere Comunale, Assessore ai trasporti e lavori pubblici e al bilancio del Comune di Roma, Senatore e Presidente del gruppo parlamentare dei CCD al Senato e Assessore ai trasporti della Provincia di Roma, nel 2002 assume l’incarico di Direttore del Servizio Civile Nazionale e dal gennaio 2007 è Consigliere nell'agenzia per le Onlus. On.le Massimo Palombi il Servizio Civile Nazionale è stata una scommessa riuscita? Sono stato Direttore del Servizio Civile Nazionale dal novembre 2002 al 2006. Il servizio civile è stata anche la mia scommessa e posso asserire, che quella italiana è l’esperienza più significativa e meglio organizzata in Europa... .
Tutto il sistema è cresciuto fino al 2006 e poi ha subito un arresto. Il problema è che il modello di servizio civile rimane quello che avevamo pensato noi nel 2000, pensato dal punto di vista normativo, per renderne facile il decollo. La crescita infatti c’è stata dopodichè è cominciato il dibattito durante la campagna elettorale di Prodi sul servizio civile volontario o obbligatorio.
Si spieghi meglio? Il ragionamento aveva anche un senso. Perché non far fare il servizio civile a tutti? Con Giovanardi siamo stati tutti d’accordo che far passare i volontari da 50mila a 500mila avrebbe comportato un corrispondente aumento degli enti organizzati e affidabili e che ci sarebbero volute risorse economiche adeguate. E comunque a parità di queste condizioni rimaneva il problema scaturito dalla diversità di valore che c’è tra il svolgere il servizio civile in maniera volontaria o svolgerlo obbligatoriamente.
Quale la differenza secondo lei? Se si sceglie liberamente, quest’impegno viene svolto con maggiore efficacia e sensibilità. Ho pensato che la strada avrebbe potuto essere quella di dare la possibilità di svolgere il servizio civile a tutti aumentandone di anno in anno i fondi. Ma il Governo Prodi, da cui era partito l’input, non solo non ne ha più parlato, ma non ha fatto nemmeno crescere il servizio civile in termini economici. Quindi finita la fase dell’espansione è arrivata la fase delle restrizioni con le conseguenze del caso.E gli enti in tutto questo come si sono comportati? Di fatto gli enti si erano attrezzati per garantire più del doppio dei ragazzi impiegati fino a quel momento. Inoltre loro lamentavano la troppa rigidità delle regole del servizio civile che badavano più alla forma che non al contenuto dei singoli progetti, sia nella fase valutativa che poi nella fase del monitoraggio.
La soluzione? Una soluzione c’è sempre. Magari utilizzando meno documenti cartacei, ma anche questa fase necessitava di una revisione delle regole generali. Personalmente la considero una cosa possibile e necessaria, ma non c’è stata da parte dei responsabili di questi due anni (2006/2007) nessuna proposta. Noi, così come era stato deciso nella fase iniziale del servizio civile, applicavamo una valutazione solo cartacea che appunto nel tempo, con l’esperienza e la crescita di tutto il sistema doveva essere ripensata prevedendo ad esempio, l’inserimento di regole diverse tra gli enti tradizionali e i service.
Un esempio? Per valutare i progetti di un ente bisognerebbe sapere esattamente come sono stati realizzati i progetti precedenti, che tradotto in pratica vuol dire più ispezioni e controlli. Il monitoraggio dei progetti lo si può realizzare ma si ci deve dotare di un numero di dipendenti maggiori. Attualmente l'Ufficio Nazionale ha circa 10 persone che si occupano di questa mansione e da solo non è in grado di mettere in essere quest’azione di controllo. L'aiuto quindi dovrebbe venire dalle Regioni. Ma comunque è più che chiaro che diventerà indispensabile rivedere l'organizzazione generale del S.C. se non c’è in previsione l’aumento dei i fondi ad esso destinati, poiché, ripeto, le norme del sistema sono state scritte in previsione di crescita. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di fare una scelta rispetto ai settori di applicazione del S.C. concentrando maggiormente le risorse su quei settori più utili e indispensabili per la comunità e per la maturazione civile dei giovani.
Qual'é stata l'idea su cui poi si è costruito il servizio civile? Il servizio civile è stato pensato per i ragazzi sensibili e volenterosi, seguendo la logica che se fai qualcosa per gli altri e lo fai volontariamente lo svolgi in modo soddisfacente anche per te stesso e poi per gli altri.
Cosa ne pensa del Servizio Civile aperto anche agli stranieri? E’ nato come un servizo alla Patria e come tale dovrebbe riguardare i soli cittadini italiani. Tuttalpiù aperto a quei ragazzi stranieri che hanno preso la cittadinanza italiana poiché svolgere il servizio civile per loro potrebbe voler significare avvicinarli ulteriormente alla cultura e ai nostri valori . Ma dal punto di vista formale non è corretto.
Dal gennaio 2007 è consigliere nell'Agenzia per le Onlus. Di cosa si occupa l’Agenzia? Prima di tutto il nome è sbagliato, infatti non ci occupiamo solo delle Onlus ma tutte le associazioni no-profit. Il nome esatto è Agenzia del Terzo settore, non siamo un Autority ma un Agenzia di Stato e ci occupiamo di promuovere, indirizzare e controllare il settore. Stefano Zamagni, l'inventore dell'economia sociale in Italia, ne è il presidente.
Visto la novità della materia, c'è un modello che emulate? Il modello è inglese, ma la loro è un organizzazione che esiste da decenni e che è composta da circa 500 collaboratori. Noi al momento abbiamo solo 20 dipendenti. Il lavoro da fare è tantissimo. Attualmente stiamo collaborando con l’Istat che a fine anno realizzerà un nuovo censimento degli enti che lavorano nel terzo settore. L’ultimo risale al ’99 e aveva contato circa 250mila associazioni. Stiamo inoltre lavorando per dare delle linee guida all’intero sistema.
Che sarebbero? Linee guida per il bilancio sociale, il bilancio esecutivo degli enti, sulla raccolta dei fondi, per le adozioni. Le linee guida poi verranno ridiscusse insieme a tutti gli enti del terzo settore e infine adottate di comune accordo.
Linee guida sulla raccolta fondi. Cioè? Un ente che non risponde al nostro atto d'indirizzo va a perderne in credibilità. Su questo il Sole24 sta facendo un lavoro importante. Insomma è necessario che ci sia un organo preposto che stabilisca delle regole. Questo è un lavoro che metterà più ordine nel complesso mondo del no-profit senza dover ricorrere a nuove leggi.
Quale il rapporto con il Forum del Terzo settore? Il forum rappresenta il terzo settore e ha comunque compiuto un importante lavoro di autoregolamentazione. Ovviamente stiamo collaborando poiché anche se abbiamo un diverso ruolo lavoriamo per la stessa causa. Noi siamo un Agenzia dello Stato “super partes”. Il Forum fino ad oggi, non avendo altro organo di riferimento, tendeva alla autoregolamentazione, è il portavoce del Terzo settore in Italia.
Servizio civile, volontario o obbligatorio? Volontario ma magari, fondi permettendo, per tutti, per non meno di un anno, coinvolgendo attivamente, scuole e università.
Quattro anni con i giovani di servizio civile. Come giudica questa sua esperienza? Grande esperienza, la più bella. Bella perché capita raramente di avere l'occasione di costruire da capo una nuova realtà. Scommessa che abbiamo vinto. Il contatto con i giovani poi non ha eguali, in termini di piacere di lavorare con loro e per loro.
Ha un ricordo a cui è legato particolare? Ho sostenuto e voluto fortemente la rappresentanza dei volontari nella Consulta. Ricordo ancora l'emozione delle prime elezioni a cui ho assistito. Negli anni ho conosciuto tante belle storie. Storie che solo girando tutta l'Italia, conoscendola da altre angolazioni e per altre vie, si ha la fortuna di vivere. Grazie al servizio civile e ai giovani ho conosciuto un Italia positiva e meno rappresentata. Anche per questo ritengo quella del servizio civile una delle migliori esperienze della mia vita.
ServizioCivileMagazine è un settimanale telematico rivoto al mondo giovanile. Quale la citazione che dedica ai ragazzi italiani? Ai giovani dedico una citazione famosissima, “antica” ma a tutt’oggi valida:"Non chiedetevi che cosa potrà fare il vostro paese per voi ma cosa potrete fare voi per il vostro paese". (J.F.Kennedy)