"No ai tagli al SC". Polemiche tra i delegati e volontari del servizio civile

di Anna Laudati

Lettera di Natalia Castaldo, delegata campana dei volontari in Servizio Civile e volontaria presso l’ ADOC (di Giuseppina Ascione)

natalia.jpgA tutti i colleghi delegati favorevoli ai tagli al SC: “Perché dovremmo consentire che sia negata ad altri giovani come noi l’opportunità di arricchirsi, come noi ci siamo arricchiti, attraverso il servizio civile?”  La delegata campana, si fa portavoce dei delegati e volontari che divergono totalmente dalle opinioni espresse da Giovanni Coppola, delegato dei volontari in Servizio Civile per la Regione Campania, favorevole ai tagli.

Gentile Redazione di Servizio Civile Magazine,

scrivo questa lettera perché penso di dover dare voce a tutti quei delegati e volontari, una forte maggioranza, che pensano che i tagli al SC equivalgano ad un peggioramento dell’ intero sistema. Penso che svolgere il Servizio Civile sia un’esperienza unica ed irripetibile. Prima di entrare nel merito della questione vorrei, però, raccontare brevemente la mia scelta, la mia storia.

Mi sono laureata presso la facoltà di Sociologia della Federico II, finito il mio percorso universitario, come ogni laureato, cercavo qualcosa che mi arricchisse, sia professionalmente che personalmente. E così, nel 2006, decisi di fare domanda come volontario in Servizio Civile. La mia scelta non fu casuale, cercavo qualcosa che fosse di aiuto al prossimo e che, allo stesso tempo, fosse in sintonia con i miei studi. Un sindacato era la scelta giusta.

Mandai curriculum all’ ADOC/UIL CAMPANIA, ma quel anno c’erano sei posti disponibili, io arrivai settima, risultavo la prima degli esclusi. Nel 2007 uscì il nuovo bando, con tenacia ho riprovato a mandare il curriculum. Fu la volta buona, entrai a far parte dell’ADOC.

Ho raccontato tutto ciò perché sono scottata dall’affermazione del delegato campano Giovanni Coppola. Ho deciso di replicare alla sua intervista perché anche io svolgo Servizio Civile in Campania e quindi avremmo potuto avere un confronto alla pari. Il servizio Civile in Italia ha tante facce diverse e i problemi di alcuni possono essere la salvezza per altri, dunque ho pensato fosse giusto che rispondesse una persona che vive il Servizio Civile nella medesima realtà. Coppola afferma che purtroppo in determinati ambienti vanno avanti i “raccomandati”, questa affermazione, seppur triste, potrebbe essere anche una verità, ma tralasciando la questione che in quanto delegati abbiamo il preciso dovere di denunciare tali episodi all’ufficio regionale di competenza, ma non si può generalizzare, estendendo queste “segnalazioni” solo a sindacati o ad Enti Pubblici.

Inoltre dissento ancora sull’inutilità di prestare servizio civile negli Enti suddetti, in quanto svolgere il Servizio Civile non deve essere inteso come semplice tutela o assistenza, il Servizio Civile è una crescita della persona, è formazione, è cittadinanza attiva, è  confronto, penso che tutto ciò avvenga e debba avvenire in diversi contesti, anche nei sindacati e negli Enti Pubblici.

Mi rendo conto che stiamo vivendo in una fase di stallo, l’economia è ferma e il governo sta tagliando un po’ tutto, se i tagli previsti effettivamente per il Servizio Civile dovessero verificarsi, ciò costituirebbe una grande perdita per il nostro Paese e per chi, come me, crede in quest’anno di formazione.

Stiamo vivendo un momento economicamente difficile. E’ naturale che qualora dovessero esserci meno fondi, sarà necessaria una ristrutturazione dell’intero sistema di Servizio Civile. Innanzi tutto devono essere tagliati gli sprechi, ma credo che anche tagliando gli sprechi in ogni loro forma, con i finanziamenti stanziati difficilmente si arriverà a mantenere un numero di volontari simile a quello odierno.


Stiamo parlando di un settore nel quale, a mio avviso sarebbe necessario investire piuttosto che detrarre fondi, sono convinta che il Servizio Civile debba costituire un’opportunità e non un privilegio. E’giusto punire chi sbaglia e se ne approfitta, ma non è giusto gettare ombra su un intero sistema. Alla luce di quanto detto sarà in evitabile arrivare a un SCN in cui i volontari non percepiscono rimborsi, anche se non credo sia questa la forma giusta, anche perché in questo modo il SC sarebbe equiparato alle altre forme di volontariato. Il SCN, invece,è una possibilità di crescita e di valorizzazione per i giovani che scelgono di dedicare un anno al servizio del proprio Paese, ma ciò richiede un impiego di tempo non trascurabile ed è quindi giusto che vi sia un rimborso, come quello attuale. In alternativa, se potessi dare un suggerimento per consentire ai giovani di continuare ad intraprendere questo “viaggio culturale”, proporrei una collaborazione tra l’UNSC e il mondo delle Università.

 

I giovani potrebbero svolgere tirocinio come Servizio Civile. La maggior parte degli studenti è obbligato a svolgere tirocinio c/o un Ente o un’ Associazione, tale esperienza potrebbe servirgli in duplice modo, da un lato otterrebbe i crediti necessari come tirocinio per conseguire la laurea, dall’altro potrebbe accedere comunque a tutti quei benefit che il Serizio Civile garantisce oggi.

 

Mi rendo conto che dare “suggerimenti” in questo campo può sembrare pretenzioso, ma ritengo davvero importante per i giovani accedere a questa opportunità. A tal proposito vorrei fare una domanda ai miei colleghi delegati favorevoli ai tagli: così come noi abbiamo avuto questa opportunità e ci siamo arricchiti, perché dovremmo consentire che sia negata ad altri giovani come noi?