Perle di servizio civile: Simona: "Ho imparato. Ho scelto. Ho deciso". .. di non essere superficiale

di Anna Laudati

Simona Pardi, dopo quasi nove mesi di servizio civile: “Sono cambiata ne sono certa” (di Gianfranco Mingione)

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L’anno sta per volgere al termine, così come l’esperienza di Servizio civile di Simona Pardi, che si concluderà il prossimo 4 febbraio 2009. In un piccolo paesino dell’alta Ciociaria, Simona ha vissuto e vive un’esperienza che si caratterizza da assoluta positività. Un servizio che le ha dato nuovi amici, un lavoro in squadra, un confronto/scontro sulle problematiche da affrontare. Un servizio civile che le ha aperto nuove prospettive.

Simona. Io la volontaria del Servizio Civile... Mi chiamo Simona Pardi, ho 28 anni e vivo in un piccolo paese di collina, Paliano, in Provincia di Frosinone. Un centro piuttosto (o forse troppo?) tranquillo, dalle scarse opportunità lavorative, soprattutto per la popolazione più giovane, la quale, nella maggioranza dei casi, deve rivolgersi altrove per la propria realizzazione professionale.

In un simile contesto la prospettiva del Servizio Civile si carica, naturalmente, di molteplici aspettative. Ho saputo del Bando per caso, ovvero, una mia “informatissima” zia mi ha suggerito di presentare la domanda. Ero in una fase critica: di lì a poco mi sarei laureata e l’eventualità di un posto di lavoro era piuttosto remota, così ho pensato di provare. Oggi vi scrivo dal “mio” ufficio, l’Informagiovani, al quale sono stata assegnata insieme ad altri 3 volontari. E si perché alla fine c’è l’ho fatta, sono stata ‘presa’. E alla luce dei nove mesi trascorsi vi posso assicurare che ne è valsa la pena. Sono cambiata, ne sono certa. Sono cresciuta. Ho iniziato questa avventura col proposito di viverla  fino in fondo, di mettermi in gioco, di apprendere il più possibile.

E ne vale veramente la pena. Il confronto/scontro quotidiano con gli altri volontari e il  lavoro in équipe mi hanno arricchito, mi hanno insegnato molto, soprattutto a  guardare ai rapporti interpersonali con occhi diversi, sicuramente più disincantati.La diversità non è sempre di semplice gestione ed i volontari non hanno tutti la stessa “volontà”. Per alcuni, il Servizio, è un “non-impegno”, purtroppo. Questo atteggiamento si è rivelato troppo spesso nocivo, limitante per chi, come me, aveva ed ha ancora tanta voglia di fare. Ho imparato, inoltre, a lasciar correre, ad accogliere le esigenze altrui, a lavorare in prima linea. Ho capito che la pazienza è una virtù indispensabile quando si lavora per un Ente pubblico (e non mi riferisco soltanto al rapporto con gli utenti!).

Ho imparato. Ho scelto. Ho deciso. Essere una volontaria di servizio civile non è un’esperienza “leggera”, al contrario. Ho capito che si  può essere superficiali in ogni campo, se lo si vuole...ed io non l’ ho voluto.