Servizio Civile on air!

di Anna Laudati

Roberta Locatelli, delegata del servizio civile nella regione Lombardia e Raffaele Avagliano, sono due giovani che da circa un anno ogni giorno parlano di Servizio Civile in radio (di Giuseppina Ascione)

 

raffaele.jpgRadioE è una piccola emittente della diocesi di Bergamo da cui ogni giorno raccontano e ascoltano i protagonisti del mondo del Servizio Civile nel loro programma Fuori Servizio. Un’ esperienza assolutamente coinvolgente e innovativa, che gli sta portando tantissime soddisfazioni. Li abbiamo intervistati per conoscere la loro vita alla radio.

Come nasce l'idea di una trasmissione radiofonica dedicata al Servizio Civile? Roberta: Da circa tre anni io e Raffaele collaboriamo con una radio che trasmette nella provincia di Bergamo. Un rapporto nato per caso in quanto RadioE, che da molti anni è la radio ufficiale della diocesi di Bergamo, tre anni fa ha deciso di compiere una svolta, cercando di raccogliere attorno a sé dei giovani volontari che arricchissero il palinsesto con programmi adatti ad un pubblico meno adulto rispetto a quello fidelizzato fino a quel momento. E così da un giorno all’altro ci siamo ritrovati conduttori radiofonici. Questa apertura ha fatto sì che già due stagioni fa venisse realizzato un programma dedicato al mondo del Servizio Civile, ma con un taglio più locale. Ad occuparsene furono due ragazze (poi elette delegate) che in quel periodo stavano svolgendo il proprio anno di SC. Dicevo un taglio più locale in quanto gli interventi erano mirati ad una conoscenza del SC nella provincia di Bergamo e nei territori limitrofi. Quando nel maggio 2008 anche io sono stata eletta delegata per la Lombardia ho pensato di continuare questo percorso, apportando delle modifiche. In primo luogo ho coinvolto Raffaele in modo da avere sempre il punto di vista di chi non ha svolto il SC, infatti è lui che si occupa di controllare sempre, da profano, la comprensibilità delle informazioni fornite. In secondo luogo, il carattere nuovo del programma è stata l’apertura ad una realtà extraprovinciale. Infatti, dopo aver incontrato per la prima volta i volontari provenienti da altre regioni d’Italia, mi sono accorta di come un’esperienza etichettabile con l’unico nome di Servizio Civile, racchiudesse invece in sé caratteristiche assai diverse, che io per prima ignoravo. Questo confronto mi ha portato ad avere una visione più completa, varia e consapevole di questo anno dedicato agli altri e ho pensato che riproporlo attraverso la radio avrebbe permesso agli ascoltatori di ampliare similmente la propria conoscenza e consapevolezza.

 

Tra le persone incontrate e le interviste realizzate per il vostro programma, quali sono state quelle più interessanti? Roberta: Credo non sia possibile stilare una classifica. I racconti e le esperienze proposte sono state talmente differenti tra loro che paragonarle non avrebbe senso. Però mi sento di sottolineare l’importanza della partecipazione dei Rappresentanti regionali che hanno raccontato la realtà del SC nella propria regione di appartenenza. Raffaele: Non ho una preferenza. Io non ho fatto il Servizio Civile, quindi ogni intervento è stato per me una scoperta di un mondo che, per vicende personali, ho sfiorato.  

 

Cosa vi aspettate dal vostro programma? Speriamo che sia stato e continui ad essere d’aiuto per tutti coloro che avvicinandosi al mondo del SC o essendone parte da poco tempo hanno dubbi da sciogliere. Ma non solo. Il programma non racconta solo la realtà disincantata di “una scelta che cambia la vita”, ma raccoglie anche tutte le piccole e grandi difficoltà che si possono incontrare. Dal banale problema della gestione dei permessi ai veri e propri ostacoli incontrati con gli OLP nella gestione del proprio operato. Racconti che possono offrire delle casistiche nelle quali ci si può riconoscere e dalle quali si possono attingere soluzioni o preziosi consigli. 

Qual'è la risposta del pubblico? Raffaele: Essendo in regia ho la fortuna di poter controllare quanti ascoltatori sono in streaming. Durante Fuori Servizio, questo è il nome del nostro programma, l'ascolto on line cresce, segno che sono soprattutto i giovani ad ascoltarci. Roberta: sicuramente positiva. E’ stato il passaparola il metodo migliore per avvicinare nuovi ascoltatori al programma. Tengo a sottolineare il fatto che ad ascoltarci non sono solo i volontari o coloro che sono direttamente interessati, ma anche persone che hanno il piacere di avvicinarsi ad una realtà importante (anche numericamente) come il Servizio Civile per puro interesse o curiosità.

Se poteste migliorarlo, cosa fareste? Roberta: Dal mio punto di vista i miglioramenti potrebbero essere molti. Tuttavia il limite principale è legato alla reperibilità in tempo reale delle notizie. Io purtroppo pur dedicando molto tempo alla realizzazione del programma, non sono costantemente negli studi di registrazione, proprio perché sono una volontaria. Quindi non riesco sempre a realizzare puntate in diretta. Inoltre raccogliere notizie  da tutta Italia non è così semplice. Ecco perché ringrazio tutti i volontari e i delegati che mi tengono informata dei movimenti nelle loro regioni di appartenenza e che si sono resi disponibili facendo sì che il programma prendesse vita. Raffaele: Un sacco di jingle, sigle e canzoni in più. Ma, per il clock di RadioE, Fuori Servizio va bene così come è. 

In futuro vi piacerebbe restare nell’ambito della conduzione radiofonica? Roberta: Assolutamente sì. Non solo per motivi professionali, ma per l’emozione che questa forma di comunicazione ti regala: l’adrenalina della diretta, il confronto costante e immediato con gli ascoltatori, il lavoro di preparazione nei fuori-onda. Oltre al fatto che da ascoltatrice ho sempre subito il fascino delle voci e il mistero del non sapere chi si cela dietro ad una voce. Infine credo nella forza delle radio in quanto la mancanza di immagini concentra l’attenzione sulle parole e quindi sui contenuti, valorizzando nei protagonisti più le capacità comunicative che non le doti estetiche. Raffaele: Il mio sogno è di fare il lavoro che mi diverte e non mi pesa, ovvero il giornalista. Che sia radiofonico o di carta stampata (o del web) poco importa.