Perle di servizio civile: dalla Sicilia un'esperienza indimenticabile
Grazie al servizio civile ho scoperto un nuovo mondo parallelo, “il mondo che si è fermato a cinquanta anni fa, costituito da persone che ti danno del “vuossia”, di uomini e donne sole, bisognose di parlare e ansiose di raccontare la storia di una terra magica. La mia Sicilia” (di Gianfranco Mingione)
Alessio Leotta, ex volontario ed ora rappresentante vicario dei volontari in servizio civile della Sicilia, racconta la sua esperienza quale volontario, e nel farlo non dimentica di citare uomini che per la Sicilia hanno dato la loro vita, come il servitore dello stato Paolo Borsellino: “Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare”.
Salve a tutti gli amici del Servizio Civile. Apro questa mia intervista sull’esperienza del servizio civile con le parole dell’amato giudice Borsellino, con le quali ho aperto anche le conferenze regionali ed il mio programma elettorale per l’elezione della consulta regionale del Servizio Civile.
Ad essere sinceri, anche io, come Paolo Borsellino, non apprezzavo molto il luogo in cui vivo e proprio per questo ho deciso di svolgere il Servizio Civile, proprio qui, nella mia Sicilia. Potevo scegliere di trascorrere questo irripetibile anno di Servizio alla comunità in tante altre parti del mondo ma ho preferito Biancavilla, una tranquilla cittadina alle pendici dell’Etna in provincia di Catania. Grazie alla mia scelta, ho sposato un progetto che mira non solo a far rivestire un ruolo più partecipativo e attivo delle persone anziane alla vita sociale, ma anche ad alleviare le loro sofferenze e garantire loro il pieno rispetto per la loro vita.
Non avevo mai avuto, prima d’ora, esperienze con persone anziane in quanto mi ritenevo poco adatto a rispondere alle loro esigenze ed ai loro bisogni e li consideravo appartenenti ad una fascia di età che non mi riguardava e con la quale non volevo avere nulla a che fare. Provavo un certo stato di disagio e un voluto distacco nei loro confronti, quadro peggiorato dal mio desiderio di voler provare l’esperienza di Servizio Civile Estero, in un posto che mi portasse via dal mio “piccolo” paese.
La volontà di evadere, mi faceva, giorno dopo giorno, pentire sempre di più della scelta di rimanere. Quest’ esperienza, da una parte mi attirava e coinvolgeva, quasi come se fosse una sfida, dall’altra m’incuteva timore per tutto ciò a cui andavo incontro.
Credo che il sentimento di paura sia normale poiché è insito in ognuno di noi ma l'importante è che venga sconfitto da un poderoso coraggio. Facendo leva su questa certezza ripetevo sempre a me stesso che “non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti, questa, rischia di diventare un ostacolo per andare avanti, per poter crescere”.
Con queste parole nel cuore, magicamente, la mia paura, le mie tensioni, mutarono completamente sin dal primo giorno! Sin da quando gli operatori della cooperativa, dove svolgevo il servizio civile, con la loro professionalità ed esperienza mi hanno mostrato tutta la bellezza di questa realtà dalla quale potevo trarne solo dei profitti umani impensabili fino a quel momento.
La mia gratitudine è rivolta anche ai ragazzi che hanno svolto il Servizio Civile prima di me, che sapientemente mi hanno “preso per mano” conducendomi in questa realtà per me totalmente nuova e tutta da scoprire, presentando ai miei occhi un mondo parallelo al nostro che ignoravo o che non volevo vedere. Il mondo a cui mi riferisco è un mondo che si è congelato ad almeno cinquanta anni fa, costituito da persone che si rivolgono a te dandoti del “vuossia”( saluto siciliano, dandoti del “voi”!), di uomini e donne sole, bisognose di parlare e ansiose di poter raccontare le meravigliose esperienze di vita che per noi giovani sembrano tanto arcane quanto remote.
Da subito ho amato, ed amo tutt’ora, quegli occhi attorniati da tenere rughe; amo i loro sguardi “profondi”, “pieni” e “vissuti” che celano in loro immagini di intere vite, di incontri, di affetti vividi, di dolori e di persone. Solo guardando i loro occhi ho capito il reale valore del nostro Servizio Civile! Quegl’incontri giornalieri, scanditi da semplici sorrisi, scacciarono l’iniziale cupidigia che mi portava a pensare a quel compenso mensile che ci avrebbero dato allo svolgere delle trenta ore settimanali.
Con questo, cari amici, non voglio apparire il solito ipocrita che si mostra disinteressato al compenso economico che ha ricevuto, ma vi confesso che, a fine mese, quando ricevevo il rimborso lo apprezzavo ancora di più perché aveva anche un significato emotivo fatto di quei sorrisi che avevo ricevuto e dato nel corso del mio impegno. Ringrazio ServizioCivileMagazine per avermi dato la possibilità di far conoscere a tutti voi volontari in servizio civile e a tutti i ragazzi, che vorranno far parte di questa magnifica famiglia, le sensazioni che mi hanno portato alla scelta del Servizio Civile.
Dopo quest’esperienza penso che sia ora di valutare le vere esigenze che ci troviamo quotidianamente ad affrontare, ragionando su un sano sviluppo socio-assistenziale, impegnandoci tutti a capire i bisogni della “città o paese” in cui viviamo per fronteggiare i bisogni della nostra comunità. Mi sono reso conto basta saper “ascoltare” i reali bisogni di ognuno di noi per trovare il coraggio di apportare un sostanziale cambiamento. Non bisogna vivere di riflesso nella nostra società, ma bisogna imparare a “porgere l’orecchio” a chi ha, anche, solo il desiderio di sentirsi dire un sincero “ti voglio bene”.In conclusione il mio augurio più grande e racchiuso nelle parole di colui che mi rende orgoglioso di essere siciliano! “La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. (Tratto da un discorso di Paolo Borsellino ai cittadini siciliani)
Tutti noi dovremmo ringraziare gli innumerevoli “eroi” che si sono battuti e sono morti poiché realmente erano legati alla nostra terra e che con il loro estremo gesto d’amore l’hanno cambiata! Grazie a tutti loro e a voi, a presto!