“Se fare Servizio Civile, come dice uno slogan, “cambia la vita”, ricoprire il ruolo di delegato è una scelta che cambia la vita due volte”. Intervista a Luigi Prisco, ex volontario in servizio civile e delegato della Regione Campania (di Giuseppina Ascione)
Luigi, cosa significa per te essere stato delegato del SC? Il delegato del Servizio Civile deve essere una persona che intende donare una parte del proprio tempo agli altri, al pari di tutti i volontari, ma con in più l’obbiettivo di migliorare il sistema del Servizio Civile stesso all’interno della nostra società. Spesso molti ragazzi confondono il ruolo di delegato come mezzo per mettersi in mostra, di lanciarsi in politica, di “piazzarsi” sotto il profilo lavorativo. Il nostro ruolo, come delegati, non è nulla di tutto questo....
... I delegati devono essere un filtro tra i volontari in servizio civile, che sono la base, e le istituzioni, siano esse regionali o nazionali, affinché chi ci amministra non faccia delle scelte che vadano in contro tendenza con le necessità e le problematiche avvertite dai volontari.
Quali sono i compiti che i delegati, una volta eletti, si trovano a dover svolgere? I compiti dei delegati, così come già detto prima, riguardano l’interfaccia tra i volontari in servizio civile e le istituzioni. A partire da ciò, ogni delegato deve approfondire tutte le problematiche e le soluzioni che possano migliorare il Servizio Civile proponendole al rappresentante regionale, che a sua volta si interfaccerà con i rappresentanti nazionali, i quali hanno la possibilità di raffrontarsi con i vertici istituzionali in materia.
Inviteresti i volontari a candidarsi per il ruolo di delegato e perchè? Se fare Servizio Civile, come dice uno slogan, “cambia la vita”, ricoprire il ruolo di delegato è una scelta che cambia la vita due volte. Diventando delegato si vive diversamente anche il proprio ruolo da volontario visto che l’incarico dura 2 anni, sia l’anno di Servizio Civile in corso, che quello successivo. Durante questo lasso di tempo ogni delegato potrà maturare le proprie idee riguardo ai cambiamenti che auspica per il Servizio Civile. Diventare delegato di SC è sicuramente motivo di soddisfazione, si diventa parte attiva del cambiamento del sistema del Servizio Civile, e non si recepiscono passivamente le decisioni che gli altri prendono per te. In definitiva il delegato è un protagonista delle scelte e dei cambiamenti inerenti al Servizio Civile e pertanto inviterei tutti coloro che sono motivati da questo spirito a candidarsi e a credere in quello che fanno giorno dopo giorno, e non fare come tanti altri che dopo il primo incontro da delegati non hanno più partecipato, disinteressandosi a tutto.
Se potessi consigliare ad un delegato neo-eletto su quali punti lavorare, quali gli suggeriresti? Sicuramente i punti da trattare sono tanti. Proprio per questa grande vastità di tematiche spesso le riunioni sia nazionali che regionali rischiano di essere dispersive senza portare a decisioni concrete. Il mio consiglio per i neo-delegati e per coloro che si apprestano a candidarsi è di focalizzare le loro attenzioni su alcuni argomenti ben precisi. Uno dei più importanti riguarda la discussione inerente gli aggiornamenti alla legge nazionale sul Servizio Civile, che il governo sta apportando. Sicuramente in tal senso bisogna impedire che i punti cardine che sono stati e sono ancor oggi alla base del servizio civile vengano stravolti. Inoltre i tagli netti di finanziamenti che hanno riguardato il Servizio Civile rischiano, nel futuro, di minare l’istituzione stessa del Servizio Civile, che negli ultimi anni ha avuto un crescita esponenziale. Il ruolo dei prossimi delegati sarà proprio quello di non “conservare” soltanto dei diritti, ma di acquisirne dei nuovi, cosa difficile, ma alla quale bisogna credere, altrimenti la candidatura e l’eventuale elezione non avrebbero senso. Un altro punto sul quale, a mio avviso, dovrà essere posta l’attenzione dei neo-eletti è lo status del delegato. Sono passati anni dall’istituzione di tale figura ma nessuna regione l’ha ancora riconosciuta concretamente. I delegati stessi, con il loro lavoro, dovranno consentire il proprio riconoscimento alle singole regioni, questo fino ad ora non è avvenuto per la debolezza dei delegati stessi che in alcuni casi non sono riusciti a fare gruppo tra di loro. Sotto lo stesso profilo ci dovrà essere anche un maggior peso degli incontri nazionali che si svolgono periodicamente a Roma affinché abbiano risvolti importanti e non siano un inutile voce di spesa pubblica che gravi sulle casse dei contribuenti senza alcun risultato concreto per lo sviluppo del Servizio Civile.
Dovendo fare un bilancio, cosa ti ha lasciato questa esperienza da delegato regionale che sta volgendo al termine? Il risultato finale è più che positivo anche se resta l’amaro in bocca per tante cose che potevano essere fatte, che per impegni personali o perché non ci sono stati gli strumenti adatti, non sono state fatte. Mi riferisco al ruolo di noi delegati, che è rimasto pressoché uguale dalla nostra elezione ad oggi. Nonostante tutto, durante gli incontri, specialmente quelli nazionali c’è stata una grande emozione nel trattare argomenti e tematiche riguardanti tutti i volontari in Servizio Civile; in quel momento non ti senti da solo ma rappresenti migliaia di volontari come te e proprio quella sensazione di rappresentare e dar voce ai tanti volontari che sono presenti sul territorio nazionale ti da quella scossa di adrenalina in grado di darti nuova linfa e motivazione nel tuo ruolo da delegato. Il consiglio che mi sento di dare a tutti i nuovi aspiranti delegati è quello di credere fino in fondo nelle proprie idee, di avere la forza di combattere per esse, di avere la consapevolezza di ciò che si sta facendo, di non rinnegare mai ciò che si fa e di credere che un altro mondo e modo di concepire le cose è possibile, sta solo a noi cambiarlo e ciò riguarda anche noi delegati. In bocca al lupo a tutti.