Servizio Civile e l'ira funesta di ....
Iliade, libro I°
Una storia d’altri tempi, di prima del rancore, di quando si obiettava per rabbia o per amore. Ma tra la rabbia e l’amore la distanza già cresce e chi ne è l’autore già si capisce. Leggo e resto attonito. Ma non mi sorprendo. Un mondo afflitto quello degli enti di servizio civile, vituperate vittime di un sistema sordo. “Investite!” grida l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile in ogni sua circolare. Crescete ma non lamentatevi, perché è nella sofferenza che si forgiano le anime. Organizzatevi e moltiplicatevi sui territori, dotatevi di sedi proprie, chiamate a voi orde di martiri che lavorino per lo Stato (gratuitamente) e diffondete ovunque il verbo: solidarietà all’UNSC.
E soprattutto ricordatevi che non ve l’ha prescritto il medico di fare gli enti di servizio civile. Così il sistema non cresce, ma si deforma. Nascono mostri, proliferano tentativi scomposti, serpeggia il mistero di come tutto funzioni o debba funzionare. C’è chi si organizza, pochi; e chi ci prova, tanti. Alla fine ci restano male, tutti. E si incattiviscono. Se come ente fossi stato totalmente escluso dalla graduatoria dei progetti finanziati dall’UNSC con il bando 2009 probabilmente mi sarei sentito profondamente ferito. Come tale avrei tentato di urlare il mio rammarico per un lavoro mortificato, dopo tanti sacrifici, sull’altare della scarsità dei fondi. Probabilmente mi sarei scatenato contro tutto il sistema, ne avrei indagato le storture, le incongruenze, le fallacità. Avrei cercato di colpire chiunque per colpire alla fine tutti, tutti quelli che diversamente da me non erano stati esclusi. Tutti, dicevo, e prima di tutti lui: l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile. Non chiedetemi il perché, forse lo avrei fatto perché ho un carattere particolare, chi mi conosce direbbe astioso. Ma sono fatto così e chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Per prima cosa avrei cercato di sostenere che l’UNSC privilegia solo alcuni progetti, taluni territori piuttosto che altri, certi enti piuttosto che il mio. Facilmente avrei cercato di insinuare il dubbio ovunque. Mi sarei fermato a riflettere, avrei fatto un respiro profondo e, puntato l’obiettivo più grande, avrei sparato: il Direttore Generale. Leonzio Borea, salernitano, dunque campano e in quanto tale già colpevole di suddità. Montiamo il caso Campania: 1 – indago gli enti della campania e scopro che su circa 400 enti accreditati “uno”, forse, ha sede in un ostello (Sherlock Holmes, 1800); 2 – il più grande ente campano dichiara nel proprio rapporto annuale qualcosa di anomalo: la formazione erogata a distanza sembra che non soddisfi i requisiti di legge, ma sembra che l’UNSC lo abbia ugualmente rimborsato: interrogazione parlamentare! (Stalin, 1928); 3 – indago quali città abbiano avuto più volontari in relazione al numero degli abitanti e scopro che, tra le prime quattro in Italia, tre sono campane (Paperino, 1934).
Tuttavia, la fretta ed un fato avverso alla mia ira potrebbero far emergere che: 1 – gli enti della campania li accredita la Regione e non l’UNSC; 1bis – gli enti autocertificano i propri dati e non è facoltà delle Regioni e dell’UNSC negare l’accreditamento; 1ter – è stata presa una cantonata e persino Esseciblog si scusa per aver pubblicato il falso allarme (cfr. errori della rete!); 2 – non capendo un accidenti di formazione a distanza fraintendo la differenza tra le ore di accesso alla piattaforma e-learning (pubblicate nel rapporto annuale del tale ente e utili esclusivamente a scaricare il materiale) con le ore complessive dedicate allo studio del materiale scaricato e, dunque, alla formazione off-line; 2bis – l’UNSC che ha rimborsato la formazione dell’ente interrogato in parlamento era diretto da Diego Cipriani e non dal Professore Leonzio Borea (ops!); 3 – la Regione Campania è da anni, dopo la Sicilia, la regione più attiva sul Servizio Civile Nazionale e questo dato non può che essere, ovviamente, confermato dal numero di volontari che richiedono le sue principali città (E’ la somma che fa il totale. Totò). Non bisogna prendersela se non tutte le ciambelle riescono con il buco, piuttosto è saggio preoccuparsi di non farne troppi nell’acqua.
“Fu antica miseria o un torto subito a fare del ragazzo un feroce bandito”, Francesco De Gregori